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lunedì 27 agosto 2018

Sono tornato, il fascismo è uguale al nazismo

Sono tornato - il duce Benito Mussolini (Massimo Popolizio)
"La gente crede ancora che il fascismo sia diverso dal nazismo". Black humour e fin troppo (scomodo) realismo nella commedia Sono tornato (2018, di Luca Miniero).

di Luca Ferrari

"Anche allora la gente rideva. Anche allora credevano fosse solo un comico. La gente dimentica. Crede ancora alla favola che il fascismo fosse diverso dal nazismo come se si potesse essere più o meno assassini. Più o meno vigliacchi". Sono queste alcune delle parole di nonna Lea (Ariella Reggio) rivolte al Duce in persona, Benito Mussolini (Massimo Popolizio), riapparso d'improvviso nel XXI secolo e pronto a riconquistare l'Italia. Sono tornato (2018, di Luca Miniero), versione italiana del tedesco Lui è tornato su Adolf Hitler.

La gente crede ancora che il fascismo sia diverso dal nazismo. Basterebbero queste poche e semplici parole pronunziate da chi vide con i propri occhi l'orrore di quell'epoca, per chiudere la questione così. Invece no. Questa è una nazione di stupidi e ignoranti. Una nazione che si ciba di post e titoli senza arrivare neanche alla seconda riga di un articolo. Una nazione dove si dimentica con troppa facilità e si accusano gli ultimi di ogni male. Una nazione dove il populismo e la xenofobia sono oggigiorno rappresentanti del volere del popolo.

E sono in tanti ancora a credere che il fascismo sia stato diverso dal nazismo. E lo credono convinti aldilà dei libri di storia, le stragi accertate e i campi di concentramento. I cattivi sono sempre gli altri. I cattivi non sono mai quelli della propria nazione. In casa propria non ci sono ladri né corrotti. In casa propria non ci sono assassini né stupratori. In casa propria ci sono solo brave persone e se le cose non funzionano, c'è di sicuro una congiura internazionale che ordisce alle nostre povere e inconsapevoli spalle.

Mi sarebbe piaciuto scrivere la recensione di Sono tornato (2018, di Luca Miniero) ma ho preferito partire e concludere con i ricordi di nonna Lea, sbattuti in faccia e senza paura a Mussolini in persona. Lei che fu l'unica a capire che chi le stava davanti non era un attore ma colui il quale mandò a morire milioni di persone. Lei rappresenta la voce di quei pochi (sempre meno) che ancora oggi credono in un'Italia migliore. Una speranza ormai sempre più utopistica. Una speranza strozzata nella melma condivisa dei latrati online.

Oggi assistiamo impotenti a orde di ciarlatani ignoranti che se ne vanno in spiaggia a cacciare i "baluba". Oggi (e ieri) assistiamo impotenti a negri africani e asiatici trattati come bestie, senza il benché minimo straccio di umanità. "Eh se ci fosse ancora il Duce", si mormora sempre più ad alta voce e senza vergogna. Nella realtà Benito Mussolini sarà anche morto ma non la sua anima più nera così come i suoi pensieri più spregevoli. Per sempre più persone lui sarebbe ancora la soluzione a tutto. Per sempre più persone il Duce farebbe tornare l'Italia a essere una vera e forte potenza.

Nel film Sono tornato Mussolini si trova a suo agio nel terzo millennio. All'epoca l'ignoranza del popolo fu la sua fortuna. Oggi, nell'epoca delle informazioni reperibili da chiunque, sarebbe ancora più facile. La tecnologia è cresciuta, l'intelligenza è regredita. Fiero italico, attendi la nuova dittatura. Un giorno arriverà e tu ne sarai felice. La saluterai tronfio lungo il viale principale fino al giorno in cui, senza una ragione, ti verranno a prendere e allora ripenserai (se ne avrai il tempo) a tutto ciò che un giorno avevi. Ci penserai, prima di essere torturato e ucciso.

Sono tornato - L'incontro dell'anziana signora con Mussolini

Sono tornato - nonna Lea (Ariella Reggio)

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