American Sniper - Chris Kyle (Bradley Cooper) |
di Luca Ferrari
Un uomo come tanti fino agli attentati delle ambasciate statunitensi verso la fine degli anni Novanta. Poi il senso del dovere e di protezione dei più deboli (americani) ben inculcato dal rigido padre, fanno dell'uomo un soldato devoto. E così addio a rodei e facili conquiste femminili, si entra nei Navy SEAL. Clint Eastwood dirige American Sniper (2014), film basato sull'autobiografia del cecchino Chris Kyle (1974-2013).
Gli equilibri (e i nervi) a stelle e strisce sono saltati. Dopo l'Afghanistan è arrivato anche il momento di attaccare l'Iraq. E nella crociata per la libertà di George W. Bush rientra anche Chris (Bradley Cooper), in partenza per la sua prima missione. Lì, nel “regno del terrore” Husseiniano (alleato degli USA fin quando era "necessario" gassare gli iraniani, ndr), la sua incredibile mira gli farà guadagnare un soprannome degno di qualche Marvelliano supereroe. Sarà chiamato Leggenda dai suoi commilitoni, il diavolo di Ramadi dai suoi nemici che gli piazzeranno sulla testa anche una ricca taglia.
Clint Eastwood non è certo un novizio in fatto di pellicole belliche. Questa volta prò il regista si è limitato al proprio dovere. Non si espone né da giudizi. È sul grilletto della prima uccisione di Kyle in terra irachena quando un ragazzino sta per lanciare una granata contro l'esercito americano. Lui è appostato su di un tetto ed è lì per una missione: proteggere i propri soldati. L'esitazione umana è comprensibile ma alla fine il dovere ha un solo interlocutore: il fuoco.
Abituati a qualche maggior spunto riflessivo, Eastwood si trincea abilmente dietro le pagine autobiografiche del protagonista, senza minimamente penetrare dentro una guerra-farsa iniziata con menzogne propinate al popolo americano e al mondo intero sulle presunte armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. Lasciando per di più l'onere delle riflessioni al mero essere umano e i suoi inevitabili flashback una volta rientrato a casa. Senza il benché minimo dubbio morale sul proprio operato in Iraq.
Chris è un bravo marito e padre affettuoso. Si è sposato con Taya (Sienna Miller). Insieme hanno avuto due figli. Nel proprio ambito lavorativo è un eroe, eppure questo non basta. Per un uomo abituato a vedere il mondo dentro un mirino, una festa di compleanno di bambini che adrenalina potrà mai dargli? Sembra una domanda retorica e antipatica, ma è così. Vale per i militari come per i reporter di guerra. Il sangue è una droga e la realtà è sfasata. Alterata.
Dalla quiete del ritrovato Texas all'implacabile sabbia mediorientale. Come una pallina di ping pong Kyle vive gli estremi dell'esistenza umana. La dolcezza dell'amore e la sofferenza della più atroce delle follie umane. Le direttive paterne sono ancora forti dentro di sé. Kyle non è in Iraq per la propria bramosia ma non intende restare in disparte mentre i propri connazionali muoiono. Kyle è partito volontario per difendere gli Stati Uniti. In Iraq esegue solamente gli ordini. Le stesse parole che ripetevano i gerarchi nazisti a Norimberga.
American Sniper - Chris Kyle (Bradley Cooper) e Taya (Bradley Cooper) |
Bradley Cooper e il regista Clint Eastwood sul set di American Sniper |
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