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martedì 5 marzo 2013

And the Oscar goes to… United States

Michelle Obama annuncia il film vincitore dalla Casa Bianca
Una settimana fa i giornali cartacei uscivano con colate d'inchiostro per incensare i trionfatori della 85° edizione dei Premi Oscar

di Luca Ferrari


Un vincitore assoluto non c’è stato. Si sono equamente spartiti le luci della gloria varie pellicole, in particolare La Vita di Pi (di Ang Lee), il musical Les Misérables (di Tom Hooper), Lincoln (di Steven Spielberg), Django Unchained (di Quentin Tarantino) e Argo (di Ben Affleck). Quest’ultimo ha avuto un trattamento a dir poco speciale nel momento di essere proclamato Miglior Film. Annunciatrice d’eccezione, la First Lady Michelle Obama, direttamente live dalla Casa Bianca.

Prodotto da George Clooney, Argo ha meritato il premio. Racconta una storia vera ambientata a Teheran durante la Rivoluzione Khomeinista, e sebbene il suo abile regista non trascenda né in facili patriottismi né in altrettanto scontate condanne, sicuramente ha regalato un sorriso ai Servizi Segreti americani, troppo spesso macchiatisi di abusi o fallimenti veri e propri (Iran incluso). 

L’11 settembre scorso intanto, prima che la pellicola sbarcasse sul grande schermo, l’ambasciatore americano in Libia, John Christopher Stevens, è stato ucciso a Bengasi durante una violenta manifestazione scatenatasi in seguito alla messa in onda del film Innocence of Muslims.

Troppo facile non vedere similitudini con sedi consiliari prese d’assalto. E gli Stati Uniti, maestri nel cantarsela (una volta per tutte, è stata l’Inghilterra a salvarci dal nazismo, fatevene una ragione), hanno messo in atto nel regno della finzione, Hollywood, una grandiosa performance presidenziale, consacrando il meritevole lavoro di Affleck quasi per dare al mondo l’immagine di nazione che le operazioni segrete le sa far bene. 

Non vado oltre perché entrerei in meandri e valutazioni politiche poco attinenti al tema. Però anche alla serata degli Oscar c’è stato poco cinema e troppa politica. Sembrava uno spot elettorale. 

Se un giorno, e grazie ai consensi ottenuti da quella serata, il presidente Barack Obama riuscirà a dare la sanità gratuita al popolo americano alla faccia delle lobby assassine, lunga vita a simili show. In caso contrario, non strumentalizzate il cinema perché dubito che se il film avesse trattato un altro punto di vista ci sarebbe stato lo stesso speaker. 

Argo non deve essere mera celebrazione di una missione che ha comunque portato in salvo delle persone. Argo può anche diventare lo spunto per una riflessione sulla trasparenza di certi appoggi (Scià di Persia), e la dignità che ciascun essere umano deve avere a dispetto della bandiera che sventola sopra la testa o della fede che abbraccia, o di qualsiasi altra logica.

Argo (2012, di Ben Affleck)

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