Voglia di vincere - Marty/Scott Howard (Michael J. Fox) trionfa |
di Luca Ferrari
Epica, antologia di purissimi anni Ottanta. Un ragazzo come tanti sogna di emergere dalla folla. "Ho una gran voglia di vincere", si racconta al proprio padre. La vita però ha in serbo non poche sorprese, non ultima una mutazione lupina capace di ricoprirlo di peli felini dalla testa ai piedi e allo stesso tempo farlo diventare un asso in ogni cosa che decida di fare. Molti di noi ci sono cresciuti. Moltissimi di noi ancora vanno matti per Voglia di vincere (titolo originale "Teen Wolf")– 1985, di Rod Daniel.
Marty Howard (Michael J. Fox) è un adolescente insoddisfatto. Si divide tra studio, lavoro nel negozio del padre (James Hampton) e la pallacanestro, con risultati però alquanto modesti. È cotto della classica bella inarrivabile, Pamela Wells (Lorie Griffin), per di più “fidanzata” con Mick (Mark Arnold), perdigiorno e spocchioso. Non si accorge invece della dolce Lisa detta Boof (Susan Ursitti), che stravede per lui. Tutto cambia radicalmente quando scopre di avere il gene del licantropo. Ma invece di essere una brutale creatura assetata di sangue, scopre di avere doti super che lo faranno diventare un asso del basket e gli conferiscono una sicurezza incredibile.
In principio Marty si confida solo con il fraterno amico Stiles (Jerry Levine), poi, durante uno scontro sul quadrato di gioco, si trasforma rivelando a tutti il suo alterego lupino. È l’inizio di una nuova vita. Tutto va a gonfie vele. Anche troppo, e si sa, l'eccessiva sicurezza può anche avere delle conseguenze così Marty a un certo punto dovrà fare una scelta. Affrontare la vita con le debolezze di un qualsiasi adolescente o scegliere il lupo e averla vinta in un baleno. La finale del torneo di pallacanestro arriva giusta per mettere il giovane davanti a questa scelta che condizionerà il proseguo della sua intera esistenza.
Gli anni ’80 non sono solo i Goonies, Indiana Jones, Rocky, La storia infinita o E.T. C’è tutto un filone di film leggero-adolescenziali molto amati da chi era un teenager all’epoca e Voglia di vincere è ancora oggi, nel mondo dei nerd riabilitati e i supereroi ritoccati al computer, un film amatissimo dove l’eroe è il ragazzo della porta accanto. Un esempio perfetto di ciò che l’esperto videomaker veneziano Alessandro Maggia spiegava nei suoi recenti lavori musicali dedicati proprio a quella inimitabile decade.
C’è poi lo sport. Il cinema d’oltreoceano ha sempre avuto una certa predilezione per baseball, football e pugilato. Anche il basket però si è ritagliato qualche interessante spunto, dal cult Space Jam (1996) con i Looney Tunes e His Airness Michael Jordan al divertente Chi non salta bianco è (1992) con Woody Harrelson e Wesley Snipes. Voglia di vincere è il basket ancor prima dei college, quello delle high school. Quello dove tutti i grandissimi campioni sono passati prima di approdare nella NBA, la lega professionistica americana.
Ed è proprio sul campo da basket che cambierà tutto. Ed è proprio quando hai il tuo nemico davanti a te che il protagonista fa la sua scelta. In campo non c’è partita. La squadra di Mick sta surclassando l’avversario. Il giovane protagonista fa il suo ingresso a sfida iniziata ma dell’uomo lupo nessuna traccia. Lui è deciso. Vuole vincere così. Nessuno ci crede, men che meno i propri compagni. La partita riprende. Ricevuta la palla, il grasso Chubby viene irriso da Mick con un offensivo Tira pachiderma! Dagli spalti il padre di Marty lo incita. Lui allora prende la mira e segna. È l’inizio. È l’inizio di una nuova partita.
La sfida è agguerrita. Marty e compagni ci mettono l'anima e inseguono. Recuperano e segnano. C’è una scena e un canestro in particolare che segnano il corso di quella partita e il cambio di mentalità. Chubby riceve ancora palla, prodigandosi subito d’istinto in un “Jabbariano” gancio cielo da 3 punti. Wiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin... in the end, scandisce la canzone omonima cantata da Mark Safan. Subito dopo aver segnato, Marty gli sbuca da dietro abbracciandolo a bocca aperta per la meraviglia e in pratica salendogli sulle spalle (vedi foto finale) mentre lo stesso score-man mostra poco dopo il pugno grintoso.
È la svolta. Quella squadra di “mezze seghe” è ora un quintetto di leoni deciso a ribaltare un esito scontato. C’è di più. I castori recuperano fino a -1 quando all’ultimo secondo Mick compie l’ennesimo fallo impedendo a Marty di segnare il canestro della vittoria, e consegnandogli due tiri liberi. Gli animi si scaldano. Espulso per avere toccato quota cinque infrazioni, Mick fa ancora il bullo alzando i toni dello scontro e mettendola sul piano manesco con la classica frase Ti aspetto fuori. Chubby è ormai un fiume in piena e la replica non lascia dubbi: Io ti aspetto fuori!
Marty si piazza sulla lunetta. Sbagliare entrambi significherebbe perdere la partita. Fare un centro su due equivarrebbe ad andare ai supplementari (senza Mick). Segnarli entrambi sarebbe invece il trionfo. Nessuna trasformazione lupesca. Incitato oltre modo da Stiles e tutto il pubblico sugli spalti, Marty prende la mira e segna. Una volta. Due volte. La telecamera rallenta seguendo la palla arancione che rimbalza sul tabellone, poi sul ferro e infine si insacca nel canestro. Marty chiude gli occhi per la gioia e la fatica finalmente ripagata. Esplode il boato del pubblico.
Attaccano le romantiche note di Shootin’ for the moon di Amy Holland. Lui e gli altri della squadra vengono portati in trionfo. Con quella solita aria da prima donna, Pamela si dirige verso il vincitore sicura che cadrà ai suoi piedi. Marty però ha capito la lezione e non ha tempo da perdere con persone egoiste e superficiali. Senza neanche degnarla di uno sguardo, la scansa e corre tra le braccia di Boof per baciarla e dal padre che se lo prende in braccio. È il trionfo il della vita e dell’amore. È il trionfo di un ragazzo come tanti. È il trionfo di tutti noi.
Voglia di vincere - il canestro della vittoria |
Voglia di vincere - Marty (Michael J. Fox) festeggia il canestro di Chubby (Mark Holton) |
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