Zootropolis - l'agente Judy Hopps e il neo-collega Nick Wilde
La grande lezione umana di Zootropolis (2016) nel nome dell'unione dei popoli. Oggi più che mai, la diversità deve diventare sinonimo di amore a cominciare da se stessi.
Quando ero piccola, pensavo che Zootropolis fosse un posto perfetto dove tuti vanno d 'accordo e ognuno può essere ciò che vuole. Poi ho scoperto che la vita reale è un po' più complessa di una frase a affetto. La vita reale è complicata. Tutti abbiamo dei limiti e tutti commettiamo errori e ciò significa, ehiiii il bicchiere è mezzo pieno! Tutti abbiamo qualcosa in comune e più cerchiamo di capirci l'un latro, più speciale sarà ognuno di noi ma dobbiamo tentare perciò non importa a quale specie (razza, cultura, religione, ndr) apparteniate, dal più grande degli elefanti alla prima dell nostre volpi. Io vi prego. Provate.
Provate a rendere il mondo un posto migliore. Guardatevi dentro per capire che il cambiamento parte da voi. Parte da me. Parte da tutti noi.”
Il sequel della serie cult anni '90, Beverly Hills 90210, è in arrivo. Riusciranno i loro protagonisti, orfani del compianto Luke Perry, nell'impresa di inserirsi nel terzo millennio delle serie d'autore?
Brendon, Kelly, Steve, Andrea, Brenda e Donna (vi prego, almeno nella nuova versione, ditelo corretto in italiano: si pronunzia Dana) si stanno destando. C'è chi fa colazione, chi si sta vestendo, chi sta uscendo, chi fa meditazione. Quale che sia la loro azione, il rumore prodotto rimanda ciascuno alla mitica sigla di John Davis suscitando ilarità e l'entusiasmo dei protagonisti originali della serie cult Beverly Hills 90210 di cui furono realizzate dieci stagioni (1990-2000). Ora è ufficiale, ci sarà un sequel. Un sequel col lutto al braccio vista la recente scomparsa di Luke Perry, interprete del ricco e tormentato Dylan McKay.
Beverly Hills 90210 è uno spaccato di vita degli anni Novanta, e per noi adolescenti italiani senza manco un'idea di cosa fosse internet, fu una delle serie pioniere nel raccontare/toccare certe tematiche, all'epoca ancora tabù o comunque non rivolte a un pubblico di giovani. Ricordi e reminiscenze a parte, che cosa potrebbe dire una nuova fase di Beverly Hills 90210 al mondo contemporaneo, per di più dove il mercato delle serie televisive ha raggiunto una qualità pazzesca? Nulla, e sarà un flop. Questa almeno è la considerazione più scontata. La storia lo dimostra. Ciò che funziona è figlio del presente. Tentativi di attualizzare ciò che fu un successo nel passato, si è sempre rivelato un penoso flop di ascolti e realizzazione.
Qualcuno potrebbe replicare a questa mi affermazione citandomi la 3° stagione di Twin Peaks (2017). Ognuno ovviamente il diritto di avere la propria opinione, ma è indubbio che la serie d'inizio anni Novanta che cambiò letteralmente il panorama, si è trasformata in un folle prodotto con una trama arzigogolata all'inverosimile e la cui unica ragione del suo successo, è nella venerazione esasperata che il pubblico ha del suo regista, David Lynch. Ma non è solo chi sta dietro le telecamere a essere cambiati, anche chi sta davanti hanno subito un'evoluzione, almeno in questi ultimi tempi di era digitale.
Fatta eccezione per Leonardo DiCaprio (Genitori in blue jeans) e Will Smith (Willy il principe di Bel-Air), la stragrande maggioranza dei protagonisti delle sitcom fino agli anni Duemila, non è mai riuscita sfondare nel settore film. Da Friends a Will & Grace, da Dawson's Creek a Big Bang Theory e così via. Non fa eccezione Beverly Hills 90210, del cui cast originale si sono perse le tracce se non per partecipazioni minori. Adesso invece sono gli attori più affermati del grande schermo a voler interpretare serie di successo o quelli meno noti, le usano come trampolino di lancio. Tra i tantissimi esempi, uno su tutti: Allison Janney, premio Oscar come Miglior attrice protagonista per Tonya (2017, di Craig Gillerspie) e personaggio principale della serie Mom, tutt'ora in corso.
Beverly Hills 90210 è compiti a casa, primi appuntamenti e corse in spiaggia. Beverly Hills 90210 è la spensieratezza di un'epoca che non tornerà più. Il 2019 è l'anno del nuovo film di Quentin Tarantino presentati al Festival di Cannes. Il 2019 è l'anno delle attesissime uscite della 4° stagione di Billions della seconda di Big Little Lies con la new entry Maryl Streep. Il 2019 sarà ricordato cone l'anno del quasi-record assoluto d'incassi di Avenger's End Game. Si, il 2019 sarà anche l'anno del ritorno di Beverly Hills 90210 ma resteranno solo poche righe d'inchiostro su di esso. Per tutti noi che lo abbiamo vissuto davvero quando era il momento, ne guarderemo pochi minuti e poi cambieremo canale, preferendogli la malinconica dolcezza dei nostri ricordi autentici e originali.
Il trailer del ritorno di Beverly Hills 90210
Il cast di Beverly Hills 90210 nei primi anni della serie (da sx in senso orario): Steve Sanders (Ian Ziering), Andrea Zuckerman (Gabrielle Carteris), Brandon Walsh (Jason Priestley), Dylan McKay (Luke Perry), Brenda Walsh (Shannen Doherty), Donna (Tori Spelling), David Silver (Brian Austin Green) e Kelly Taylor (Jennie Garth)
Nel numero di addio della storia direttrice del mensile Ciak, Piera DeTassis, l'omaggio di cineluk con una cinecolazione e un suo articolo sulle nuove eroine della settima arte.
Dal 1997 al 2019 Piera DeTassis è stata il direttore del mensile cinematografico, Ciak. Una rivista questa che in fasi alterne della mia esistenza, ho comperato e letto. E oggi, domenica 12 maggio, mi è venuto naturale leggere il suo articolo dedicato all'ultimo film animato di Michel Ocelot, Dilili a Parigi, con un equivocabile sottotitolo: "Abbiamo tanto bisogno di eroine". E come non essere d'accordo? La cultura è a un punto cruciale e i tempi ormai sono maturi. Anche la settima arte può, deve e sta facendo la sua parte e non solo a livello di regia e performance attoriali.
Da cineluk - il cinema come non lo avete mai letto, un augurio a suon di caffè e pancake fatti in casa a Piera DeTassis, per un eroico proseguimento nel mondo della settima arte.
“Gli artisti guidano, le mezze tacche vanno ad alzata di mano”, così disse un imbufalito Steve Jobs (Michael Fassbener) sfidando l'intero Consiglio di Amministrazione della Apple, da lui fondata, e il loro CEO John Sculley (Jeff Daniels), pronti a scaricarlo. E' stato davvero il Leonardo da Vinci dell'informatica Steve Jobs? Non ha importanza, in un'epoca dominata dai tutologi e un presente sempre più stupido e ignorante, fanculo loro.