La teoria del tutto - Stephen Hawking (Eddie Redmayne) e Jane (Felicity Jones) |
di Luca Ferrari
Tutto è possibile. Quante volte abbiamo sentito ripetere queste parole, in particolar modo quando la vita riserva brutte sorprese. Se a tramandare questa breve frase però è una persona malata di atrofia muscolare progressiva, che è stata comunque capace di laurearsi, sposarsi, mettere al mondo tre figli, diventare uno dei più importanti astrofisici del mondo e comunicare mediante un sintetizzatore vocale, ossia Stephen Hawking, allora “forse” bisognerebbe davvero credergli.
James Marsh dirige La teoria del tutto (2014, The Theory of Everything), adattamento cinematografico della biografia Verso l'infinito (Travelling to Infinity: My Life With Stephen), di Jane Wilde Hawking.
Il ventunenne Stephen Hawking (Eddie Redmayne) è un ragazzo come gli altri. Brillante, certo. Un giovane geniaccio di Cambridge esperto in cosmologia. A una tipica festa universitaria incontra una ragazza, Jane (Felicity Jones). Scocca subito la scintilla. Lui, un fisico ateo. Lei, credente e specializzata in letteratura e poesia. Due universi umani si avvicinano e si amano. Il mondo è davanti a loro fino a quando il giovane si ammala gravemente, con la tragica prospettiva di avere davanti a sé solo due anni di vita.
Chiunque crollerebbe, e così pure Stephen. Non è soprannaturale. Vorrà anche svelare i misteri dei buchi neri ma è pur sempre una persona con sentimenti e paure. Giorno dopo giorno la sua salute peggiora, a cominciare dai movimenti e passando in sequenza dalle stampelle alla sedia a rotelle. Jane però non lo abbandona. Lo ama e lui ama lei. Restano insieme. Non “tutto” degenera nella carne di Stephen, tant'è che riescono a mettere al mondo due figli a poca distanz, più un terzo anni dopo.
Da una parte c'è lo scienziato che studia e lavora, dall'altra c'è l'uomo che ha intenzione di lottare e smentire le previsioni mediche. Così è, ma la vita familiare è dura, anche per la sua dolce metà alle prese con un marito e le ovvie difficoltà del tutto, più di figli che vedono nel padre soprattutto un giocoso adulto. Ad attenuarle la pesantezza della vita arriva il giovane vedovo Jonathan Hellyer Jones (Charlie Cox), direttore del coro della chiesa.
Jonathan è solo e nella famiglia Hawking trova un posto dove sentirsi amato e per Jane è una risorsa, oltre che di aiuto disico anche di supporto mentale. Gli anni passano e qualcosa s'incrina nella coppia. Stephen rischia la vita a più riprese. Deve subire una tracheotomia urgente e non riuscirà più a parlare se non grazie a un'apparecchiatura. Il supporto di una specialista a quel punto risulterà vitale, ed ecco dunque entrare nella sua vita la brillante Elaine Mason (Maxine Peake).
Non solo profondità e coraggio. Ne La teoria del tutto c'è posto anche per il più classico humour British, a cominciare dalla voce artificiale di Hawking che ha la cadenza americana e non inglese. O quando un professore russo, dopo aver ascoltato il giovane prodigio, prende la parola e dice: “Ero venuto qui convinto di ascoltare un sacco di sciocchezze. Devo ammettere che tornerò a casa deluso”. Anche il fedele amico Brian (Harry Lyod) ci mette del suo. Dopo essersi assicurato delle prestazioni sessuali di Stephen, mentre gli prende la sedia a rotelle lo depone tra le braccia di una statua della Regina Vittoria.
"La teoria del tutto è un film imperdibile" ha commentato il dott. Nicola Di Monaco, giornalista e docente universitario di Storia, "Una commovente storia d'amore tra scienza e sfida all'impossibile". Un film già vincitore di due Golden Globe, di cui uno a Eddie Redmayne per la sua straordinaria interpretazione di Hawking, e candidato a cinque premi Oscar. Un film capace di andare oltre i buchi neri, lo studio e la mera voglia di sopravvivenza. Un film dove la teoria della vita umana approda sempre e solo all'unica conclusione possibile: l'amore, eterno e mutevole.
La teoria del tutto - Brian (Harry Llyod) e Stephen (Eddie Redmayne) |
La teoria del tutto - Jane (Felicity Jones) e Stephen (Eddie Redmayne) |
La teoria del tutto (2014, di James Marsh) |
visto.., secco., limpido., " ironico", travolgente nella trama e nella super interpretazione dell' attore protagonista. il trascendente aspetto del cinema e della vita..!, sorprendente. stimolante. oltre il limite. grazie all ' Amore. terreno e universale. Energia allo stato puro., e in continua evoluzione. grazie Luk
RispondiEliminaGran bel commento Flavia... si capisce che l'hai davvero "sentito" questo film, dando così ragione al vecchio e saggio Don Pedro Aragon (Anthony Quinn) che così diceva: "dove noi (uomini) pensiamo, loro (donne) sentono, sono creature del cuore"... Il profumo del mosto selvatico (1995, di Alfonso Arau)
Eliminapreziosa indicazione., mi piace molto il titolo.! , prossimo libro da leggere, grazie
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