La scatenata combriccola di Hotel Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa (2018, di Genndy Tartakovsky) |
di Luca Ferrari
Dall’oscura Transilvania al mitico regno di Atlantide via mare, o meglio in crociera. L’allegra combriccola capeggiata da Dracula & famiglia è alla ricerca di un po’ di sano relax. Fortuna che per lo stressato vampiro, la figlia Mavis abbia l’idea giusta. Appunto l’idea, non la resa. Su e giù per il possente transatlantico, Hotel Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa (2018, di Genndy Tartakovsky) è la fiera dei luoghi comuni. Scontato dall’inizio alla fine. Buono per una spensierata serata al riparo da afa e zanzare, ma mestamente nulla di più.
Il conte Dracula (voce originale di Adam Sandler e italiana del simpatico Claudio Bisio) è infelice. La sua amata sposa è scomparsa da secoli ormai. Il sogno di un nuovo zing (colpo di fulmine dei mostri) è solo una mera illusione e la tecnologia non sembra essere la soluzione giusta. Vedendo il padre infelice, la dolce figlia Mavis (voce italiana di Cristiana Capotondi) gli regala una crociera per tutta la famiglia e amici. Eccoli dunque, dopo un allucinante volo sulla Gremlins-Air, imbarcarsi per la tanto sospirata vacanza.
Ciò che tutti ignorano è che il capitano della nave, un’umana, sia un'amante dei mostri. Se il nome Erika non dirà nulla di particolare, è il suo cognome che potrebbe far drizzare canini & cicatrici varie, ossia Van Helsing. Lei infatti è l’ultima discendente della più agguerrita stirpe di cacciatori di mostri. Ci sarà un piano nascosto in questa crociera, è solo un caso o semplicemente la nuova generazione è andata oltre le battaglie del passato? Si vedrà. Il transatlantico intanto è pronto per partire dal “placido" Triangolo delle Bermude.
Hotel Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa piace perché deve piacere. Dopo il grandioso Hotel Transylvania (2012) e l’inevitabile sequel Hotel Transylvania 2 (2015), il regista moscovita Genndy Tartakovsky confeziona un prodotto da “Mulino Bianco” (non me ne voglia la celebre marca dolciaria) dove tutti sono felici e qualsiasi stato alterato e/o differente è un’amorfa brezzolina quasi impercettibile nel turbine estenuante degli esagerati buoni sentimenti. Il filo educativo è onnipresente a discapito però della storia che ci perde in spontaneità e meraviglia.
Perché sorprendersi? Hotel Transylvania purtroppo segue la logica e l’inevitabile destino dei vari Shrek, Cars, L’Era Glaciale, etc. Partiti tutti in modo grandioso e poi andati avanti per mero marketing senza un’anima di sceneggiatura capace di catturare davvero il cuore del pubblico ma vivendo di rendita. Abbiamo visto i primi due, dai, vediamoci anche il terzo! è la linea che spinge lo spettatore a entrare in sala. La speranza c’è sempre di ammirare qualcosa di valido ma il risultato è deludente.
Frankenstein, Wayne, Griffin, sono tutti personaggi secondari. Non incidono. Sono lì per caso. I coniugi “lupeschi”, traboccanti oltre modo di figliolanza, scoprono d’improvviso di potersene stare da soli. Sarebbe stato anche simpatico, peccato sia stato pompato da mesi ormai. E che dire di Jonathan? Pare strafatto. Peace & Love e poco altro. Del “Drac” del primo Hotel Transylvania resta molto poco e sarà anche la voce, ma nei toni pare di sentire più un bradipo zuccheroso piuttosto che un vampiro, seppure buono.
Come da copione, all'anteprima veneziana di Hotel Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa presso il cinema Rossini, c'è stato il solito bagno di folla fanciullesco con alcuni dei presenti anche piccolissimi e in età da passeggino. Tanti bambini e bambine insieme agli adulti per godersi una fiaba per tutta la famiglia. Saranno stati contenti i genitori nel trasmettere i “ giusti valori” davanti al grande schermo. C’è da chiedersi però quanto resterà poi dentro di loro e quanto gli stessi faranno perché ciò avvenga.
A quest’età è facile non capire il perché delle differenze. Bastano pochi anni però ed ecco cominciare a emergere parole come immigrati, terroni, negri, etc. Parole che magari sentono per la prima volta proprio tra le mura domestiche. E cosa resta allora di Hotel Transylvania? Roba da bambini, no? I buoni sentimenti non sono “roba da bambini” ma concetti morali che dovrebbero rappresentare la base umana di ciascun essere in questo pianeta.
Interessante il salto generazionale tra Erika e Abraham Van Helsing ma nella realtà nasconde non poche insidie morali. Alla stragrande maggioranza dei genitori (italiani) non fa mai troppo piacere vedere il proprio (ex)pulcino sviluppare una propria identità, ancor di più se in contrasto con la propria e allora che si fa? Andiamo pure a vedere Hotel Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa (2018, di Genndy Tartakovsky). Magari poi rivediamolo inseme tra qualche anno insieme ai figli una volta che saranno cresciuti e vediamo a che punto sono i nostri cuori.
Hotel Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa - Erika Van Helsing (voce italiana di Claudia Catani) in romantico pranzo con Dracula (voce di Claudio Bisio) |
Spettatori piccini e più grandicelli © Luca Ferrari |
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