Assassinio sull'Orient Express (2017, di Kenneth Branagh) - Samuel Ratchett (Johnny Depp) |
di Luca Ferrari
La formula è sempre la stessa. Si prende un film cult, lo si affida a un regista di grido, lo si fa interpretare a un attore affermato e infine si mette a mo' di comparsa e/o co-protagonista l'originale primo attore. Il tutto ovviamente condito da effetti speciali spettacolari, inquadrature artistiche e ghirigori tali da imbonire per bene il pubblico. Il risultato? Potrà anche essere un capolavoro ma resta un'idea riciclata. Un'idea che toglie spazio al cinema contemporaneo. Un'idea che se avesse preso piede 30 anni fa, a quest'ora non ci sarebbe stato nulla di ciò che ha fatto la Storia del cinema.
La settimana scorsa è uscito Blade Runner 2049. Al timone della pellicola, il canadese Denis Villeneuve, consacratosi al grande pubblico con Arrival, film presentato in anteprima alla 73° edizione della Mostra Internazionale Cinematografica di Venezia. Nell'originale Blade Runner (1982, di Ridley Scott) il protagonista è Harrison Ford. Oggi lo ritroviamo a supporto del belloccio Ryan Gosling (Le idi di marzo, The Nice Guys, La La Land), Robin Wright e Jared Leto. La stampa vomita inchiostro, il riscontro però al momento non pare eccezionale.
Altro ritorno nostalgico direttamente dalla Fabbrica degli anni Ottanta, Top Gun (1986), il cult diretto da Tony Scott che lanciò la carriera di Tom Cruise. Analogo destino anche per la decade successiva, dove il cult generazionale Trainspotting (1996) è stato rovinato dall'insignificante sequel T2-Trainspotting (2016), per di più diretto dallo stesso regista, Danny Boyle. Analogo iter per l'epocale Interceptor (Mad Max, 1979) dove George Miller si è imbarcato in un miserevole remake tutto effetti speciali, tale Mad Max: Fury Road (2015).
Dei tanti remake in arrivo, il periodo pre-natalizo avrà un indiscusso protagonista: Assassinio sull'Orient Express, diretto e interpretato da Kenneth Branagh, questi nei panni e baffi dell'investigatore belga Hercule Poirot. Insieme a lui, un supercast a cominciare dai premi Oscar Judi Dench e Penélope Cruz, quindi Willem Dafoe, Michelle Pfeiffer e Johnny Depp. Tratto dall'omonimo romanzo di Agatha Christie, nel 1974 Sidney Lumet diresse un film capolavoro con protagonisti Albert Finney, Ingrid Bergman, Sean Connery, Vanessa Redgrave e Anthony Perkins.
Bisognerà aspettare l'anno prossimo invece per assistere agli effetti disneylandiani dell'imprecisato Jumanji - Benvenuti nella giungla (di Jake Kasdan). Storia già gloriosamente vista sul grande schermo nel 1995, il drammatico Jumanji di Joe Johnston aveva per protagonista il compianto Robin Williams (1951-2014) e una giovanissima Kirsten Dunst (Elizabethtown, Star System - Se non ci sei non esisti, L'inganno). La nuova versione vede in campo Dwayne Johnson, già protagonista della versione cinematografica della serie cult Baywatch, Jack Black e Karen Gillan. Altri sequel in arrivo, Mary Poppins e Top Gun.
Non sono da meno nemmeno le serie televisive, dove talvolta si legge che la suddetta è un capolavoro ed è un mix di Caio, Tizio e Sempronio. Alla faccia dell'originalità, dunque. Il caso più emblematico è l'osannato Stranger Things, un prodotto che senza I Goonies (1985, di Richard Donner) non sarebbe mai stato nemmeno concepito. Sta assumendo i contorni di una telenovella Star Wars di cui oggi credo nessuno si ricordi degli originali Guerre stellari (1977), L'impero colpisce ancora (1980), Il ritorno dello Jedi (1983).
In questi ultimi anni il grande schermo è stato invaso da prodotti clonati e il successo è stato tutto fuorché una garanzia. Chi riesce a non sfigurare è solo perché il primo e UNICO lungometraggio ha lasciato talmente il segno da risultarne impossibile la non visione ai fan. E' interessante notare inoltre che dietro la pochezza dell'operazione, critica e pubblico sappiano solo guardare agli effetti digitali. E ci mancherebbe che non sappiano manco fare quelli in un'epoca come così estrema per la tecnologia. Point break, Total Recall, Robocop sono dei tragici esempi di operazioni commerciali senza la benché minima arte né sostanza.
Il 19 ottobre prossimo il grande schermo vedrà due importanti pellicole. Il nuovo e originale La battaglia dei sessi con la premio Oscar Emma Stone e il trasformista Steve Carell, e la nuova trasposizione cinematografica di IT. Il primo tratta la storia vera tra la sfida tennistica tra Billy Jean King e Bobby Riggs, il secondo è una nuova versione dell'omonimo libro di Stephen King dopo la mini-serie cult di due puntate del 1990 con Tim Curry nelle vesti del pagliaccio assassino Pennywise. Quanti andranno a vedere il primo e quanti il secondo? Temo già di sapere la risposta.
Chi sono io? Se a rispondere fosse il Crozza-Vincenzo De Luca, direbbe: "Ferrari... detto Luca... personaggetto!". E visto che il personaggetto non ha certo il potere di cambiare le ambizioni di Hollywood, facciamo un altro gioco. Sarò io a suggerirgli qualche film da rovinare. Pellicole che hanno fatto la storia della settima arte e che sono certo, prima o poi, i tentacoli del business arriveranno a deturparne il vero e unico ricordo. Pronti?
- Ritorno al Futuro: difficile immaginare il remake totale della trilogia di Robert Zemeckis (penso scatterebbe la rivoluzione). Più scontato e probabile il sequel
- E.T. - L'extraterrestre (1982, di Steven Spielberg): remake azzardato, più facile immaginare il ritorno della creatura sul pianeta Terra
- I goonies: come sopra, impensabile e troppo "Ottantesco". Un sequel nostalgia sarebbe un successo commerciale garantito. La sceneggiatura? Neanche mi esprimo
- Il silenzio degli innocenti (1991, di Jonathan Demme): perfetta Jennifer Lawrence a interpretare l'agente Clarice Starling (Jodie Foster)
- Una poltrona per due (1983, di John Landis): fattibile il remake con una coppia ben assortita. Steve Carell e Omar Sy in pole position, e uno dei fratelli Duke affidato proprio a Dan Aykroyd
- La vita è meravigliosa (1946, di Frank Capra): un natale con George Clooney al posto di James Stewart e il successo è garantito
- Stand by me (1986, di Rob Reiner): posso immaginare una versione al femminile in stile il recente remakeizzato Ghostbuster in rosa di Paul Feig, ennesima clonazione dagli Eighties
- Jerry Maguire (1996, di Cameron Crowe): perfetto per il finto idealismo del terzo millennio.
Jumanji - Benvenuti nella giungla (2017, di Jake Kasdan) |
Blade Runner 2049 (2017, di Denis Villeneuve) |
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