Anna Karenina - il Conte Aleksej Vronskij (Aaron Johnson) e Anna Karenina (Keira Knightley) |
Le pagine di fine XIX secolo di Lev Tolstoj tornano sul grande schermo sotto la regia di Joe Wright e la sua musa Keira Knightley nei panni di Anna Karenina.
di Luca Ferrari
Letteratura e cinema. Cinema nel teatro. Lars Von Trier e Baz Luhrmann hanno fatto scuola. L’inglese Joe Wright ne ha visto a sufficienza, ed è pronto per chiudere la sua personale trilogia con protagonista sempre la sua musa Keira Knightley e sbarcare nel mondo di Anna Karenina.
Ad accoglierla questa volta, il gelo della Russia del XIX secolo. Moglie insoddisfatta del funzionario Aleksej Karenin (un barbuto e anemico Jude Law). Le basta un viaggio da Pietroburgo a Mosca e lo sguardo del Conte Aleksej Vronskij (Aaron Johnson) per dimenticare etichette e binari, e procedere sull’autostrada del piacere più romanticamente carnale.
La sua beltà e passionalità fanno subito breccia nel pomposo aristocratico, lasciando al contrario la giovane Kitty (Alicia Vikander), che invano attendeva una proposta nuziale dal Conte, lì sulla pedana. Nel giorno del suo debutto in società. A metà strada tra rabbia d’adulta e lacrime di bambina.
Meno etichette di una volta di sicuro, eppure l’amore è ancora una strana condizione dell’essere umano. E forse non è casuale la scelta scenografica di Wright. Il teatro. La finzione. Come a ribadire che le bugie costanti nell’esistenza di ciascuno di noi, e solo l’amore è in grado di cambiare. Strappare. Lacerare. Modificare. Snaturare. Erigere.
L’amore impossibile non è solo quello tra un vampiro e un’umana. L’amore impossibile per cui lottare non è solo quello consumato tra messaggi di Facebook di persone che non si conoscono. Una volta ci s’innamorava al primo sguardo, adesso non ci si crede quasi più. Valeva morire per lei, si confidava il saggio Azeem (Morgan Freeman) in trasferta britannica allo scapestrato Robin di Locksley (Kevin Costner), di lì a breve neo-Principe dei Ladri, nel raccontargli il perché della sua condanna a morte.
L’amore oggi avrebbe bisogno di meno parole. Di scelte impulsive che non necessitino di troppi perché esplicativi. Magari sapendo che in quella radura all’interno del bosco, dove l’aria assomiglia alle carezze di un ruscello, un giorno ci sarà più spazio per la luna e le sue creature, e dei primi sussulti non resteranno che i ricordi. Ma perché cominciare fin da ora? Ma perché ci si nasconde sopra le sedie invece di cogliere l'attimo senza lasciarlo fuggre? In fondo è questa la grandezza del vero amore. Il rigettare qualsiasi cosa assomigli a uno statico e principesco orario della buonanotte.
L’amore è di più. Un intero stormo lanciato dentro il vigoroso battito di milioni di candele.
Anna Karenina (2012) - il Conte Aleksej Vronskij (Aaron Johnson) e Kitty (Alicia Vikander) |
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