Parkland - Abrahm Zapruder (Paul Giamatti) |
di Luca Ferrari
L’assassinio del presidente americano più amato. Il filmato di Abraham Zapruder. L’arresto e l’uccisione (esecuzione) del sospettato Lee Harvey Oswald. Nel 1991 Oliver Stone portò sul grande schermo la storia del procuratore Jim Garrison (Kevin Costner), l’uomo che riaprì il caso dell’omicidio di Kennedy parlando apertamente di complotto in JFK. Oggi, nel 2013, Peter Landesman con Parkland parla di storie di vite. Spezzate. Cambiate per sempre. Senza ritorno.
Volti. Facce. Pensieri. Gli uomini attorno alla storia. Le mani imbrattate di sangue della moglie Jacqueline. L’imbarazzo per l’assenza di posto sull’Air Force One per la bara presidenziale (non possiamo mica metterla in stiva come un bagaglio, dice inorridito uno degli agenti federali). Il rifiuto di qualsiasi chiesa a celebrare la messa funebre per Lee Harvey Oswald (Jeremy Strong), il sospettato dell’assassinio.
Lo scontro dinnanzi al cadavere del presidente già chiuso in bara tra chi non autorizzava l’uscita dall’ospedale per fare l’autopsia e l’intransigenza federale di riportare la salma subito a Washington. Il dramma del sarto Abraham Zapruder (Paul Giamatti) nell’aver ripreso l’esecuzione di JFK. La compostezza e costante presenza dell’agente dei Servizi Segreti, Forrest Sorrels (Billy Bob Thornton). Lo sgomento del medico specializzando Jim Carrico (Zac Efron).
Lo scontro dinnanzi al cadavere del presidente già chiuso in bara tra chi non autorizzava l’uscita dall’ospedale per fare l’autopsia e l’intransigenza federale di riportare la salma subito a Washington. Il dramma del sarto Abraham Zapruder (Paul Giamatti) nell’aver ripreso l’esecuzione di JFK. La compostezza e costante presenza dell’agente dei Servizi Segreti, Forrest Sorrels (Billy Bob Thornton). Lo sgomento del medico specializzando Jim Carrico (Zac Efron).
Landesman guarda anche i familiari di Oswald. La sprezzante madre Marguerite (Jacki Weaver) e il fratello Robert Edward (James Badge Dale). La compostezza di quest’ultimo è incredibile. Ma quello che colpisce è la decisione, a dispetto di quanto suggeritogli, di non cambiare nome né di abbandonare Dallas.
Dopo Pearl Harbor, gli Stati Uniti vivono un nuovo mortale spartiacque. Da quel giorno in poi cambiò tutto. Ancora una volta. Da quel 22 novembre 1963 a Dallas all’11 settembre 2011, l’America ha ricominciato la sua storia nel segno del sangue e di un conflitto. II Guerra Mondiale, Vietnam e Afghanistan.
Tutto sempre in un giorno. Troppo.
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