Shark, il primo squalo - Meiying (Shuya Sophia Cai) |
di Luca Ferrari
Una scoperta sensazionale. La fossa delle Marianne è ancora più profonda di ciò che appare. Una missione scientifica sta ora penetrando lo strato che per millenni l’ha tenuta separata dal resto del mare e del mondo. Lì sotto però, non tutti potrebbero gradire la tecnologia umana del terzo millennio. Qualcosa si potrebbe arrabbiare e scappare potrebbe diventare un grosso problema. Tratto dal romanzo MEG di Steve Alten, è uscito sul grande schermo Shark - Il primo squalo (2018, di Jon Turteltaub).
Il miliardario Jack Morris (Rainn Wilson) è appena salito a bordo della Mana One per vedere con i propri occhi i risultati del proprio danaroso investimento. Ad accoglierlo, il Dr. Minway Zhang (Winston Chao) e la figlia Suyin Zhang (Li Bingbing), esperta biologa marina. Insieme a loro gli altrettanto insostituibili James Mackreides (Cliff Curtis), DJ (Page Kennedy) e Jaxx Herd (Ruby Rose). Tutto sembra procedere bene fino a quando la capsula sottomarina in perlustrazione nell'ignoto non viene attaccata da un qualcosa di misterioso.
È il panico. Lì sotto, a 11mila metri sotto il livello del mare, ci sono bloccati Toshi (Masi Oka), The Wall (Ólafur Darri Ólafsson) e la capa della missione, Lori (Jessica McNamee). Luci e rumori richiamerebbe la cosa e pertanto non resta che una soluzione. Chiamare la sola persona al mondo capace di una simile impresa, già riuscitagli in parte, nonostante nessuno gli avesse mai creduto su ciò che aveva riferito di aver visto, a cominciare proprio dal Dr. Heller (Robert Taylor), a bordo anch’esso. Rintanatosi in Thailandia, Jonas Taylor (Jason Statham) si presenta all’appuntamento con il proprio destino.
Lì sotto, in quelle acque oscure si cela un famelico megalodonte, un bestione preistorico di oltre 20 metri deciso a scatenare tutta la sua ferocia e annesso appetito di carne umana. Prima ancora che contro questo letale amico, Taylor deve fronteggiare i propri demoni che ancora lo tormentano. In un salvataggio analogo dovette fare una scelta alquanto tragica e dolorosa. Le sue ferite però trovano le carezze ottimistiche e fiduciose della piccola Meiying (Shuya Sophia Cai), figlia di Suyin, quest'ultima già partita in una precoce operazione di salvataggio. Nella sua tenera genuinità, gli chiede di riportarle sana e salva la sua mamma.
Erano gli anni ’70 quando la verginità delle nostre vacanze al mare venne brutalizzata dall’angoscia de Lo squalo (1975), uno degli indiscussi capolavori di Steven Spielberg. Da allora sono passate parecchie decadi e ancor di più film del genere, la maggioranza dei quali nel complesso mediocri e troppo legati ai progressi tecnologici. Eppure la voglia di confrontarci sul grande schermo con questi letali killer delle profondità non ci abbandona mai. Eccoci qua dunque, ancora una volta pronti per l’immersione.
Distribuito in Italia da Warner Bros. Pictures, Shark – Il primo squalo sceglie una via atipica, mescolando azione, dolcezza e sacrificio. La faccia sporca del ruvido Jason Statham (indimenticabile nei panni del Turco nel cult The Snatch di Guy Ritchie così come in quelli del cazzuto agente segreto in Spy di Paul Fieg), in rotta con l’agire classico, ben si amalgama con la dolcezza di Li Bingbing (1911, Resident Evil: Retribution, Transformers 4 - L'era dell'estinzione) e i modi amichevoli di Cliff Curtis (La ragazza delle balene) Il risultato è un film gradevole, a tratti scontato ma non per questo meno appassionante e comunque divertente.
Si ride, si trema e ci si commuove con Shark – Il primo squalo. È evidente il desiderio dei tre sceneggiatori Dean Georgaris, Erich Hoeber e Jon Hoeber di accontentate un po’ tutte le fette di pubblico. La suspense fa il suo dovere, sferzata e ammorbidita anche dal ridicolo (in senso buono) e il singolo dramma di un bambino cicciottello che armato di gelato non riesce più a uscire dall’acqua. Statham è un eroe romantico. Caparbio, pronto al sacrificio e con i giusti consigli, perfino deciso a darsi una seconda chance per vivere la vita.
Venezia, 11 agosto 2018 - cinema Rossini. Da sempre amante dei trailer, sono solito arrivare in sala con largo anticipo. Questa volta però il destino mi gioca uno scherzetto e così, invece dell’atmosfera di Mamma mia! Ci risiamo, una volta entrato in leggero ritardo, la mia attenzione viene catturata da qualcosa di alquanto insolito. Qualcosa, o meglio qualcuno, che mai mi sarei immaginato di trovare al cinema e per di più spettatore di Shark – Il primo squalo (2018, di Jon Turteltaub). Un bambino piccolo, ma proprio piccolo. Sistemato sul passeggino a fianco dei genitori.
Troppa la curiosità. Sperando abbiano voglia di rispondermi, a fine spettacolo mi riprometto di avvicinarmi. Termina la pellicola. Il piccolo sta dormendo. Per questione di privacy, niente nome né provenienza. “Siamo grandi appassionati di cinema e questa è la sua prima volta davanti al grande schermo. Il personale ci ha anche dato un diploma come ricordo” mi dicono, “Fai conto che pochissimi giorni prima che nascesse ci siamo guardati tutta la rassegna su David Lynch al teatrino di Palazzo Grassi”.
“È andata fin troppo bene” proseguono, “Metà film ha osservato, metà ha dormito ma era un rischio calcolato. Un sabato di agosto alle 7 di sera non avremmo trovato tanta gente. Anche se avesse pianto, non avrebbe infastidito chissà quante persone. In caso comunque saremmo usciti. La scelta di Shark – Il primo squalo? Beh, siamo in estate no? E comunque ci è sembrato quasi più per bambini che per adulti. Più che il matto (Taylor/Statham), Meiying è stata l’indiscussa e dolce protagonista”.
Con il loro permesso, scatto una veloce istantanea senza dare alcun "fanciullesco" riferimento. Gliela mostro spiegandogli come vorrei pubblicarla e mi danno il via libera. Mi scappa un’ultima domanda, così gli chiedo se hanno già in mente di portarlo a vedere un prossimo film. “Ci piacerebbe goderci tutti insieme Hotel Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa (in uscita il prossimo 22 agosto, terzo capitolo dopo i divertenti Hotel Transylvania e Hotel Transylvania 2, ndr). Questa volta però in orario pomeridiano e in compagnia di tanti altri bambini”.
Vedo la famigliola uscire. Il piccolino sta ancora facendo la nanna. Chissà se ci sarà la settima arte nel suo futuro. Cinema o meno, di sicuro lo aspettano anni felici in cui si potrà godere tanti e tanti film, animati e non a quanto vedo, insieme alla sua mamma e al suo papà. A quest’età (e non solo) è l’unica cosa che conta. Godersi la vita ed essere il più spensierati possibile. Avrà tempo di pensare al domani. Al momento lo attende solo l'ennesimo risveglio in compagnia delle due persone che lo amano di più al mondo. Anche questo è il mondo di Shark – Il primo squalo.
Shark, il primo squalo - Suyin Zhang (Li Bingbing) e Jonas Taylor (Jason Statham) |
Un giovanissimo spettatore al cinema Rossini di Venezia e la locandina di Shark – Il primo squalo © Luca Ferrari |
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