The Imitation Game - Alan Turing (Benedict Cumberbatch) |
di Luca Ferrari
Ha decifrato un codice indecifrabile. Ha salvato milioni e milioni di vite. A ostilità terminate però, non c'è stata nessuna medaglia per il matematico inglese Alan Turing ma l'accusa di omosessualità e conseguente castrazione chimica. E così, l'uomo che contribuì in modo inoppugnabile a far vincere gli Alleati nella II Guerra Mondiale gettando allo stesso tempo le basi per il moderno computer, ha finito per suicidarsi all'età di 41 anni. Il regista norvegese Morten Tyldum ne racconta la storia in The Imitation Game (2014).
Un'adolescenza scandita tra solitudine, doti intellettive fuori dal comune e bullismo fecero di Alan Turing (Benedict Cumberbatch) uno dei migliori matematici della sua generazione. Nel corso della II Guerra Mondiale, quando tutto era ancora in ballo, i nazisti usavano una particolare macchina per le loro comunicazioni, il codice Enigma. Qualcosa che nessuno era in grado di decifrare. Caratteristica letale, il fatto che ogni giorno vi fosse un'impostazione nuova rendendo così i precedenti sforzi di comprensione del tutto inutili.
Alan allora si presenta dal Comandante Alastair Denniston (Charles Dance) per candidarsi all’arduo lavoro. All'idea però di fare squadra con altri colleghi, Turing non è per niente entusiasta. Le cicatrici della gioventù sono ancora vivide. Non si fida di nessuno. Non vuole nessuno accanto a dispetto dell'effettiva disponibilità altrui. Ad aumentare la sua antipatia, il fatto che non sia lui il capo del team ma lo scacchista Matthew Goode (Hugh Alexander).
Mal tollerato dal comandante Denniston che vorrebbe sbatterlo fuori, Alan procede per la sua strada, convinto che solo una macchina possa fare quello che l'uomo non è in grado. Con l'aiuto del capo dei servizi segreti dell'MI6, Stewart Menzies (Mark Strong), che intercede per lui con Winston Churchill in persona, riesce a farsi mettere alla testa del gruppo di geniacci, cacciandone inoltre via due ritenuti poco qualificati e di scarso rilievo. Il lavoro però è tanto e servono altre quattro mani capaci. Attraverso un test iniziato con un cruciverba pubblicato sul giornale arriva Joan Clarke (Keira Knightley).
La storia fa il suo corso. Le più brillanti menti dei sudditi di Sua Maestà arrivano a scoprire l'inscopribile anche se, e qui è il dramma, non potranno semplicemente anticipare le mosse dei nazisti se no verranno scoperti. Arriva il momento delle scelte, lasciando alcuni morire e altri vivere. Ma questo è l'orrore delle guerra. Un orrore inevitabile. Ciò che invece poteva essere evitato è l'umiliazione per un uomo che fece così tanto per il tracollo della dittatura Hitleriana.
La regia si alterna tra presente e passato. Complice un furto nella propria casa e l'indagine dello zelante detective Nock (Rory Kinnear), il mite Turing si ritrova al comando di polizia dall'altra parte della scrivania a doversi giustificare per il proprio orientamento sessuale, lasciando poi spazio all'epilogo più tragico. Non basta la ritrovata amicizia con Joan, prima sposata per convenienza di entrambi e poi deragliata, a dargli la forza per accettare quest’ignobile punizione medievale.
Tyldum entra nei rifugi antiaerei della Londra sotto attacco. Ci mostra la frenetica corsa contro il tempo per fermare la macchina di morte tedesca. E quando la casualità si fa rivelatrice, è un tripudio di gioia ma, come si vedrà, anche di dolore. In mezzo a tutto questo, a una guerra poi finita e una normalità riguadagnata, c'è ancora una volta il dramma del diverso. Picchiato ed emarginato.
A distanza di pochissimo tempo sono sbarcate sul grande schermo due pellicole britanniche capaci di trattare in modo del tutto differente la discriminazione degli omosessuali. Pride (2014, di Matthew Warchus) e ora The Imitation Game (non va dimenticato che oltre agli ebrei, le deportazioni di massa furono “aperte” a tutti gli omosessuali). Due pellicole alla fine delle quali non ci si può non chiedere quale sia il grande male recato all'umanità da persone che provano pulsioni per esseri umani del loro stesso sesso.
The Imitation Game - Turing (Benedict Cumberbatch) e il Com. Denniston (Charles Dance) |
The Imitation Game - Joan (Keira Knightley) e Alan (Benedict Cumberbatch) |
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