!-- Codice per accettazione cookie - Inizio -->

sabato 21 ottobre 2017

La battaglia dei sessi... game, set, match!

La battaglia dei sessi - Bobby Riggs (Steve Carell) vs Billie Jean King (Emma Stone)
Per lui era solo una ricca e grassa scommessa. Per lei c'era in gioco molto di più. Sui campi da tennis ha luogo La battaglia dei sessi (2017, di Jonathan Dayton e Valerie Faris).

di Luca Ferrari

Il 20 settembre 1973 a Houston Bobby Riggs e Billie Jean King si sfidarono in un epico match di tennis chiamato la “battaglia dei sessi”. Lui, ex-numero 1 del mondo, showman e maschilista. Lei, attuale regina del tennis mondiale e una delle fondatrici della neonata federazione femminile, in rottura col business del tennis mondiale che privilegiava economicamente i maschi. Amante del gioco d'azzardo, per Riggs è l'occasione per farsi beffe delle donne e intascare laute somme. Per la King, una sfida che non poteva proprio perdere. Distribuito da 20th Century Fox, è sbarcato al cinema La battaglia dei sessi (2017, di Jonathan Dayton e Valerie Faris).

Billy Jean King (Emma Stone) è una campionessa di razza. Già conquistate tutte le prove del Grande Slam, si è appena aggiudicata per l'ennesima volta gli US Open ricevendo le congratulazioni telefoniche anche dal presidente Richard Nixon in persona. Nonostante una presenza sugli spalti eguale alla finale maschile, il successivo torneo vede una notevole disparità tra premi maschili e femminili. È la goccia che fa traboccare il vaso. È il segnale che qualcosa va cambiato, subito.

La scafata Glady Heldman (Sarah Silverman), fondatrice della rivista World Tennis Magazine, Billy Jean e altre otto coraggiose tenniste affrontano a muso duro l'ex-tennista Richard Kramer (Bill Pullman), a capo della federazione americana, senza però ottenere nulla, anzi sentendosi ribadire il concetto della "superiorità maschile". Le poche ribelli rompono gli schemi e danno vita a quella che diventerà col tempo la WTA (Women's Tennis Association). È l'inizio di una nuova era, il Virginia Slims Tour prende il via.

Nelle retrovie intanto, l'ex-numero 1 del mondo Bobby Riggs (Steve Carell), tra una scommessa e un'altra mal digerite dalla moglie Priscilla (Elisabeth Shue), ha un'idea. Sfidare la numero 1 del mondo in un match uomini contro donne. Contattata inizialmente proprio Billy Jean, la tennista rifiuta disgustata. La situazione (e l'avversaria) cambia quando Billy Jean perde una sfida decisiva e dunque anche la leadership della classifica contro l'australiana neo-mamma Margaret Court (Jessica McNamee), .

Una sconfitta questa che ha una causa. La presenza della parrucchiera Marilyn (Andrea Riseborough), conosciuta durante il tour e aggregatasi alla comitiva delle rivoluzionarie tenniste. Sebbene sposata con il buon Larry King (Austin Stowell), Billy Jean si scopre attratta dal proprio sesso, finendo dunque per sconcentrarsi, cosa notata dalla sua avversaria il cui disgusto per l'omosessualità emerge nel modo più bigotto possibile. Ma questi sono tempi difficili e prima o poi qualcosa succederà. Come gli dirà più tardi l'amico e fashion designer Ted (Alan Cumming): “I tempi cambiano. Dovresti saperlo. Li hai cambiati tu!"

Margaret dunque accetta la sfida ma viene surclassata. Riggs è un fiume in piena e spara contro le donne da ogni latitudine. Billy Jean allora lo sfida, sapendo bene che se dovesse perdere, per lei e il Virginia Slims Tour saebbe la fine. Sfida al meglio dei cinque set, in palio un maxi assegno di trecentomila dollari. Bobby fa il buffone. Billy Jean si allena duramente. Bobby cerca il pubblico, Billy Jean la palla da tennis. “Basta parole, giochiamo a tennis” dice al centro del campo davanti al suo avversario.
...

E finalmente il giorno è arrivato. Poche opere sanno suscitarmi una curiosità morbosa. La battaglia dei sessi (2017, di Jonathan Dayton e Valerie Faris) è uno di questi, così eccomi puntuale al cinema Giorgione di Venezia per godermi nella consueta cornice rilassata la proiezione di un film capace di unire la mia grande passione giovanile, il tennis, e quella ludico-lavorativo contemporanea, il cinema. Nel cast poi, uno degli attori maschili che reputo più capace ed eclettici, Steve Carell. Analogo discorso per Emma Stone, il cui trasformismo in occhiali e racchetta mi ha molto più convinto del suo romanticismo Lalalandiano.

Una piccola nota negativa. Fin dal primo trailer de La battaglia dei sessi, è stato subito svelato il vincitore di quella epica partita, cosa molto poco gradita. Seppur appassionato di tennis non conoscevo questa storia e mi sarebbe piaciuto scoprirne l'esito davanti al grande schermo esattamente come accadde per Rush (2013 di Ron Howard), dove i piloti di Formula 1 Niki Lauda e James Hunt diedero vita a una epica battaglia su quattro "saettanti" ruote. Allo stesso tempo però, è uno dei rari film dove i colpi da tennis sono stati effettivamente mostrati come si tirano in campo.

Autori di moltissimi videoclip per band che hanno fatto la storia del  rock (Ramones, Jane's Addiction, Red Hot Chili Peppers, The Smashing Pumkins, R.E.M.), i registi Jonathan Dayton e Valerie Faris sono alla terza regia dopo il pluri-premiato (e grandioso) Little Miss Sunshine (2006) e Ruby Sparks (2012). In questa nuova incursione sul grande schermo alzano il tiro e ciò che ne viene fuori è un pregevole cine-dipinto dove c'è solo spazio per l'ammirazione e il ragionamento.

Ottimi i protagonisti a cominciare ovviamente dalla premio Oscar Emma Stone (The Help, Magic in the Moonlight, Irrational Man). Non era facile entrare nella personalità e nei colpi di una donna che ha segnato il corso di uno sport, lei ci è riuscita a pieni voti. Grandiosa trasformazione anche per Steve Carell (Una settimana da Dio, Foxcathcer - Una storia americana, La grande scommessa). Buffone, malinconico e gradasso allo stesso tempo. Più che giocare, lui cerca un modo per tornare in auge (anche in banca). Al suo fianco, spesso segnato, c'è una donna di elevato spessore: Priscilla Wheelan interpretata con veritiera intensità da Elizabeth Shue (Per vincere domani - The Karate Kid, Cocktail, Via da Las Vegas)

La battaglia dei sessi (2017, di Jonathan Dayton e Valerie Faris) non è solo un film che racconta una pagina epica di sport e diritti delle donne, ma uno scontro impari che ancora oggi le donne stanno faticosamente portando avanti. Ciò che chiedono non deve essere una concessione ma un diritto naturale e questo è un aspetto fondamentale che tutt'ora in troppe società (occidentali incluse) si fatica a mettere a fuoco. Perché l'uomo guadagna più della donna in eguali mansioni lavorative?

Ma il tennis maschile fa davvero guadagnare più di quello femminile? Qualunque sia la risposta, certe differenze è ora e tempo che vengano eliminate. La battaglia che le originali Billy Jean King, Gladys Heldman, Jane Bartkowicz, Rosie Casais, etc. iniziarono. fu un'importante presa di posizione e sull'onda del '68 e la rivoluzione sessuale, dissero a tutti gli appassionati sportivi e al mondo intero che uomini e donne dovevano avere lo stesso posto e non ad appannaggio dei primi con le seconde relegate a cucina e camera da letto.

Anche in tempi recenti la questione è tornata di attualità, con l'ex-numero 1 del mondo Novak Djokovic a sostenere come sia giusto che gli uomini guadagnino di più. Non è solo una questione monetaria, anzi, forse non conta neanche (più) così tanto. È un messaggio errato che continua ad arrivare e finché il mondo femminile continuerà a essere considerato di meno, inutile fare gli ipocriti a mostrarci sorpresi quando esplodono gli scandali alla Weinstein perché anche l'impunità e il silenzio sono figlie di una cultura distorta. Cultura appunto, non denaro.

Il trailer de La battaglia dei sessi

La battaglia dei sessi - le buffonate di Bobby Riggs (Steve Carell)
La battaglia dei sessi - la protesta di Billie Jean King (Emma Stone) e le altre colleghe tenniste

Nessun commento:

Posta un commento