Zoran il mio nipote scemo - Zoran (Rok Prasnikar) e Paolo (Giuseppe Battiston) |
di Luca Ferrari
Cade la pioggia nel Goriziano. Di sole ce n’è proprio poco. I vestiti sembrano ancor più appesantiti. Si susseguono discorsi superficiali senza rivoluzioni né particolari domani. L’Italia delle fandonie politiche non fa breccia. I pranzi della domenica installano tiepidi ripari senza rigenerare solitudini esistenziali del quotidiano paesano.
Sul grande schermo è arrivato Zoran il mio nipote scemo (2013, di Matteo Oleotto), una coproduzione italo-slovena e distribuito nel Belpaese dalla Tucker Film, presentato in anteprima alla 70° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nell’ambito della Settimana Internazionale della Critica e vincitore del Premio del Pubblico RaroVideo.
Ogni sera torna brillo dai suoi giri e puntuale trova una pattuglia della Polizia ad attenderlo, ma riesce sempre a riparare nella casa dall’amico oste Gustino (Teco Celio) prima che gli sequestrino la patente. Nulla cambia. Tutto scorre così fino alla dipartita della zia slovena Anja Kovac che Giuseppe ignora di avere.
Indicato come suo erede, invece di mettere le mani su chissà quali ricchezze e/o proprietà, il solitario Paolo si ritrova nell’ingrata posizione di dover accudire per qualche giorno il timido Zoran (Rok Prasnikar), suo nipote, in attesa che venga trasferito in una casa di cure.
Ecco allora il commediante Paolo prima raccontare una struggente storia d’infanzia per convincere lo psicologo a farsi dare in affidamento Zoran (che storpia senza ritegno in Zagor), e poi usarlo pure per provare a riconquistare l’ex-moglie. Lontano da occhi indiscreti però, il suo villanesco rapportarsi non cambia di una virgola. E a farne sempre le spese è anche il collega Ernesto (Riccardo Maranzana), un ex-alcolista in cerca di riscatto ma umiliato e deriso da Paolo.
Il piano per sfruttare Zoran sembra funzionare alla grande fino a quando non compare la giovane Anita (Doina Komissarov) che farà scattare nel giovane la voglia di decidere per sé. Dolce e delicato il loro sentimento. Nello sguardo imbarazzato per l’evidente cotta c’è tutta la fragilità adolescenziale di un primo appuntamento e l’emozione di un primo bacio. E quando ciò avviene, il sorriso gioioso di entrambi i protagonisti si propaga anche fuori dal grande schermo.
Zoran il mio nipote scemo (103’) mostra un’Italia quasi inedita. Se non fosse per il connotato di confine con la vicina Slovenia, potremmo essere nella provincia americana di Joe (2013, di David Gordon Green), film anch’esso presentato alla 70° Mostra del Cinema con un robusto Nicolas Cage nei panni di un uomo ai margini esistenziali.
Paolo allora si lascia andare a un bicchiere dopo l’altro. Nella solitudine della propria abitazione il suo grosso ansimare faticoso riesce a trasmettere tutto il ruvido puzzo dell'ingurgitare alcolico. È arrabbiato. Alterato si trascina fino al coro per riprendersi il ragazzo ma ne esce sconfitto. Il remissivo Ernesto finalmente alza la voce e lo caccia via.
È l’epilogo. La fine di tutto per Paolo, eppure Zoran di abbandonare lo zio, non ne ha alcuna intenzione. E anche se avesse da ridire, il giovane sloveno ormai è cresciuto e sa bene cosa rispondere: muto. Devi stare muto.
Adesso si che ci si può fermare, farsi una bella risata e ricominciare dal plurale.
Anita (Doina Komissarov) e Zoran (Rok Prasnikar) |
Zoran il mio nipote scemo - Paolo (Giuseppe Battiston) e Stefanja (Marjuta Slamic) |
Zoran il mio nipote scemo - Paolo (Giuseppe Battiston)e Zoran (Rok Prasnikar) |
Zoran il mio nipote scemo (2013, di Matteo Oleotto) - Zoran (Rok Prasnikar) |
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