Creed II - Adonis Johnson (Michael B. Jordan) |
di Luca Ferrari
Sono nato con Rocky Balboa. Inutile girarci intorno. Sono nato lo stesso anno che Rocky (1976, di John G. Avildsen) sbarcò sul grande schermo. La mia prima volta al cinema è probabilmente avvenuta col terzo capitolo e di sicuro ho visto il IV (1985), piangendo per Apollo e tifando contro il colosso sovietico Ivan Drago. Adesso quei giorni stanno per tornare. Adesso il figlio dell’ex-campione è pronto a sfidare il coetaneo russo. Il 29 novembre è il giorno di Creed II (di Steven Caple Jr.).
Sono passati parecchi anni da quando Apollo Creed (Carl Weathers) perse la vita sul ring contro il troppo sbeffeggiato Ivan Drago (Dolph Lundgren). Tempo dopo Rocky Balboa (Sylvester Stallone) si era ormai defilato dal mondo del pugilato fino a quando nel suo ristorante, dedicato all’amata moglie Adriana, non entrò Adonis Johnson (Michael B. Jordan), figlio della prima compagna del campione ormai scomparso.
Quelli erano i tempi di Creed – Nato per combattere (2015, di Ryan Coogler) e da allora il “ragazzo” ha fatto strada. Ha dovuto dire al mondo chi fosse il proprio padre e subito dopo si è trovato di fronte il campione Ricky Conlan (Tony Bellew), tronfio e deciso a smontare il figlioletto, a suo dire, lì solo per un nome che ha ereditato. Come succede ai veri uomini, Adonis il rispetto lo ha guadagnato combattendo e dimostrando il suo valore. Adesso però c’è un’altra storia. La storia.
Nessuno ha mai dimenticato quel leggendario “Io ti spiezzo in due” rivolto da Ivan Drago a Rocky Balboa. Quell’incontro è leggenda per una ragione. Rocky non era lì per difendere nessun titolo. Troppo facile parlare solo di mera vendetta. Rocky era lì per sfidare qualcuno che gli aveva portato via per sempre il suo migliore amico. Era una sfida impossibile ma per Rocky non c’era altra via d’uscita. Affrontare, combattere e sconfiggere Ivan Drago.
Qualcuno dice che i peccati dei padri ricadono sui figli. Era questione di tempo allora. Forse ci è voluto il progetto giusto spostando la telecamera da Rocky ad Apollo. Ora il momento è giunto. Il 29 novembre prossimo uscirà sul grande schermo Creed II (di Steven Caple Jr.) e vedrà (anche) sfidarsi Adonis Johnson, il figlio di Apollo Creed, e Viktor Drago (Florian Munteanu), il figlio del possente Ivan.
Il terzo millennio è l’epoca dei sequel, prequel, reboot, retutto. Ma com’è possibile allora che una saga così lontana come quella legata a Rocky Balboa abbia trovato posto in mezzo ai modaioli cinecomic? La risposta è semplice. Ancora oggi Rocky è l’espressione di un mondo sincero e mai svenduto. Un mondo dove i legami umani non cedono all’odio cieco né alle facili banconote. Rocky Balboa era ed è tutto questo, così come Adonis. E forse siamo in molti a sentirci più simili a loro di quanto amiamo mostrare al mondo.
Ho iniziato con un frammento personale di vita e concludo allo stesso modo. Adoro fare jogging. Solo con me stesso e la musica. Non lo faccio per fini agonistici né per avere un fisico scolpito. Lo faccio perché mi garba e quelle musiche, di Rocky intendo, non mancano mai. Oltre alla colonna sonora di Rocky IV, in assoluto la migliore, il pezzo migliore è l’immortale "Gonna Fly Now" in versione allenamenti Rocky-Apollo nel terzo capitolo. Lì c’è tutto. Paura, reazione e coraggio di affrontare la vita.
Ve lo chiedo ancora una volta: perché il mondo di Rocky Balboa riesce ancora a entrare nel cuore delle persone? Vi rispondo in maniera diversa. Perché non si è mai atteggiato a vincente. Rocky è sempre stato “umano”. Fragile, sconfitto ma mai davvero pronto a gettare la spugna. Lui prima e Adonis oggi affrontano l’ora del KO con un solo pensiero in testa. Rialzarsi e vincere. Non subito. Ci arriveranno. Lottando comunque. Non importa quello che dirà un verdetto. È quello che hai dentro che conta davvero ed è in grado di cambiare la tua vita per sempre.
Il trailer di Creed II
Creed II - Rocky Balboa (Sylvester Stallone) e Adonis Johnson (Michael B. Jordan) |