Bridget Jones' Baby - la dott.ssa Rawlings (Emma Thompson) e Bridget (Renée Zellweger) |
di Luca Ferrari
15 anni sono passati dal primo sbarco cinematografico della zitella incasinata Bridget Jones. Alla regia di questa terza (e si spera ultima) "avventura", Bridget Jones's Baby (2016), è tornato Sharon Maguire. La storia nel complesso è stantia. Se nei primi due lavori la pasticciona Bridget (Renée Zellweger) era contesa tra l'impeccabile Mark D'Arcy (Colin Firth) e lo sciupafemmine Daniel Cleaver (Hugh Grant), questa volta si gioca sul binario dell'esageratamente corretto, con la new entry Patrick Dempsey al limite del buonismo zuccheroso.
Londra è cambiata. Bridget è cambiata. E pure l'attrice protagonista lo è, affidatasi a qualche ritocchino di troppo. A metà strada tra una desperate single e una laconica semi-protagonista di Sex and the City, il film vede scendere in campo pure i classici capi giovani, rigorosamente cinici e hipster. Bridget Jones's Baby è un minestrone anemico al cui confronto la mitica zuppa al filo blu preparata per la propria festa di compleanno nel primo e divertente film (Il dirario di Bridget Jones, 2001) è alta cucina. Un film da vedere proprio se in televisione o al cinema non c'è nulla che valga la propria e più bassa attenzione.
Bridget Jones's Baby - Jack (Patrick Dempsey), Bridget (Renée Zellweger) e Mark (Colin Firth) |
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