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martedì 5 aprile 2016

Batman v Superman, l'unione fa la giustizia

Batman (Ben Affleck) v Superman (Henry Cavill): Dawn of Justice
Uomo contro dio, o quasi. Coraggio contro potere. Gotham City brucia ancora. Un supereroe non basta più. Batman v Superman: Dawn of Justice (2016, di Zack Snyder).

di Luca Ferrari

L’uomo ha creato un mondo dove restare uniti è impossibile
, sentenzia un amareggiato cavaliere moderno (e alato). Si spiega così la disperata ricerca di un salvatore, terreno o divino che sia. E quando nel cielo svolazza col suo mantello un essere in apparenza invincibile, il mondo lo accoglie con speranza e felicità. Non proprio tutti in effetti. Basato sui  personaggi dei fumetti DC Comics, è sbarcato sul grande schermo Batman v Superman: Dawn of Justice (2016, di Zack Snyder).

Superman (Henry Cavill) è sul pianeta Terra. Difende il mondo secondo la propria logica. I suoi valori. Sempre al fianco dell'amata Lois Lane (Amy Adams), intrepida giornalista. E se mai cambiasse idea? Se ci fosse anche una sola possibilità che diventi un nemico, lui che da solo potrebbe anche annientare l'intera razza umana, va fermato. È questo il pensiero del vigilante pipistrello Batman-Bruce Wayne (Ben Affleck) sul semidio. Lo scontro sarà inevitabile.

Come tutti sanno, anche Superman non è invulnerabile e la fatale kryptonite sta per essere trovata. Il giovane instabile miliardario Lex Luthor (Jesse Eisenberg) è pronto ad approfittarne, in principio tentando la strada del dialogo con la senatrice June Finch (Holly Hunter). Vedendosi rifiutare il nuovo giocattolo, passa alle maniere forti, portando ai massimi estremi lo scontro Batman-Superman, e ricattando quest’ultimo dopo aver rapito la sua amata madre Martha (Diane Lane).

Batman v Superman è un titolo riduttivo. In questo film infatti sono stati condensati parecchi numeri di albi cartacei con tanto di universi alternativi” spiega l’esperto fumettista veneziano Samuele Bonzio, “Il film non mi ha deluso. Tutto sommato è ben fatto e rispecchia il fumetto marchiato Miller che ha una linea molto cupa e dove il Cavaliere Oscuro è pensato come un vero e semplice badass (duro, ndr). L'inizio è un po' lento ma serve per far capire al pubblico come Batman veda Superman, soprattutto dopo averne constatato l’incredibile potenza distruttiva.

Batman si ritrova in un mondo dove un singolo alieno, se solo volesse, potrebbe conquistare l'intero pianeta. Da qui nascono i primi dubbi del cavaliere mascherato. Si aggiungono poi i sogni premonitori dove in una terra alternativa Superman è un imperatore e comanda il globo. A ciò si aggiunge Flash, che arriva proprio da quell'universo, cercando di avvisare Batman del terribile futuro che incombe.  Batman non può sapere che tutto ciò, in questa linea temporale, non accadrà mai. Lex Luthor poi mette lo zampino e rincara la dose quel tanto che basta per far traboccare il vaso”.

Sequel del modesto L'uomo d'acciaio (2013), sempre diretto da Snyder, Batman v Superman: Dawn of Justice ha qualche effetto speciale di troppo e buono per far consumare tonnellate di popcorn e bibite zuccherine. Il duello finale con esplosioni di tutti i tipi è un mix confusionario tra Highlander e The Avengers: Age of Ultron. Nel complesso però la storia tiene. Il Batman di Christoper Nolan non lascia scorie. È impalpabile. È tutto un altro mondo. È proprio un altro film.

Prima Batman, poi Superman, entrambi si pongono domande sul proprio ruolo. Ci sarebbe tempo e spazio per approfondimenti, come ha puntualmente sottolineato la nostra lettrice Luisa Patriarca, ma il palcoscenico alla fine se l’è preso tutto (e aggiungo un po’ purtroppo) l’action. In fin dei conti, nessuno è onnipotente, nemmeno dio e gli dei. Nemmeno gli uomini che si mettono al di sopra degli altri per la loro stessa protezione. Possiamo fare di meglio, dobbiamo! dice deciso Batman alla misteriosa Wonder Woman (Gal Gadot), sbucata quasi dal nulla.

Più di Ben Affleck, già supereroe nel sottovalutato Daredevil (2003, di M. S. Johnson), e ancor (molto) di più del poco carismatico Henry Cavill, a salire in cattedra in questo film è Jesse "Lex" Eisenberg, visto di recente anche nel poetico The End of the Tour. Il suo Luthor ha le competenze di uno scafato adulto ma la follia di un bambino che si ciba solo di caramelle, incurante delle carie a cui saprà rimediare strappandosi via i denti e impiantandosene di nuovi e super-moderni. Prima di vederlo nella classica iconografia pelata, i suoi capelli sono l’emblema dello sporco folle e posticcio, quasi Joker-Ledgeraiano.

Lex si agita. Dirige un'orchestra immaginaria di pensieri funesti. Uccide senza pietà. Vede nei due supereroi una possibilità infinita di incontrollato divertimento con l'obiettivo di piegarli al proprio volere. Si presenta al pubblico giocando, e lì resterà, salvo poi maneggiare e trattare tecnologia che non tutti sarebbero in grado di comprendere. Stiano attenta la Marvel, la rivale DC Comics ha tra le mani un villain che potrebbe anche metterlo al tappeto il suo Loki-Tom Hiddleston. Future sceneggiature permettendo, s'intende.

“Le trasposizioni cinematografiche hanno bisogno di avere un po' di libertà rispetto al fumetto. Peccato per il poco spazio lasciato a Doomsday e Wonder Woman (attrice perfetta per il proprio ruolo), di cui viene raccontato davvero poco” conclude Samuele, “Ribadisco che tutto sommato Batman v Superman sia un buon film anche se troppo condensato per mettere in risalto tutto quello che ha aperto. Lascia però una grande idea per i prossimi cinecomics DC. Perciò stay tuned, ne vedremo delle belle”.


Il trailer di Batman v Superman: Dawn of Justice 

Batman v Superman: Dawn of Justice – (da sx)
Superman (Henry Cavill), Wonder Woman (Gal Gadot) e Batman (Ben Affleck)
Batman v Superman: Dawn of Justice – Lex Luthor (Jesse Eisenberg)

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