Elizabethtown - il romantico abbraccio tra Claire (Kirsten Dunst) e Drew (Orlando Bloom) |
di Luca Ferrari
Un giovane votato al lavoro si ritrova d'improvviso senza più nulla, e per di più con un padre scomparso all'improvviso che non vedeva (e non ci parlava= da anni. Inizia così un viaggio verso la famiglia di origine nel tradizionalista stato del Kentucky, dovendo tenere alto l'onore dei suoi cari, da sempre vissuti nella più progressista costa occidentale. Nel suo percorso di avvicinamento, una persona venuta dal nulla lo metterà sulla retta via tra fiumi di parole, romantiche telefonate e un insperato viaggio solitario dentro di sé su quattro ruote che lo potrebbe condurre a cambiare vita. Preparate i fazzoletti, oggi si parte per Elizabethtown (2005, di Cameron Crowe).
Drew Baylor (Orlando Bloom) è un rampante design di calzature sportive. La sua ultima creazione, che avrebbe dovuto rivoluzionare il mercato, si è rivelata un fallimento colossale portando l'azienda, guidata dal potente Phil DeVoss (Alec Baldwin) che tanto aveva investito su di lui, a tagliare su tutto il possibile a cominciare proprio dal suo stipendio. Tornato a casa senza neanche più la fidanzata Ellen (Jessica Biel), il futuro di Drew appare alquanto compromesso e proprio quando pare disposto ad alzare definitiva bandiera bianca, ecco arrivare una telefonata che gli annuncia la morte di suo padre.
Dall'Oregon dunque, depresso e abbattuto, Drew si mette in viaggio per il Kentucky. Ed è lì, nella tratta aerea che fa la conoscenza di Claire Colbun (Kirsten Dunst), hostess logorroica che lo investe di parole poiché unico passeggero. Una ragazza dallo charme innegabile che gli spiega con tanto di piantina disegnata a mano come raggiungere Elizabethtown, la città nativa del padre Mitch, e dove ad attenderlo c'è tutta la famiglia di lui a cominciare dal cugino Jessie (Paul Schneider), lo zio Dale (Loudon Wainwright III) e l'ambiguo amico di famiglia, Bill Banyon (Bruce McGill).
Come se Drew non avesse già abbastanza preoccupazioni e pensieri, c'è in atto uno scontro tra i progressisti dell'Ovest che intendono cremare il defunto, e i conservatori del Sud che ovviamente ne pretendono la sepoltura. Tra un atterraggio e un volo intanto, Drew viene sempre più coccolato dalla nuova amica Claire, con cui continua a sentirsi fino a un intenso e romantico secondo incontro all'alba. Hollie Baylor (Susan Sarandon) intanto, la vedova, è arrivata insieme alla figlia Heather (Judy Greer) sorella di Drew, sfidando tutto e tutti. Decisa a dare l'ultimo saluto all'amato marito e seppellendo per sempre l'ascia di guerra con i parenti acquisiti.
Anche per Drew arriva il momento dei saluti, adesso però deve riprendere a fare i conti con se stesso e i propri demoni. L'impresa è ardua e le miglia sono tante fa fare prima di arrivare a casa. Adesso però non è più solo o quanto meno, lo dovrà decidere o meglio comprendere. Nella sua testa ricordi e rimpianti sfidano un futuro che ha bisogno di aria fresca e persone nuove per sopravvivere. Nel cuore di Drew si fanno largo quei sentimenti che aveva sempre tenuto alla larga ma adesso, con qualcuno di autentica che gli sussurra da lontano, neanche la più impervie delle risalite controcorrenti potrebbero fermarlo.
Dietro la macchina da presa di Elizabethtown (2005) c’è la sensibilità artistica e la passione musicale del regista Cameron Crowe (Singles - L'amore è un gioco, Jerry Maguire, La mia vita è uno zoo). Nelle parole della saggia hostess Claire, registrate per un ancora troppo sconsolato Drew, c'è un messaggio universale per iniziare a svegliarsi dal torpore, credere in se stessi e prendere il largo verso la propria felicità. E come avrebbe detto anche il menestrello Bob Dylan, La tristezza è più facile perché è una resa. Io dico, trova il tempo di ballare da solo... con una mano che si agita nell'aria!
Vidi Elizabethtown per puro caso. Una mia amica mi telefonò dalla Mostra del Cinema dicendomi di avere un biglietto per questo film. Non ero ancora il cinefilo che sono ormai da un pezzo, e di questo film sapevo qualcosa più per il regista che per altro. Mi recai incuriosito e del tutto ignaro che quel biglietto fosse per la Sala Grande del Festival veneziano. Traduzione, mi sarei accomodato poco distante da Susan Sarandon, Orlando Bloom e Kirsten Dunst. Il film mi conquistò all'istante. Infatuazione totale. Uscii già fremendo all'idea di comperare il DVD e la colonna sonora, semplicemente grandiosa.
La musica già, cosa aspettarsi d'altronde da un ex-giornalista di Rolling Stone, che seguì l'evoluzione del sound di Seattle e che nel ventennale della rock band Pearl Jam, girò un ottimo documentario? La musica è sempre stata una parte fondamentale della cinematografia di Cameron Crowe. Il diario di Claire per Drew è qualcosa dal sapore antico. Una di quelle creazioni che fino agli anno Novanta avevamo ancora voglia di fare, per poi farci assorbire dalla facilità e istantaneità di internet e gli smartphone. Foto. Frasi. Colori. Citazioni. Incontri. Il regista Premio Oscar per la Miglior sceneggiatura di Almost Famous (2001) fa risuonare la poesia dell'anima più vera.
Se Orlando Bloom (Il signore degli Anelli, Troy, Le crociate - Kingdom of Heaven) è ingenuo e naif, Kirsten Dunst (Wimbledon, Marie Antoniette, L'inganno) è semplicemente travolgente. Dolce. Romantica. Decisa. Il suo gesto di mimare una macchina fotografica che fa click è cult del cuore. Il suo autorichiamarsi - Ti prego Claire, non te ne andare - dopo la prima notte d'amore con Drew/Orlando che nel frattempo ronfa beato, è romance dai toni più ilari. Non è una svampita però, e capisce subito il motivo del viaggio del ragazzo. Lo lascia solo quando è il momento di guardarsi dentro, lei lo aspetterà se vorrà venire. Sarà così? Il suo basco rosso nella folla è un cuore palpitante, aperto e sincero.
Standing ovation per Susan Sarandon (Thelma & Louise, Shall We Dance?, Romance & Cigarette). Il suo monologo in terra "straniera" davanti a una rigida platea è tanto commovente quanto da risate incontrollate. Il suo conforto arrivato da "batacchio-Bob" è un toccasana in un'atmosfera di composto dolore. Danza da sola il tip tap, dedicando quei passi al marito defunto. Li guarda in faccia tutti, quella famiglia che l'accusò di averglielo strappato senza considerare che quell'uomo avesse fatto una scelta d'amore. L'amore di Hollie per l'appunto, e oggi è qui, a ricordarlo a tutti loro. Volendo essergli vicina per tramandare la memoria imperitura di un uomo che hanno amato.
In viaggio con l'amore fino a raggiungere Elizabethtown (2005, di Cameron Crowe). Elizabethtown è il viaggio che tutti dovremmo fare almeno una volta nella nostra vita.
Elizabethtown - la vedova Hollie (Susan Sarandon) tra i figli Heather (Judy Greer) e Drew (Orlando Bloom) |
Elizabethtown - la simpatica hostess Claire Colburn (Kirsten Dunst) |
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