Hotel Transylvania - il conte Dracula, Jonathan e Mavis |
di Luca Ferrari
Lupi mannari affranti da figliolanza indisciplinata. Un gigantesco zio buono Frankenstein. Una grassa Mummia giocherellona. Un suscettibile Uomo invisibile dai capelli rossi. Una vampira teenager con la voglia di scoprire il mondo con il suo "celebre" babbo (conte Dracula) iperprotettivo. E infine, un giovane intraprendente umano. Benvenuti nel "terrificante" Hotel Transylvania (2012, di Genndy Tartakovsky).
Favola con licenza di teneri sorrisi. Fiaba si, ma con uno sguardo verso un’umanità spezzettata da pregiudizi e differenze sempre più manipolate da spietati uomini di potere. Ma qui, nel regno dell'animazione, i novelli Romeo (umano) e Giulietta dai canini aguzzi, piangono e si fanno separare. Ma alla fine sono i "grandi" a capire e lottare per il loro giovane e duraturo amore.
Lanciatasi nel 2006, la Sony Pictures Animation è al nono lungometraggio animato dopo i successi di Boog & Elliot a caccia di amici (2006), Surf's Up (2007), Boog & Elliot 2 (2009), Piovono polpette (2009), I Puffi (2011), Boog & Elliot 3 (2011), Il figlio di Babbo Natale (2011) e Pirati! Briganti da strapazzo (2012).
Dracula ha perduto la sua dolce metà. La sua vita lo ha reso un padre esageratamente protettivo non solo con la figlia Mavis (doppiata nella versione italiana da Cristiana Capotondi), ma anche con gli stessi colleghi, parenti e amici. Mostrando loro sempre filmati di come gli umani trattano i mostri. Ha perciò costruito un hotel nascosto con accesso mediante un passaggio segreto per vivere solo ed esclusivamente insieme a chi si ama. Ma è davvero così fantasioso?
Forse per i bambini usciti dal cinema, si. Per chi ha a che fare con questo mondo da un po’, decisamente no. È quasi un desiderio. Una speranza cui ci si attacca per non sprofondare nelle paludi Artaxiane che giorno dopo giorno guadagnano metri nello zaino di ciascuno di noi. Alla mia stessa intenzione di andarci e voler prendere servizio nella mostruosa magione, tre amiche mi hanno subito chiesto di mettere una buona parola anche per loro.
Sulla strada del Conte Dracula però arriva l’umano Jonathan, scanzonato giramondo amante dei castelli e dei rapporti umani. Ha il suo amato zaino e non vive incollato a laptop e social network. Vagando per la Transilvania, segue delle strane creature infuocate ed entra in un mondo che non ha precedenti.
Dracula ha perduto la sua dolce metà. La sua vita lo ha reso un padre esageratamente protettivo non solo con la figlia Mavis (doppiata nella versione italiana da Cristiana Capotondi), ma anche con gli stessi colleghi, parenti e amici. Mostrando loro sempre filmati di come gli umani trattano i mostri. Ha perciò costruito un hotel nascosto con accesso mediante un passaggio segreto per vivere solo ed esclusivamente insieme a chi si ama. Ma è davvero così fantasioso?
Forse per i bambini usciti dal cinema, si. Per chi ha a che fare con questo mondo da un po’, decisamente no. È quasi un desiderio. Una speranza cui ci si attacca per non sprofondare nelle paludi Artaxiane che giorno dopo giorno guadagnano metri nello zaino di ciascuno di noi. Alla mia stessa intenzione di andarci e voler prendere servizio nella mostruosa magione, tre amiche mi hanno subito chiesto di mettere una buona parola anche per loro.
Sulla strada del Conte Dracula però arriva l’umano Jonathan, scanzonato giramondo amante dei castelli e dei rapporti umani. Ha il suo amato zaino e non vive incollato a laptop e social network. Vagando per la Transilvania, segue delle strane creature infuocate ed entra in un mondo che non ha precedenti.
Il Dracula di Hotel Transylvania non è certo il Nosferatu di Murnau. Il suo modo bonaccione, con qualche puntatina di arrabbiatura che ci riporta negli abissi Pixariani con il gigantesco squalo Bruto forzatamente vegetariano, è uno spasso. A concentrarsi troppo sulla voce italiana della creatura della notte, sembra di rivedere il bradipo Sid direttamente dalla sua amata Era Glaciale, e infatti l’ugola italiana è sempre la medesima, quella del simpatico Claudio Bisio.
Dracula non vuole che Mavis scopra il mondo. Ha paura e quando si accorge che c’è del tenero tra lei e Jonathan, presentato agli altri come cugino di braccio di Frankenstein e organizzatore della festa per la figlia, fa di tutto per impedire il sentimento nascente, cosiddetto Zing. Johnny torna affranto a casa. Mavis è a pezzi. Il conte padre capisce l'errore, e allora è tempo di cambiare.
La banda formata da Dracula, il lupo, Frankenstein, l’Uomo Invisibile e la Mummia esce allo scoperto, direzione il mondo degli umani. Ma invece di trovare una folla ostile, il caso vuole che giungano al villaggio a ridosso dell’aeroporto dove si celebra una sorta di Comix Festival come ce ne sono sempre di più in giro anche per l’Italia. In un attimo crollano obsoleti e secolari pregiudizi. Cult la frase del Conte, Io non dico bleah bleah.
La memoria dei defunti è un’eredità che può fare la differenza, anche nel bene. E così è. La mamma vampira aveva lasciato un regalo per il 118° compleanno della figlia che si sta celebrando. Un libro con illustrazioni. Lo zing è uno per vita. Se lo provi ed è ricambiato, non devi lasciartelo scappare. La saggezza e il sentimento trionfano. Vedere poi sul palco il ragazzo e Dracula ballare a suon di rap dà
speranza per quelle generazioni sempre lontane, ma che invece trovano
una strada comune per il bene di una persona amata.
E vissero tutti, mostruosamente umani e umanamente mostri, felici e contenti.
Hotel Transylvania (2012, di Genndy Tartakovsky) |
gli ospiti di Hotel Transylvania (2012, di Genndy Tartakovsky) |
Hotel Transylvania - il conte Dracula e la figlioletta Mavis |
Hotel Transylvania - Jonathan e Mavis |
io amo mevs
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