Venezia, un novello William Wallace si aggira per il Carnevale © Federico Roiter |
A dispetto dei nuovi trend mascherati di Carnevale, il William Wallace "MelGibsoniano" di Braveheart non manca mai.
di Luca Ferrari, ferrariluca@hotmail.it
giornalista/fotoreporter – web writer
“Chi combatte può morire. Chi fugge resta vivo, almeno per un po’. Agonizzanti in un letto, fra molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi, per avere un'occasione, solo un'altra occasione di tornare qui sul campo a urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita ma non ci toglieranno mai la libertà”.
di Luca Ferrari, ferrariluca@hotmail.it
giornalista/fotoreporter – web writer
“Chi combatte può morire. Chi fugge resta vivo, almeno per un po’. Agonizzanti in un letto, fra molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi, per avere un'occasione, solo un'altra occasione di tornare qui sul campo a urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita ma non ci toglieranno mai la libertà”.
Sono le immortali parole pronunciate del condottiero scozzese William Wallace (1270-1305) prima della battaglia di Stirling Bridge contro l'esercito inglese. Dalle fredde lande d'oltremanica, la memoria di quell'eroe è arrivata fino in laguna in occasione del Carnevale. Una certa somiglianza con l'attore Mel Gibson è indubbia. Fu l'attore americano d'altronde a interpretarlo nel pluri-premiato Braveheart (1995), cimentandosi anche con la regia.
La pellicola, oltre a far vincere il Golden Globe per la miglior regia, fu l’indiscussa dominatrice della notte degli Oscar 1996 portandosi a casa cinque statuette: Miglior film (Mel Gibson, Alan Ladd Jr. e Bruce Davey), Migliore regia (Mel Gibson), Miglior fotografia (John Toll), Miglior trucco (Peter Frampton, Paul Pattison e Lois Burwell) e Miglior montaggio sonoro (Lon Bender e Per Hallberg).
Braveheart - Il discorso di William Wallace
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