Loro chi? - David (Edoardo Leo) risponde così alla poco vantaggiosa offerta... |
di Luca Ferrari
Cinema e realtà. L’uno ispira l’altro e viceversa. Il lavoro freelance è una realtà consolidata del terzo millennio, così come lo sfruttamento dei suoi numerosi alfieri. In questo mercato dalle poche regole e ancor meno certezze, ci vuole polso e fermezza. Il lavoro deve essere retribuito in modo equo. Se mal pagati, è meglio perdere alcune collaborazioni. Non si ricaverà nulla di buono. E se il concetto non fosse troppo chiaro, è meglio essere più espliciti chiedendo direttamente consiglio all'attore Edoardo Leo, in particolare nel suo ruolo della commedia Loro chi?
La vita può essere molto dura e spietata. L’incontro col truffatore Marcello (Marco Giallini) porta David a perdere ogni cosa. Rimessosi in sella, l’obiettivo numero uno è farla pagare a chi lo licenziò. La vita si sa, può facilmente cambiare le carte in tavola, magari con l’aiuto e l’inganno di qualche insospettabile. Ecco dunque il Presidente (Ivano Marescotti) insieme al servile Melli (Vincenzo Paci) implorare David di tornare a lavorare per loro, oggi ridotto a vivere come un barbone con cartone di vino in mano.
E quale potrà mai essere la sua risposta? Tiè! (facendo il gesto dell'ombrello ). Andate gentilmente affanculo!, dice. E una volta supplicatolo, il buon David ha le idee chiare sulla tariffa da chiedere: “Io ora sono un freelance. Prendo 300 euro al giorno e una cassa di champagne che questo me fa un po’ di acidità”. Forse 300 euro al giorno è un po’ esagerato, ma d’altronde più che una trattativa questo è un ricatto (vendetta) da parte di chi è stato messo alla porta senza tanti complimenti.
Loro chi (2016, di Francesco Miccichè e Fabio Bonifacci) è una brillante commedia con quel giusto mix di risate, bravura attoriale e spunti su cui riflettere, a tratti anche politically scorrect. I siparietti tra il trasformista Marcello nei panni dell’agente speciale Nocis e il bistrattato maresciallo Gallinella (Maurizio Casagrande), storpiato in "Gallinazza", sono da risate assicurate.
Ma aldilà della divertente vicenda messa su dai registi, nel film emerge un elemento che solo chi è del mestiere potrà veramente comprendere. David ha l’ambizione di fare il giornalista, lavoro sempre più svilito oggigiorno e puntuale messo nel cassetto, passando poi a occupazioni che sempre ruotano attorno al mondo della scrittura, fino ad arrivare a un buon impiego come creativo per un’azienda altoatesina.
Il Presidente è l’emblema dei troppi datori di lavoro moderni, pronti a sfruttare il più possibile il prossimo, con paghe mai all’altezza dell’impegno e della fatica. Se David comunque mantiene un minimo di autostima, Melli è il classico zerbino che come gli rinfaccia il collega stesso, se il Presidente scorreggia, si prende la colpa. In tempi recenti, nel marasma degli annunci di lavoro passatimi sotto gli occhi, uno mi ha davvero colpito, in particolare per una richiesta, sulla quale mi sono anche lanciato in un lungo post polemico su Linkedin.
Sulle richieste, al primo posto della lista c’era scritto: “dimenticarsi l’orologio”. Tiè! Esattamente come David rispose alla richiesta dei suoi ex-datori di lavoro, bisogna avere il coraggio di avere rispetto di se stessi e mettere la vita davanti al lavoro, e non il contrario. Nessuno sta dicendo che bisogna essere fiscali, ma l’elasticità dovrebbe esserci da entrambe le parti. Come sullo stesso social network di lavoro ho specificato, a me è capitato e capita ancora di fare anche 10 ore filate senza batter ciglio ma sentirmi chiedere che devo dimenticarmi di avere una vita privata come base, allora non ci sto.
Se ormai i sindacati sono un corpo avulso dalla realtà lavorativa, devono essere le persone a fare la differenza mostrando carattere e forza di volontà. Prostrarsi alla schiavitù di offerte di questa natura spesso nemmeno supportate da adeguati compensi, sono situazioni che non si possono più tollerare. Leonida e i suoi 300 spartani hanno cambiato la Storia del mondo con un gesto di ribellione. Per dire, senza di loro la civiltà della Roma antica non sarebbe mai sorta.
Loro chi? non ha lo spessore drammatico del film francese Due giorni, una notte con la premio Oscar Marion Cotillard, ma anche la pellicola italiana fa emergere a suo modo il trend distorto del lavoro sfrutta-assorbi vita. Permettetemi dunque una riflessione finale: anche se non andremo “Jobsianamente” a fare il lavoro dei nostri sogni, meglio qualcosa di meno nobile e avere più tempo da dedicare alla propria vita, facendo di ogni sequenza un primo piano della nostra felicità. E se non vi sta bene, tiè! Andate gentilmente affanculo pure voi!
Loro chi? non ha lo spessore drammatico del film francese Due giorni, una notte con la premio Oscar Marion Cotillard, ma anche la pellicola italiana fa emergere a suo modo il trend distorto del lavoro sfrutta-assorbi vita. Permettetemi dunque una riflessione finale: anche se non andremo “Jobsianamente” a fare il lavoro dei nostri sogni, meglio qualcosa di meno nobile e avere più tempo da dedicare alla propria vita, facendo di ogni sequenza un primo piano della nostra felicità. E se non vi sta bene, tiè! Andate gentilmente affanculo pure voi!
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