Frankenweenie (2013, di Tim Burton) |
di Luca Ferrari
Disney esageratamente angosciata di subire critiche e perdere pubblico o Tim Burton geniale precursore dei tempi (oscuri)? Dove che sia la verità, quando ho saputo che il censurato Frankenweenie (2013), in uscita nelle sale italiane giovedì 17 gennaio, sarebbe stato prodotto e distribuito dal fu-censore stesso, sono rimasto perplesso. Il regista originario di Burbank (Ca) è tornato da chi non lo aveva capito, e cosa peggiore, non valorizzato? Ok. Mah.
L’aneddoto è noto. Un giovane animatore di ventisei anni lavorava per la Disney. Vi era approdato nel 1979. Cinque anni dopo gli viene commissionato un corto, e lì partorisce una storia dai tratti tenero-dark. Frankenweenie per l'appunto (ibrido da Frankenstein e weenie, "sfigato"), dove un bambino che non sopporta l’idea di aver perduto l’amato cagnolino Sparky, sulle orme del celebre inventore Victor Frankenstein, lo riporta in vita. Il tutto girato in bianco e nero.
Nonostante il lavoro venga candidato all'Oscar come Miglior Cortometraggio di Fiction, la Disney non gradisce troppo il progetto. La distribuzione langue a e il riscontro di conseguenza è magro. Tra le due parti è la goccia che fa traboccare il vaso, e le strade si dividono.
Nonostante il lavoro venga candidato all'Oscar come Miglior Cortometraggio di Fiction, la Disney non gradisce troppo il progetto. La distribuzione langue a e il riscontro di conseguenza è magro. Tra le due parti è la goccia che fa traboccare il vaso, e le strade si dividono.
Oggi, dopo il non troppo convincente Dark Shadows (2012), Tim Burton ricomincia dal passato di Frankenweenie, realizzato in stop motion, e uno dei film più attesi della nuova stagione cinematografica. I disegni richiamano alla memoria i due precedenti lungometraggi animati: Nightmare Before Christmas (1983) e The Corpse Bride (2005). Ma il passato rivive anche grazie alle voci originali di alcuni dei protagonisti dei film di Tim, a cominciare dalla sua prima musa Winona Ryder, un tempo inquieta Lydia di Beetlejuice e dolce Kim di Edward mani di forbice, e oggi Elsa van Helsing.
Dietro Susan Frankenstien si cela invece Catherine O'Hara (anch’essa in Beetlejuice), quindi Martin Short (Mars Attack) è Mr. Walsh. Il fenomenale Bela Lugosi di Ed Wood e l’inflessibile giudice di Sleepy Hollow sono Martin Landau, qui invece nella parte di Mr. Rzykruski. Infine il monumentale Christopher Lee (Ed Wood, e soprattutto il severo papà dentista di Willy Wonka) è Dracula. Musiche affidate (ovviamente) al gran maestro di cerimonia, Danny Elfman.
Dietro Susan Frankenstien si cela invece Catherine O'Hara (anch’essa in Beetlejuice), quindi Martin Short (Mars Attack) è Mr. Walsh. Il fenomenale Bela Lugosi di Ed Wood e l’inflessibile giudice di Sleepy Hollow sono Martin Landau, qui invece nella parte di Mr. Rzykruski. Infine il monumentale Christopher Lee (Ed Wood, e soprattutto il severo papà dentista di Willy Wonka) è Dracula. Musiche affidate (ovviamente) al gran maestro di cerimonia, Danny Elfman.
Frankenweenie (2013, di Tim Burton) |
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