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martedì 29 novembre 2016

Sex and the... Bridget Jones's Baby

Bridget Jones' Baby - la dott.ssa Rawlings (Emma Thompson) e Bridget (Renée Zellweger)
Esageratamente corretto, SexandtheCityano, inzuppato di luoghi comuni over 40 e pure mieloso. Bridget Jones's Baby (2016, di Sharon Maguire) è una prevedibile delusione.

di Luca Ferrari

15 anni sono passati dal primo sbarco cinematografico della zitella incasinata Bridget Jones. Alla regia di questa terza (e si spera ultima) "avventura", Bridget Jones's Baby (2016), è tornato Sharon Maguire. La storia nel complesso è stantia. Se nei primi due lavori la pasticciona Bridget (Renée Zellweger) era contesa tra l'impeccabile Mark D'Arcy (Colin Firth) e lo sciupafemmine Daniel Cleaver (Hugh Grant), questa volta si gioca sul binario dell'esageratamente corretto, con la new entry Patrick Dempsey al limite del buonismo zuccheroso.

Londra è cambiata. Bridget è cambiata. E pure l'attrice protagonista lo è, affidatasi a qualche ritocchino di troppo. A metà strada tra una desperate single e una laconica semi-protagonista di Sex and the City, il film vede scendere in campo pure i classici capi giovani, rigorosamente cinici e hipster. Bridget Jones's Baby è un minestrone anemico al cui confronto la mitica zuppa al filo blu preparata per la propria festa di compleanno nel primo e divertente film (Il dirario di Bridget Jones, 2001) è alta cucina. Un film da vedere proprio se in televisione o al cinema non c'è nulla che valga la propria e più bassa attenzione.

Bridget Jones's Baby - Jack (Patrick Dempsey), Bridget (Renée Zellweger) e Mark (Colin Firth)

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