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martedì 25 giugno 2013

Supermen, la dolce dittatura dell'uomo d’acciaio

L’uomo d’acciaio (2013, di Zack Snyder) - Superman (Henry Cavill)
L’uomo d’acciaio è venuto per salvare la plebe schiacciata dalla tirannia. Ma perché aspettare sempre il massimo esempio del singolo? 


Sono un fan dei supereroi cinematografici Marvel. Ho apprezzato (e apprezzo) il Dark Knight svolazzante oscuro di Christopher Nolan, quindi non dovrei stare qui a lanciarmi in piroette intellettuali sull'ultima avventura del neo-salvatore del Pianeta Terra, quel Kal-el/Clark Kent/Superman, L’uomo d’acciaio (Man of Steel, 2013, di Zack Snyder). 

Una delle frasi cult di questa pellicola, di cui non entro nei dettagli della storia perché ancora da viverla nel grande schermo, è pronunziata dal padre dell’eroe, Jor-El (Russel Crowe) che sentenzia in modo fiero: “Sarai un dio per loro. Darai loro un ideale per cui battersi. Si affretteranno a seguirti, vacilleranno, cadranno ma col tempo si uniranno a te nella Luce. Col tempo li aiuterai a compiere meraviglie”. 

Frasi d’indubbio effetto ma la storia del genere umano la conosciamo tutti.Superman sarà anche un’ispirazione come dice il saggio genitore, ma di fatto il popolo non ambirà mai a compiere imprese eccezionali perché tanto ci sarà sempre lui. Il suo augurio è nobile, ma la realtà è un’altra cosa. E dopo di lui ne verrà un altro a “illuminarci” (di qui il plurale del titolo, Supermen; se qualcuno pensava fosse un errore, non lo è). 

E quell’uno verrà presto collocato sull’altare degli intoccabili al limite (oltre?) della divinità. Troppo spesso la razza umana si cela nell’ombra lasciando al singolo l’onere e l’onore di compiere ogni ardita missione. Non senza fastidio mi chiedo allora, perché nell’anno 2013 siamo ancora spasimanti del despota illuminato?

E per assurdo, chi mi dice che un giorno il supereroe non diventerà un supercattivo? Dopo tutto è successo anche al cavaliere senza macchia, il procuratore distrettuale Harvey Dent trasformatosi in Due Facce. Chi mi garantisce che questo non potrà accadere anche ad altri esimi personaggi? I fumetti di Stan Lee? Si, è probabile però è troppo poco. 

Prima ancora dell'immaginazione, la fantasia è figlia della realtà. Non è un caso che dalle pagine Ridley-Scottiane del Gladiatore (2000), l’acuto senatore Gracco (Derek Jacobi), di fronte alla possibilità che l’Ispanico Massimo Decimo Meridio (Russel Crowe) liberasse Roma dal giogo sanguinario dell’Imperatore Commodo (Joaquin Phoenix), dica allarmato: “Non voglio barattare una tirannia per un’altra”.

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