Il maledetto United - l'allenatore Brian Clough (Michael Sheen) |
di Luca Ferrari
Dai bassifondi della seconda Divisione alla promozione nella massima serie fino alla conquista del trono (calcistico) d'Inghilterra. La favola sarebbe già perfetta se non fosse che l'allenatore Brian Clough, passò inaspettatamente a guidare l'allora squadra più forte, il Leeds United, da lui sempre molto criticata per il comportamento sul campo, e prendendo il testimone dall'ancor più inviso, Don Revie. Ascesa, discesa nelle sabbie mobili del successo e ripresa immortale per un allenatore che cambiò per sempre il calcio anglosassone. Il maledetto United (2009, di Tom Hooper).
Brian Clough (Michael Sheen) è un rampante allenatore del Derby County, squadra modesta che milita nella serie B inglese. Al suo fianco c'è sempre il fedele assistente Peter Thomas Taylor (Timothy Spall), uomo capace. Brian pensa in grande e sogna la grandezza. Vuole la gloria, pretende la gloria ma competere con squadre del calibro di Leeds United, Liverpool e Manchester United, non sembra neanche un pensiero di fantasia. Arrivato nell'allora First Division (oggi Premier League), Clough viene snobbato dal borioso Don Revie (Colm Meaney) che insieme ai suoi ragazzacci del Leeds, strapazzano la povera matricola.
Clough non ci sta. Vuole di più. Pretende di più. Fatti gli acquisti giusti, intuiti dallo stesso Taylor, il coach riesce a far aprire il portafogli al Presidente americano Sam Longson (Jim Broadbent). Il resto è storia del calcio inglese ma non è finita. Brian Clough è all'apice della fama e quando è proprio il Leeds a chiamarlo, sente che è arrivato il momento della sua rivincita. Una scelta questa molto pericolosa, che lo vedrà abbandonare il fedele e leale Peter nel nome dei riflettori più accecanti. Clough però non si farà abbattere e quando deciderà di tornare a fare il suo calcio, con i suoi uomini, ecco che una squadretta come il Nottingham Forest compirà delle imprese fino a un attimo prima, anche solo impensabili.
Si può amare, odiare o essere indifferenti al pallone ma Il maledetto United (2009, di Tom Hooper) è un film davvero ben fatto, incentrato su di una disciplina con poco appeal cinematografico a parte qualche rarissima eccezione, tra cui la brillante commedia giovanile anglo-hindi Bend it Like Beckham - Sognando Beckham (2002, di Gurinder Chadha con una giovanissima Keira Knightley). Salvo spezzoni di calcio autentico, dello sport filmato e girato c'è ben poco. La pellicola si concentra sull'uomo Clough, le sue ossessioni e ambizioni. Un uomo però capace di comprendere i proprio errori, tornare sui propri passi e non retrocedere mai nelle sue intenzioni.
Più volte interprete dell'ex-Primo Ministro Tony Blair, incluso nell'immortale The Queen - La Regina (2006, di Stephen Frears), Michael Sheen centra il ruolo (fin qui) della carriera, ancor più del giornalista australiano David Frost che mandò al tappeto il Presidente Richard Nixon (Frank Langella) nel grandioso Frost/Nixon - Il duello (2008, di Ron Howard). E' arrogante, sicuro di sé e convinto di avere ragione. Tutte qualità che coach Clough aveva per davvero (così ho letto, ndr). Ne capisce di calcio, è indubbio. Riesce a trasmettere passione per uno sport, ancora oggi falcidiato da tifoserie volgari e razziste verso cui però l'Inghilterra (per lo meno in casa), a differenza dell'Italia, è riuscita a far cambiare registro.
Dopo Il maledetto United, il regista londinese Tom Hooper classe '72 non si è più fermato, in principio conquistando quattro premi Oscar con Il discorso del re (2010): Miglior film, regia, sceneggiatura originale e attore protagonista (Colin Firth). Passano tre anni, ed ecco un'altra sua creatura a lasciare il segno: il musical Les Miserables (2013) dove, oltre alle superbe prove di Hugh Jackman (Valjean), Amanda Seyfried (Cosette) e Russell Crowe (Javert), Anne Hathaway (Cosette) si aggiudica il premio Oscar come Miglior attrice non protagonista, quest'ultimo vinto anche da Alicia Vikander in The Danish Girl (2015), film sempre da lui diretto e presentato in anteprima mondiale alla 72° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
Avversari sul rettangolo di gioco ne Il maledetto United, e qualche anno dopo sull'ancor più impervio "prato" della politica alla ricerca di un epocale accordo di pace nell'Irlanda del Nord ancora provata dalla guerra civile. A interpretare infatti nel film Il Viaggio (The Journey), 2016 di Nick Hamm il leader del Partito Democratico Unionista, Ian Paisley e il repubblicano Martin McGuinness, proprio loro, Timothy Spall e Colm Meaney. Truce e rigido il primo, più progressista il secondo. L'esatto contrario dei loro ruoli nel lungometraggio calcistico.
Cosa c'è di meglio di gustarsi un film sul calcio inglese il giorno della finale di Champions League che vedrà scendere in campo due squadre di Sua Maestà, Liverpool e Tottenham, entrambe strepitose nel ribaltare un verdetto già scritto dopo le semifinali di andata rispettivamente contro il Barcellona stellare di Messi e il rampante Ajax, killer di Real Madrid e Juventus? Cinematograficamente parlando, nulla. Sarebbe stato davvero interessante conoscere il pronostico di Brian Clough (1935-2004) e Peter Thomas Taylor (1928-1990) ma una cosa è certa. Entrambi sarebbero stati molto fieri del traguardo raggiunto, anche per il calcio e il comportamento che le due finaliste sanno esprimere sul campo.
Il maledetto United - Peter Thomas Taylor (Timothy Spall) e Brian Clough (Michael Sheen) |
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