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lunedì 8 ottobre 2018

Nine Months, il nuovo e vero amore

Nine Months Imprevisti d'amore - il ballo notturno
di Samuel (
Hugh Grant) e Rebecca (Julianne Moore) sotto il tenero sguardo del figlioletto
Basta con lo stereotipo del maschio immaturo. Il tempo de L’ultimo bacio è finito. Oggi i mariti & neo-papà sono i redenti Hugh Grant nel finale di Nine Months - Imprevisti d'amore.

di Luca Ferrari

Felici di amare la donna che hanno scelto per trascorrere il resto della loro vita. Maturi e decisi a prendersi cura della prole, incluso cambio di pannolini, pappe e sveglie notturne. Tirate un sospiro di sollievo mie care fanciulle, il maschio de L'ultimo bacio (2001, di Gabriele Muccino) è una razza in via di estinzione. Siamo in una nuova epoca. Oggi si parte direttamente dalla felice redenzione di Hugh Grant nel dolce Nine Months - Imprevisti d'amore. E che la vita allora trionfi sulla più commerciale depressione-sciupafemmine "Belpaesotta".

Questa non è una recensione. Questo è uno spaccato di vita vissuta. Questa è una storia che riguarda  il cinema e l'esperienza della vita vera. Nei giorni scorsi sono stato a un matrimonio. Era da parecchio tempo che non partecipavo a simili eventi e si, insomma, qualcosa nel frattempo è cambiato anche nella mia vita. Fino al momento del (lungo) pranzo in una masseria fuori Matera, non avevo idea che avrei potuto scrivere un simile articolo. Lì qualcosa è successo. Lì ho visto qualcosa che mi ha fatto davvero piacere constatare. La generazione de L’ultimo bacio di Gabriele Muccino è davvero al tramonto.

Anno 2001. Sul grande schermo arriva il generazionale L’ultimo bacio. Il regista romano scatta una drammatica istantanea nazionale dei trentenni. Sono immaturi. Poco propensi a mantenere una relazione e/o aprirsi ad avere una propria famiglia. Si avanza, ma col freno a mano tirato a tutta forza. A parte Marco (Pierfrancesco Favino), il resto del gruppetto di amici formato da Carlo (Stefano Accorsi), Paolo (Claudio Santamaria), Adrian (Giorgio Pasotti) e Alberto (Marco Cocci) è un insieme di desolanti stereotipi maschili.

Oggi invece, nel mezzo del festante salone nuziale, l'atmosfera era di tutt'altro genere. C’erano tanti maschietti che si divertivano coi propri figlioli. Ballavano insieme a loro. Tutti diversi e con la propria personalità. Dalla classica faccia da bravo ragazzo inquadrato al capellone barbuto passando per i manager comunque affettuosi. Età variegata poi. Si andava dai più giovani primi trentenni a e persone già membri del club degli anta. Tutti in sintonia con l’Ed Mackenzie (Adam Scott) della grandiosa serie televisiva Big Little Lies.

A rivedere film sul genere con donne in dolce attesa, raramente si trovano ruoli in cui i maschietti non fanno o la parte degli smidollati cagasotto come l'iniziale Hugh Grant di Nine Months - Imprevisti d'amore (poi dolcemente redento) o i menefreghisti bastardi come il Dylan Bruno di Qui dove batte il cuore che abbandona Natalie Portman incinta. La realtà oggi è molto diversa e forse sarebbe ora che anche la cinematografia italiana iniziasse a darci un taglio con lo stereotipo del maschio italiano Felliniano/Mucciniano perché non esiste davvero più.

Oggi siamo tutti più cresciuti e non aspettiamo altro che svegliarci nel cuore della notte per ballare un lento con le persone più importanti della nostra vita.


La dolcezza familiare di Nine Months - Imprevisti d'amore
La dolcezza familiare di Nine Months - Imprevisti d'amore

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