I cinque film con più nomination ai David di Donatello 2016 |
di Luca Ferrari
16 nomination per Lo chiamavano Jeeg Robot (di Gabriele Mainetti) e Non essere cattivo (di Claudio Caligari). 14 quelle di Youth - La giovinezza (di Paolo Sorrentino), 12 per Il racconto dei racconti (di Matteo Garrone). A chiudere l’elenco dei cinque film più nominati alla 60° edizione dei David di Donatello, l’originale commedia Perfetti sconosciuti (di Paolo Genovese) fermatosi a quota 9. Cinque lungometraggi, ciascuno in pole position per il David di Donatello di Miglior film, Miglior regia e Miglior sceneggiatura (più molti altri). La cerimonia sarà trasmessa in diretta su Sky Cinema, Sky Uno e TV8.
Non esiste cerimonia di premiazione che non scateni polemiche, prima e dopo l'annuncio dei vincitori. Troppe nomination a uno, troppo poche a un altro. Emblematico il caso Lo chiamavano Jeeg Robot (di Gabriele Mainetti),film rivelazione di questo inizio 2016. Un abile mix tra trend contemporaneo (cinecomics) e l'ennesima rivisitazione della malavita romana (e se non è quella, è la napoletana), eppure spacciato per chissà quale prodotto rivoluzionario.
A dispetto dei lavori di Adriano Valerio (Banat – Il viaggio), Alberto Caviglia (Pecore in erba), Carlo Lavagna (Arianna) e Piero Messina (L'attesa), quest’ultimo presente a Venezia 72, è plausibile che il David per il Miglior regista esordiente sarà una sfida tra Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot) e la coppia Francesco Miccichè -Fabio Bonifacci (Loro chi?). Troppo lanciati per vedersi sfugfire l'ambito riconoscimento. Troppo applauditi dal pubblico per ipotizzare qualche sorpresa.
Il Premio David giovani guarda ad alcuni dei più interessanti lungometraggi, a cominciare da Claudio Cupellini con l’originale Alaska; Massimiliano Bruno (Gli ultimi saranno ultimi), Giuseppe Tornatore (La corrispondenza), Claudio Caligari (Non essere cattivo) e infine Gennaro Nunziante (Quo vado?) con protagonista Checco Zalone, opera italiana che ha stabilito il nuovo record d'incassi del Bel paese.
Film a parte, saranno come al solito gli attori e attrici a catalizzare l’attenzione del pubblico. Più interessante che mai la sfida per il Migliore attore protagonista con due derby: Luca Marinelli e Alessandro Borghi di Non essere cattivo; Valerio Mastandrea e Marco Giallini di Perfetti sconosciuti. Quinto incomodo, Claudio Santamaria (Lo chiamavano Jeeg Robot). Più che il troppo perfetto papà senza segreti nel suddetto film, l’eclettico Giallini avrebbe meritato la nomination per Loro chi?
Più variegato il panorama sul fronte non protagonista (sempre dei maschietti) con Valerio Binasco (Alaska), Fabrizio Bentivoglio (Gli ultimi saranno ultimi), Giuseppe Battiston (La felicità è un sistema complesso) e i due "malavitosi" Luca Marinelli (Lo chiamavano Jeeg Robot) e Alessandro Borghi (Suburra).
Coppa Volpi a Venezia 72, sarà Valeria Golino (Per amor vostro) la donna da battere per lo scettro di Migliore attrice protagonista. A strapparle il possibile premio, un’agguerrita schiera di colleghe a cominciare da Paola Cortellesi (Gli ultimi saranno ultimi), Sabrina Ferilli (Io e lei), Juliette Binoche (L'attesa), Ilenia Pastorelli (Lo chiamavano Jeeg Robot), Anna Foglietta (Perfetti sconosciuti) e la rivelazione Àstrid Bergès-Frisbey (Alaska).
Aldilà della monumentale presenza di Claudia Cardinale (Ultima fermata), la Migliore attrice non protagonista credo abbia un’unica sola protagonista, la “tagliatrice di teste” Sonia Bergamasco, disposta a tutto pur di ottenere il proprio obiettivo ai danni del buon Checco in Quo vado? Le altre “fanciulle” in lizza: Antonia Truppo (Lo chiamavano Jeeg Robot), Elisabetta De Vito (Non essere cattivo) e Piera Degli Esposti (Assolo).
Sul fronte musicale, tutta l’attenzione è per lui, il Maestro Ennio Morricone, già vincitore quest’anno del Golden Globe e il premio Oscar per le sue creazioni sonore realizzate in The Eightful Eight (di Quentin Taratino). Ai David di Donatello concorrerà come Migliore musicista per La corrispondenza (di Giuseppe Tornatore). Sulla sua strada: Alexandre Desplat (Il racconto dei racconti – Tale of Tales); Michele Braga e Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot), Paolo Vivaldi con la collaborazione di Alessandro Sartini (Non essere cattivo) e David Lang (Youth – La giovinezza).
Spazio infine alle cinquine d’oltreconfine. Parterre molto interessante quello dei cinque film in lizza per il Miglior film dell'Unione Europea. In virtù della conquista del Golden Globe e Premio Oscar, il favorito non può che essere l’ungherese Il figlio di Saul (di László Nemes). Sulla sua strada 45 anni (di Andrew Haigh), il divertente e originale Dio esiste e vive a Bruxelles (di Jaco Van Dormael), Perfect Day (di Fernando León de Aranoa), ambinetato durante l’ignorata guerra dei Balcani. A chiudere, The Danish Girl (di Tom Hooper), presentato a Venezia 72, film col quale la giovane svedese Alicia Vikander si è aggiudicata il premio Oscar come Migliore attrice protagonista.
Ancor più possente la lista per il Miglior film straniero nel nome della varietà. Un quasi viaggio nel tempo. Si parte nell’epoca della Guerra Fredda Il ponte delle spie (di Steven Spielberg), film con cui Mark Rylance si è aggiudicato il premio Oscar come Miglior attore non protagonista. Si passa agli anni ‘50 con Carol, di Todd Haynes, nel nome dei propri diritti individuali. Il doppio Oscar (Film e sceneggiatura) Il caso Spotlight (di Tom McCarthy) irrompe nella sua crociata giornalistica per la verità, per poi passare a Remember (di Atom Egoyan), l’ennesimo ma originale film sulla memoria (ebraica) e quindi l’animazione made by Pixar di Inside Out, regia di Pete Docter, anch’esso “Oscarizzato”.
Per tutte le altre categorie & candidature, clicca qui sul link dell'Accademia del Cinema Italiano - David di Donatello.
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Alaska – Fausto (Elio Germano) e Nadine (Astrid Bergès-Frisbey) |
Loro chi? – David (Edoardo Leo) e Marcello (Marco Giallini) |
The Danish Girl – Gerta (Alicia Vikander)
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