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venerdì 2 dicembre 2016

Snowden, il terrorismo è la scusa

Snowden - l'informatico della CIA Edward Snowden (Joseph Gordon-Levitt)
“Il terrorismo non c'entra. Il terrorismo è la scusa”. Basato sulle rivelazioni dell'ex-tecnico informatico della CIA, il regista Oliver Stone dirige Snowden (2016).

di Luca Ferrari

Ogni giorno il mondo fa milioni di telefonate, manda e-mail, racconta la propria vita sui social network. E se tutto ciò potesse essere usato contro di noi? E se ogni singolo sfogo/segreto potesse diventare una scusa usata dal proprio Governo per convocarci (con le buone o le cattive) e porci varie domande? È stato fatto, e un uomo lo ha reso pubblico. Adesso non ho idea di cosa stia succedendo nel web in questo momento. Io stesso per questo articolo potrei attirare l'attenzione di qualcuno (se non è già così) Presentato in anteprima al Toronto International Film Festival, è uscito sul grande schermo Snowden (2016, di  Oliver Stone).

Edward Snowden (Joseph Gordon-Levitt) era un volitivo e promettente militare dell'esercito americano. Fallito il tentativo di entrare nei corpi speciali a causa della fragilità del suo fisico, ripiega sulla tecnologia. Edward non è un cracker. È un repubblicano. Crede nella propria nazione e perfino nelle idee di George W. Bush. È un autodidatta geniale. Un talento che non passa inosservato e che il direttore dei servizi segreti Corbin O'Brian (Rhys Ifans) deciderà di valorizzare al massimo perché il moderno campo di battaglia è ovunque (dicasi rete).

Gli inizi sono promettenti. Stringe amicizia col veterano geniaccio della Guerra Fredda Hank Forrester (Nicolas Cage) e durante il training trova perfino il tempo per incontrare di persona la bella e progressista Lindsay Mills (Shailene Woodley), conosciuta in una chat. Non passa molto tempo prima che Edward inizi a vedere una certa esasperazione del controllo sul web di cui lui stesso ne diventa complice. La scusa è sempre quella, il terrorismo. Ma lui che è dentro il Sistema ne capisce il senso: il terrorismo è la scusa, proteggi solo la superiorità del tuo paese!

È un sali e scendi di incarichi tra dubbi e ripensamenti fino alla ben nota goccia che fa traboccare il vaso. Edward decide allora di agire, tradire, rivelare. È lì che comincia il film di Oliver Stone. Edward Snowden si trova a Hong Kong, pronto per incontrare la documentarista Laura Poitras (Melissa Leo) e i giornalisti del quotidiano britannico The Guardian, Glenn Greenwald (Zachary Quinto) e Ewen MacAskill (Tom Wilkinson), contattati per rivelare al mondo ciò che sta facendo la NSA – Nationa Security Agency. Una volta diventata di dominio pubblica la notizia, Ed dovrà trovare una nazione sicuro che lo ospiti al sicuro.

Oliver Stone è tornato a fare sul serio. Da sempre occhio critico dell'America guerrafondaia e immacolata, non poteva che essere lui a dirigere un film su di un personaggio che ha lasciato sgomento il mondo intero. Snowden non fa degli Stati Uniti il male in terra, semplicemente racconta ciò che i suoi Servizi Segreti hanno colpevolmente portato avanti prima e dopo l'elezione di Barack Obama. Difficile pensare che siano solo gli yankee a cimentarsi con certe procedure ma di sicuro Edward Snowden ha mostrato cosa stava facendo il suo governo.

Ed è qui il punto, Snowden è stato attaccato da ogni latitudine. Ma perché? Il vero patriottismo non è nascondere la verità alla propria gente, anzi, l'esatto contrario. Battersi perché il proprio governo sia il migliore del mondo, questo è vero amore per la nazione e di certo questo coraggioso ragazzo ha fatto si di non voler più stare al gioco dello spionaggio su scala mondiale. Non serve essere d'accordo coi politici per essere un patriota, dice esausto. Ma finché vincerà la linea del segretezza è sicurezza, sicurezza è vittoria, lui sarà sempre visto come un traditore della patria.

Joseph Gordon-Levitt è un attore molto versatile. Sceglie bene i suoi progetti. Dalla grandiosa interpretazione di Hesher è stato qui (2010), passando per il Lincoln Spielberghiano (2012), l'ultimo capitolo della trilogia di Batman di Chirstopher NolanThe Walk (2015) di Robert Zemeckis, in mezzo ci ha pure messo il suo esordio alla regia in Don Jon (2013), film che lo vede anche protagonista porno-addicted al fianco di Scarlett Johansson e Julianne Moore. La sua immedesimazione in Snowden è davvero totale. C'è da chiedersi quanto l'attore classe '81 ne sia uscito cambiato da questa interpretazione.

Snowden (2016, di Oliver Stone) è l'ennesimo film di spessore uscito in questo autunno 2016, preceduto dai nostrani 7 minuti diretto dal veterano Michele Placido e In guerra per amore di Pif, alla sua seconda regia. Si parla di negazionismo dell'Oloscausto in La verità negata di Mick Jackson sempre con Wilkinson mentre Io, Daniel Blake (di Ken Loach) vincitore della Palma d'oro a Cannes, sprofonda nel dramma lavortivo-sociale dell'Inghilterra del terzo millennio. Storie vere o comunque ispirate a fatti di cronaca. Storie importanti di uomini che hanno messo la propria vita a rischio per una causa più grande, la creazione di un mondo più giusto ma che di sicuro né loro né noi potremo vedere però magari i nostri nipoti un giorno accenderanno una candela alla nostra memoria per ringraziarci di queste battaglie.

Edward Snowden non è Julian Assange, anch'esso arrivato sul grande schermo grazie a un grandioso Benedict Cumberbatch che lo interpreta in Il quinto potere (2013, di Bill Condon).  Assange e Wikileaks pubblicano senza censura. Snowden si raccomanda con la stampa: “Concentratevi sul sistema, nessuno impegnato in qualche operazione segreta deve rischiare la vita”. Basterebbe questa frase per capire quando Edward ci tenesse davvero alla sua casa, ma che per ottusità politica non vi potrà più far ritorno se non in qualche carcere federale.

La verità è che siamo spiati, ma è un qualcosa che non ci fa (ancora) male. Qui, per lo meno. A dispetto delle presenze di pedofili in agguato sul web, i neo-genitori continuano a svendere la vita dei propri figli piccoli. Altri fanno sfoggio di tutta la propria fede politica arrivando perfino a dichiarare che cosa andranno a votare e così via. Non fa differenza. Tutto ciò che Snowden ha rivelato fa gridare allo scandalo ma chi può davvero farlo se poi ogni mattina racconta la propria vita sui vari social network? Farebbe davvero qualche differenza se anche le email venissero lette? No, a questo punto del mondo, no davvero. Purtroppo.

Io credo a Linday che al suo amato Edward, dice. si può sempre tornare indietro! E se non vi fidate di Edward Snowden, fidatevi di lei. La scelta è vostra.



Snowden - la preoccupazione sul volto di Lindsay (Shailene Woodley)
Snowden - da sx: la documentarista Laura Poitras (Melissa Leo), Edward Snowden (Joseph Gordon-Levitt),
i giornalisti Ewen MacAskill (Tom Wilkinson) e Glenn Greenwald (Zachary Quinto

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