Smetto quando voglio - Masterclass, i ricercatori tornano in azione |
La banda dei ricercatori è tornata. Preso qualche rinforzo, è pronta a colpire (questa volta) i neo-spacciatori di smart drugs. Smetto quando voglio - Masterclass (2017, di Sydney Sibilia).
di Luca Ferrari
Archeologi, latinisti, biologi, antropologi e... droga. Tanta droga. Questa volta però le parti sono cambiate. Non è passato troppo tempo da quando la banda dei ricercatori universitari scombussolò il mercato delle smart drug a Roma. Dopo le sbarre per il "capo", adesso è tempo del processo per tutti e le cose non sembrano mettersi troppo bene per i malcapitati. Forse è il caso di ricomporre la squadra e fare ufficiosamente le cose" ancora meglio". Distribuito da 01 Distribution, è uscito sul grande schermo Smetto quando voglio - Masterclass (2017, di Sydney Sibilia).
Sono laureati. Sono brillanti. Sono sotto processo. Il giovane capitano della polizia Paola Coletti (Greta Scarano) ha però un'idea. Un tacito accordo. La banda si riforma per sgominare i nuovi cattivi, identificando le droghe di fresca produzione non ancora illegali per lo Stato. Il neurobiologo Pietro Zinni (Edoardo Leo) è la mente, ma nulla potrebbe senza l'esperto chimico Alberto Petrelli (Stefano Fresi) e il resto del "clan". L'impresa è tosta e servono rinforzi, tra cui Giulio Bolle (Marco Bonini).
Inseguimenti. Discussioni. Decisioni. I ricercatori non sono dei gangster ma una volta sulla strada, sono implacabili. Giorno dopo giorno, dalla città eterna escono sempre più arresti e qualcuno comincia a interessarsi senza badare troppo alle conseguenze. Quando tutto sembra volgere all'happy end, un nuovo ostacolo però, Walter Mercurio (Luigi Lo Cascio), si mette sulla loro strada, anzi sui propri binari. La banda dei ricercatori sarà ancora una volta messa a dura prova e ci vorrà una nuova prova di forza per venirne fuori. Anzi, un nuovo film (Ad Honorem, 2017).
Squadra che vince non si cambia, e così è stato dopo il travolgente successo di Smetto quando voglio (2014). Se nel primo film era più l'aspetto della generazione sfiancata (umiliata) a catalizzare l'attenzione, non senza qualche ricca dose di verve comica, in questa nuova pellicola il regista salernitano classe '81, Sydney Sibilia, gioca ancor di più con le gag. Più che Leo e Fresi, a salire in cattedra sono Libero De Rienzo e Paolo Calabresi, rispettivamente l'economista Bartolomeo e l'archeologo Arturo.
Più malinconiche le figure degli ex-benzinai Mattia (Valerio Aprea) e Giorgio (Lorenzo Lavia), oggi impiegati nell'hotel dove nel primo film erano diventati gli inquilini dell'attico più lussuoso (godetevi la gag in lingua hindi, ndr). Non può ovviamente mancare un altro personaggio chiave, l'antropologo Andrea (Pietro Sermonti), alle dipendenze proprio di quello sfasciacarrozze col compito di sgominare i laureati sotto mentiti spoglie che si fingono dei burini senza cultura pur di lavorare e avere uno stipendio.
Si è molto parlato delle similitudini tra Smetto quando voglio - Masterclass e la serie televisiva Breaking Bad dove il protagonista, il professore di chimica Walter White (Bryan Cranston) malato di cancro, si mette a produrre droga pur di fare soldi, pagarsi le cure e lasciare un fondo per la propria famiglia nella peggiore delle ipotesi. La realtà dei ricercatori italiani ha molto poco a vedere con la DEA, pestaggi e sparatorie. Al contrario, la formula dei criminali che si mettono al servizio della legge potrebbe strizzare l'occhio ai meno violenti e più leggeri Prova a prendermi (2002, di Steven Spielberg) e/o la saga Soderberghiana di Danny Ocean (George Clooney).
Fare commedia in Italia è un po' la prassi ma c'è modo e modo, ed è evidente che siamo difronte a una nuova generazione di cineasti di qualità. Non c'è solo uno sbattere in faccia la realtà senza speranza condita da risatine amare, facili battute e luoghi comuni. Questa è una generazione di registi-allievi modello della scuola-Tarantino (Quentin, ndr) e avida di cinema '80-'90, ma non solo. Questo è il tempo di Matteo Rovere (Veloce come il vento), Garbiele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot) e appunto Sydney Sibilia, senza dimenticarsi dello stesso Edoardo Leo, già regista di Diciotto anni dopo (2010), Buongiorno papà (2013), Che vuoi che sia (2016) e il grandioso Noi e la Giulia (2015).
Curiosità. Attore versatile e forse non valorizzato quanto meriterebbe, è già la seconda volta che Libero De Rienzo (Fortàpasc, Ho ucciso Napoleone, La macchinazione) sbarca al cinema con il nome di Bartolomeo. La prima volta accadde nel 2001, al fianco di Stefano Accorsi in Santa Maradona (di Marco Ponti), altra pellicola che in modo ancor più spietato raccontava la vita agli esordi dei non-contratti, i colloqui farse e il precariato che lentamente stava già inghiottendo la nuova gioventù del lavoro.
Non è mai facile girare un sequel e film alla mano, il secondo di una trilogia è quasi sempre l'anello più debole. Smetto quando voglio - Masterclass (2017) invece è stata un piacevole sorpresa. Il regista ha diretto un nuovo film con la banda dei ricercatori perché aveva delle idee vere e le ha messe su pellicola. Adesso manca l'ultimo atto. Sydney Sibilia ha dimostrato di poter reggere il peso di un'attesa e di qui a un altro anno ci ritroveremo per capire quale sarà il destino di questi geniacci d'improvviso catapultati in una realtà mai lontanamente immaginata nei loro calcoli.
Smetto quando voglio Masterclass, il trailer
Smetto quando voglio Masterclass - (da sx) il capitano Paola Coletti (Greta Scarano) in trasferta con Giulio Bolle (Marco Bonini) e Pietro Zinni (Edoardo Leo), |
Smetto quando voglio - Bartolomeo (Libero De Rienzo) in una non facile posizione |
Nessun commento:
Posta un commento