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martedì 22 settembre 2020

La vita è un biscotto - Armagedon Outa Here

Una settimana da dio - un senzatetto sotto mentite/divine spoglie (Morgan Freeman)
Chi non vorrebbe essere il padrone dell'universo. E che scoperta capire (davvero) che ciò che conta è accanto a noi. Alla riscoperta del cult Una settimana da dio (2003, di Tom Shadyac).


Ho sempre adorato il finale del film Bruce Almighty - Una settimana da dio (2003, di Tom Shadyac) con Jim Carrey, uno strepitoso Steve Carrell, Morgan Freeman e Jennifer Aniston). Genuinamente sincero e intriso di speranza. Dalla clip finale ARMAGEDON OUTA HERE, che liberamente mi sento di tradurre in "fottiti apocalisse", racchiudo in quel sostantivo tutto il peggio dell'essere umano. Un'umanità che è tempo torni a credere e lottare per valori come l'altruismo e il rispetto, le vere fondamenta di una società.

"La vita è un biscotto ma se piove, si scioglie" Bruce Nolan.

Una settimana da dio - il finale

mercoledì 16 settembre 2020

A scuola da "Lo chiamavano Trinità..."

Lo chiamavano Trinità... - Bambino (Bud Spencer) e Trinità (Terence Hill)
La prima lezione per i piccolissimi che mercoledì 16 settembre cominceranno l'inserimento alla Scuola Materna? Lo chiamavano Trinità... (1970, di Enzo Barboni).

di Luca Ferrari

"Non fidatevi di nessuno, nemmeno degli amici... Capito?" metteva in guardia Faina. "L'esperienza è la migliore maestra. Se non avete forza nelle braccia, potete sempre usare le gambe... Come me!" suggeriva invece Timido. "Visto cosa succede, è questione di riflessi" ammonisce il corpulento Bambino. "Ripeto: blocchi di sinistro, e parti di destro" aggiunge lo scaltro pistolero Trinità. Voi che dite, dovremmo attingere all'epica western bonacciona di Lo chiamavano Trinità... (1970, di Enzo Barboni)" per dare i nostri più saggi consigli a quelle creaturine che oggi, mercoledì 16 settembre 2020, iniziano l'inserimento della scuola materna?

L'avido e spietato Maggiore (Paolo Magalotti) si è alleato con la banda dei messicani di Mezcal (Remo Capitani), mettendo così la comunità degli agricoltori mormoni in serio pericolo. Nessuno li potrebbe salvare se non la più improbabile delle combriccole, pronta a calarsi nelle veste di docenti di sberloni & cazzotti (per legittima difesa). Ve li presentiamo. Uno sceriffo opportunista con tanto di taglia sulla testa, detto la mano sinistra del diavolo: Bambino (Bud Spencer). Insieme a lui, i suoi uomini Faina (Ezio Marano) e Timido (Luciano Rossi). Con loro, la mano destra del diavolo, fratello del primo. Uno che cerca rogne "perché non sa fare altro". Uno dal grilletto facilissimo, schierato però sempre dalla parte dei più deboli: Trinità (Terence Hill).

Una cosa è certa, presto o tardi i nostri pulcini incontreranno dei prepotenti sul loro cammino e la speranza è che nel frattempo qualcuno li abbia preparati a rispondere a dovere, e non si sia girato dall'altra parte sperando che le cose in qualche modo si sistemino (perché tanto non si sistemano). Il bullismo inizia con una merendina rubata e finisce con un gruppetto di vigliacchi che ti picchiano in una calle o vicolo che sia. OK, forse è un po' presto per chiamare in causa Bud Spencer e Terence Hill ma ehi, nulla vieta di imparare fin da piccol(issim)i qualche lezione che tornerà sempre utile, divertendosi insieme e incominciando proprio da Lo chiamavano Trinità... (1970, di Enzo Barboni).

Un ultimo consiglio, figliolo: devi bloccare di sinistro, non di destro!


Lo chiamavano Trinità - l'addestramento dei mormoni

Lo chiamavano Trinità... - da sx Trinità (Terence Hill), Timido (Luciano Rossi), Bambino (Bud Spencer), Faina (Ezio Marano)
Lo chiamavano Trinità... - Trinità (Terence Hill)
Lo chiamavano Trinità... - Bambino (Bud Spencer)
Lo chiamavano Trinità... - Faina (Ezio Marano)
Lo chiamavano Trinità... - Timido (Luciano Rossi), 
Lo chiamavano Trinità... - Bambino (Bud Spencer), Faina (Ezio Marano) e Trinità (Terence Hill)

sabato 5 settembre 2020

Venezia77, Padrenostro che sei l'Italia

Padrenostro - Alfonso Noce (Piefrancesco Favino)
 Dalle lacrime di Padrenostro (di Claudio Noce), in Concorso a Venezia77, ad amare riflessioni su un'Italia schiava di passati mai compresi, rivisitazioni storiche ed egoismi ideologici

di Luca Ferrari

Non sappiamo nulla del terrorismo di Destra. Non sappiamo nulla del Terrorismo di Sinistra. Troppo impegnati a vedere congiure ovunque. Troppo impegnati a spararci l'un contro l'altro. A Venezia77 Claudio Noce ci riporta negli Anni di Piombo con una storia vis(su)ta con gli occhi di un bambino. Lì, davanti a lui, suo padre, il magistrato Alfonso Noce, interpretato da Pierfrancesco Favino, scampato miracolosamente a un attentato dei Nuclei Armati Proletari (NAP). Una storia umana che mi ha tirato Venomamente fuori amare riflessioni su questo paese.

Oggi non parlo di cinema. Oggi scrivo qualcosa che mi esce da ogni fibra. Oggi parlo di una nazione ammalata di passato, che si guarda le ferite togliendosi lentamente la crosta e versandovi alcol scaduto sopra. Parto dal film Padrenostro, presentato in Concorso alla 77. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2-12 settembre) uscendo dal grande schermo, per testimoniare una nazione che sta ancora brindando per la vittoria della II Guerra Mondiale e allo stesso tempo meditando vendetta contro chi l'ha liberata dal fascismo.

I diciottenni che si avviano all'università sapendo poco o niente del Dopoguerra in poi. Non è da meno la mia generazione. Piccoli flash in Italia e nel mondo: Gandhi, Mandela, il Vietnam, le Torri Gemelle, il Ruanda (forse). I nostri anni di piombo sono in mano alla politica, riscritti e accartocciati a seconda di chi comanda. L'Italia è il paese dove le destre si sono appropriate della memoria delle foibe. L'Italia è il paese dove tutto è il contrario di tutto. L'Italia è il paese dose si onorano Falcone e Borsellino ma sotto sotto in troppi li chiamano infami.

Il cinema, come ogni forma d'arte, ha sempre avuto e ha tutt'ora l'ambizione di ispirare un cambiamento nel mondo. Ora mi chiedo, quante persone andranno a documentarsi davvero sul terrorismo italiani dopo aver visto, anche solo sentito parlare di questo film? L'Italia è il paese dove sappiamo già tutto di tutti. Il paese forgiato da una cultura che non vuole mai mettersi in discussione e dunque impossibilitato a evolversi su larga scala. Non posso rimanere in sala, mi intimano di uscire. Sono fuori e troppo di cui vedo non mi piace. Adesso però è tempo di elezioni e ogni candidato mi ha già promesso che migliorerà ogni cosa.

Venezia77 - l'attore Pierfrancesco Favino © La Biennale foto ASAC
Venezia77 - l'attrice Barbara Ronchi © La Biennale foto ASAC
Venezia77 - Il regista Claudio Noce e l'attore Pierfrancesco Favino © La Biennale foto ASAC
Padrenostro - Alfonso Noce (Piefrancesco Favino)

venerdì 4 settembre 2020

Venezia77, il leone Tilda Swinton

Venezia77. L'attrice Leone d'oro alla carriera 2020, Tilda Swinton © La Biennale foto ASAC
Sul red carpet blindato di Venezia77 si accendono i riflettori per la consegna del Leone d'oro alla carriera all'attrice Tilda Swinton, accompagnata dal regista Pedro Almodovar.

di Luca Ferrari

Il secondo giorno della 77. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2-12 settembre) ha visto risplendere Tilda Swinton (Burn After Reading, Io sono l'amore, Solo gli amanti sopravvivono), premiata con il Leone d'oro alla carriera. L'attrice britannica è sbarcata in laguna anche per l'anteprima del documentario, The Human Voice, scritto e diretto dal regista spagnolo Pedro Almodovar, anch'esso insignito del medesimo e prestigioso riconoscimento nella scorsa edizione del Festival.

Venezia77. L'attrice Tilda Swinton e il regista Pedro Almodovar al photocall © La Biennale foto ASAC
Venezia77. Il regista Pedro Almodovar e l'attrice Tilda Swinton al Photocall © La Biennale foto ASAC
Venezia77. Il regista Pedro Almodovar al photocall © La Biennale foto ASAC
Venezia77. L'attrice Leone d'oro alla carriera 2020, Tilda Swinton sul red carpet © La Biennale foto ASAC
Venezia77. Il regista Pedro Almodovar e l'attrice Tilda Swinton © La Biennale foto ASAC
Venezia77. Il regista Pedro Almodovar e il direttore del festival, Alberto Barbera © La Biennale foto ASAC

mercoledì 2 settembre 2020

Venezia77, le Molecole di Andrea Segre

Il regista Andrea Segre (al centro), alcuni dei protagonisti di “Molecole
posano insieme al Direttore della Mostra del Cinema di Venezia, Alberto Barbera © La Biennale foto ASAC
Venezia inaugura Venezia. Nella serata di preapertura della 77. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica (2-12 settembre), è stato presentato in anteprima Molecole di Andrea Segre.

di Luca Ferrari

C'è chi l'ha vista in televisione e chi l'ha vissuta durante il lockdown. Venezia solitaria. Venezia senza masse turistiche. Una Venezia così nemmeno i "vecchi" l'avevano mai vis(su)ta. Alla serata di preapertura della 77. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (2-12 settembre), è stato presentato in anteprima il documentario Molecole, del regista veneto Andrea Segre (Mare chiuso, La prima neve, Il pianeta in mare). Il ritratto di una città unica al mondo. Un lavoro non previsto, esattamente come tutto ciò che abbiamo visto accadere in questi mesi.

Il trailer di Molecole

Molecole (di Andrea Segre)
Molecole (di Andrea Segre)
Molecole (di Andrea Segre)
Molecole (di Andrea Segre)
Molecole (di Andrea Segre)
Il Direttore del Festival, Alberto Barbera, e il regista Andrea Segre © La Biennale foto ASAC
Venezia77 - Il regista Andrea Segre (al centro), alcuni dei protagonisti di “Molecole” 
© La Biennale foto ASAC
Molecole (di Andrea Segre)