Zona d'ombra - il dott. Bennet Omalu (Will Smith) |
di Luca Ferrari
Un uomo contro una corporazione da miliardi di dollari. Un uomo deciso a “rovinare” il giocattolo americano del football. La potente lega NFL sta tacendo da decenni sui rischi dei propri giocatori. Un neuropatologo nigeriano residente negli Stati Uniti s’imbatte per caso nel cadavere di un loro campione, in principio ignorando del tutto chi sia. Storia di uno sport che (forse) cambierà per sempre. Zona d'ombra (2015, di Peter Landesman).
Nel centro medico del dott. Cyril Wecht (Albert Brooks), a Pittsburgh, il brillante Bennet Omalu (Will Smith) è un tipo sui generis. Minuzioso. Risparmiatore. Parla coi cadaveri. Indaga i morti. Ma quando sul suo tavolo si presenta il mito locale Mike Webster (David Morse), ex-centro della franchigia degli Steelers (NFL), seguito a breve distanza da un’altra stella della palla ovale, per Bennet qualcosa non torna. Nulla sembra trovare una giustificazione per morti così giovani, fino alla rivelazione della CTE (encefalopatia cronica traumatica), malattia degenerativa che colpisce il cervello dopo ripetuti colpi subiti alla testa.
Aldilà delle protezioni, il football americano è uno sport violento. Gli scontri testa a testa sono la norma eppure per la NFL non è nulla di preoccupante, nulla che con un po’ di ghiaccio e qualche analgesico non si possa risistemare. Alla prima comunicazione della notizia, si presenta per dargli supporto il collega Julian Bailes (Alec Baldwin), ex-medico dei Pittsburg Steelers. Toccata nel profondo, la reazione della NFL non si fa attendere ed ecco Omalu il ciarlatano.
Alla sua seconda prova da regista dopo Parkland, presentato alla 70° Mostra del Cinema di Venezia, nonché sceneggiatore dell’ignorato ma intenso La regola del gioco (2014, con Jeremy Renner nei panni del protagonista, il giornalista premio Pulitzer, Gary Webb), Landesman racconta una classica storia americana dove il singolo, dopo l’ostracismo, diventa eroe ed esempio, incarnando al meglio quell’ipocrisia umana dove nessuno è disposto a credere a quelle micce capaci di cambiare il corso della Storia.
L’eterna sfida tra singolo e massa. L’uomo dei principi da una parte, il gregge che si rifiuta di leggere la realtà dall’altra. Ogni epoca ha i suoi eroi-martiri mentre l’insieme cambia solo vestito e poco altro. Storia vera, Omalu è fin troppo perfetto nella sua inflessibile crociata di verità, sostenuto dall’amorevole Prema (Gugu Mbatha-Raw), anch’essa africana. Affronta un mondo praticamente da solo ma non barcolla mai. È incredulo nel constatare la reazione contro di lui ma non molla. Mai.
Alla stregua dei datori di lavoro moderni, più impegnati a sfruttare che non a guadagnare, la NFL incarna tutta l’idiozia dell’essere umano, incurante di proteggere i propri valorosi gladiatori e al contrario mandandoli al massacro senza troppi complimenti nel più tipico atteggiamento cameratesco (vedi anche i tanti reduci da guerre).
Ottima prova di Will Smith (Indipendence Day, La leggenda di Bagger Vance, La ricerca della felicità), prossimamente nell’atteso Suicide Squad (di David Ayer - DC Comics), e un Alec Baldwin (To Rome with Love, Blue Jasmine, Still Alice), finalmente non più bonaccione irriverente cui ormai sembrava destinato. Zona d’ombra, una storia il cui messaggio anche tra 100 anni sarà sempre, amaramente, attuale.
Ottima prova di Will Smith (Indipendence Day, La leggenda di Bagger Vance, La ricerca della felicità), prossimamente nell’atteso Suicide Squad (di David Ayer - DC Comics), e un Alec Baldwin (To Rome with Love, Blue Jasmine, Still Alice), finalmente non più bonaccione irriverente cui ormai sembrava destinato. Zona d’ombra, una storia il cui messaggio anche tra 100 anni sarà sempre, amaramente, attuale.
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Zona d'ombra (2015, di Peter Landesman). |
Zona d'ombra - il dott. Julian Bailes (Alec Baldwin) e il dott. Bennet Omalu (Will Smith) |
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