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venerdì 29 marzo 2019

Dumbo, il coraggio dell'amore

Dumbo (2019, di Tim Burton)
Da Walt Disney a Tim Burton, lì nel mezzo un tenero elefantino dalla grandi orecchie. Preparate i fazzoletti, sul grande schermo è arrivato il live action di Dumbo (2019).

di Luca Ferrari

L'amore di un cucciolo per la sua mamma. L'amore di un padre per i propri figli rimasti orfani della loro dolce madre. L'amore di una sorella e un fratello che attendevano, speranzosi, il ritorno del padre. L'amore struggente di un mammifero gigante allontanato dal suo neonato. Il regista delle meraviglie, Tim Burton, rilegge il classico Disneyano, Dumbo (2019). Preparate i fazzoletti per piangere e sorridere perché su quelle grandi orecchie troveremo tutti la forza e il coraggio di andare e tornare da chi amiamo veramente. E nulla e nessuno lo potrà mai impedire, soprattutto se ad aiutarci ci saranno dei veri e autentici amici.

Max Medici (Danny De Vito) è il titolare dell'omonimo circo. I tempi moderni però non sembrano essere di aiuto per gli affari. Nella carovana sempre in viaggio intanto, è tornato (menomato) dalla guerra il buon Holt Farrier (Colin Farrell), atteso con molta ansia dai figlioletti Milly (Nico Parker) e Joe (Finley Hobbins), nel frattempo orfani della loro mamma deceduta per malattia. Rispetto ai tempi pre-bellici però, il circo se la passa piuttosto male. Gli stessi cavalli che Holt domava con maestria insieme all'amata dolce metà, sono stati venduti. Per rilanciare la "baracca"  è in arrivo un cucciolo di elefante la cui mamma, di recente comperata, è prossima al parto.

Il cucciolo nasce ma non è esattamente come gli altri, avendo infatti due orecchie gigantesche. Con la notizia del nascituro già inviata alla stampa, Max affida a Holt la gestione elefantesca ed escogitano il modo di nascondergliele. Il trucco ovviamente non regge e il piccoletto, davanti a un pubblico divertito, viene sbeffeggiato senza pietà. Qualcosa che ovviamente mamma elefante non gradisce per niente, reagendo (provocata) con intensità. La risposta è la sua vendita, lasciando il piccolo col cuore spezzato. Fortuna sua che gli stanno vicino i piccoli Farrier, che anzi fanno una scoperta sensazionale. Il piccolo sa volare.

Volare? Un elefante? Esattamente! La notizia fa il giro del globo e tutto ciò che luccica, attira sempre gli avvoltoi affamati di danari. Ecco dunque presentarsi al circo Medici, lo spavaldo e arrogante V.A. Vandevere (Michael Keaton), accompagnato dalla sua stella "volante, la trapezista francese Colette Marchant (Eva Green). La proposta è semplice: entrare in società con lui e portare Dumbo nel proprio parco delle meraviglie, Dreamland. La prospettiva di una casa e un lavoro più sicuro per tutti i circensi, spinge Max ad accettare, ma dell'atmosfera familiare che si respirava nel prima, ormai non c'è più nulla. Dumbo sarà la star, e va sfruttata a dovere.

Arriva il giorno della prima, ma qualcosa non va. Davanti (anche) al potente banchiere J. Griffin Remington (Alan Arkin), l'elefantino vola si, ma poi scappa fuori dal tendone. Per la stampa è un fiasco, Vandevere  non lo gradisce e reagisce di conseguenza. I circensi di Max Medici però cominciano ad averne abbastanza e il popolo insorge. Obiettivo numero uno, ridare libertà a Dumbo e la sua mamma, nel frattempo diventata la terrificante Kali al servizio proprio dei visitatori del Dreamland. Ci vole un piano e le persone giuste. Quelle con un cuore vero. Quelle persone capaci poi di cambiare davvero il mondo.

Gotico. Traumi infantili. Fantastico. Sono gli elementi chiave nella cinematografia del regista di Burbank, Tim  Burton (Edward mani di forbiceSleepy Hollow, Ed Wood). Riappacificatosi con la Disney con il "a suo tempo scartato" Frankenweenie (2013), solo lui poteva accettare la sfida di portarci davanti al grande schermo per una fiaba che ha traumatizzato intere generazioni. Una storia, quella di Dumbo, a tratti così dolorosa da arrivare a far dire anche, "no, non ce la faccio proprio a vederlo". Quale bambino d'altronde riuscirebbe a guardare un suo coetaneo perdere la propria mamma senza versare lacrimoni? E quale adulto a sua volta, potrebbe sopportare di vedere un suo corrispettivo allontanato a forza dal proprio fagottino? 

Già diretta da Tim Burton in Dark Shadows (2013) e Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali (2016), Eva Green è una creatura in apparenza superficiale, in realtà è una donna imprigionata che troverà nelle ali e nel cuore di Dumbo, la spinta per volare via e vivere insieme a chi la sa davvero apprezzare. Falso duro ma dal cuore d'oro, Danny DeVito (Qualcuno volò sul nido del cuculo, I gemelli, La guerra dei Roses) anch'esso bi-diretto da Tim nel commovente Big Fish (2003) e ancor prima nei panni del letale Pinguino, nemico di Batman (Il ritorno, 1992), quest'ultimo interpretato proprio da Michael Keaton (4 pazzi in libertà, Il caso Spotlight, The Founder), indimenticabile Beetlejuice, altra grandiosa creatura Burtoniana.

Pochi attori hanno la versatilità di Colin Farrell (Alexander, The Lobster, L'inganno). Alla sua prima incursione davanti alla telecamera di Tim Burton, l'attore irlandese incarna un padre privato della sua amata moglie, e diventato l'unico sostegno per i due figli. La guerra e le vicissitudini della vita lo hanno spinto a guardare solo il lato pratico delle cose. Per sua fortuna, come la stessa Colette gli fa notare, è circondato da un figlio e una figlia. E sotto la loro guida (e sentimento), saprà trovare la forza necessaria per compiere imprese straordinarie e tornare a essere l'uomo deciso e combattivo che era un tempo.

Una fiaba? Una storia vera? Nella vicenda di Dumbo c'è un pezzetto di ciascuno di noi. L'abbandono. La riscossa. L'amicizia. La famiglia. Ne è stata un'ulteriore conferma il variegato pubblico nella prima giornata di programmazione al cinema Rossini di Venezia. Adolescenti, over 50. Qualche temerario genitore con figli piccoli e le classiche età di mezzo. Tutti lì, a prendere appunti per il nostro cuore. Tutti lì, sapendo cosa ci aspetta e allo stesso tempo con la speranza che quelle grandi lacrime che ci solcheranno il viso, si tramutino presto nell'abbraccio della felicità. Tutti lì, per credere in ciò che rende grande una creatura.

Dumbo (2019, di Tim Burton). Una scena su tutte. Imbizzarrita la mamma e intervenuta per proteggere il suo piccolo deriso nel corso della prima apparizione circense, viene messa sotto chiave in un'angusta e stretta stalla su quattro ruote. Dumbo la sente, e si avvicina. Dall'inferriata ci passa la lunga proboscide della mamma che si stringe a quella più piccina di suo figlio. Una scena di struggente amore tra due creature che nessun avido imprenditore potrà mai separare. Ci vorrà del tempo, certo. Ci vorrà coraggio e collaborazione, assolutamente. Ma nel nome di chi si ama e di chi amiamo, siamo pronti a tutto. Noi e Dumbo.

Il trailer di Dumbo

Dumbo - mamma e cucciolo
Dumbo - l'elefantino coccolato dalla piccola Milly (Nico Parker)
Dumbo - Holt (Colin Farrell) e Colette (Eva Green

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