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venerdì 17 giugno 2016

I mental coach Don Camillo e Peppone

Don Camillo - l'allenatore Peppone (Gino Cervi) prepara i suoi ragazzi
Non c'è partita di calcio che tenga. Che si tratti di un impegno della Nazionale o una sfida di Champions League, per motivare i giocatori a dovere ci sono solo Peppone e Don Camillo.

di Luca Ferrari

Tattica pre-partita? Ma per carità! Lavoro psicologico sulle proprie capacità? Lo facciano pure gli altri! Letture appropriate e illuminanti come "L'arte della guerra"? Ma dove siamo, in trincea?!? Andiamo, andiamo. Qui ci vuole decisione e fermezza. Niente giri di parole. Pelo sullo stomaco e un innato desiderio politically scorrect di fare a pezzi il proprio avversario. Qui ci vogliono due autentici motivatori. Due personaggi che si mangerebbero a colazione i tanti fallaci mental coach del terzo millennio. Si, proprio loro. Gli unici e soli Peppone Don Camillo.

Il calcio sul grande schermo non ha mai davvero lasciato il segno come altre discipline sportive. Salvo qualche rara eccezione come il recente e bellissimo Il maledetto United (2009, di Tom Hooper) e lo storico Fuga per la vittoria (1981, di John Huston), la maggioranza delle pellicole realizzate sono piuttosto modeste. Nel Bel paese al contrario ancora impazziscono per commedie come L'allenatore nel pallone con protagonista Lino Banfi o peggio le miserevoli partite tra scapoli e ammogliati nelle vicende del ragioniere Ugo Fantozzi (Paolo Villaggio).

Quando la sfera rotola nel gps di cineluk invece, uno dei primi nomi a balzare alla mente è la brillante commedia anglo-hindu Bend it like Beckham (2002, di Gurinder Chadha). Le fondamenta però sono di tutt'altro spessore e soprattutto epoca. Se si parla di calcio sul grande schermo ho in mente solo due  uomini e un unico grande film, Don Camillo (1952, di Julien Duvivier), liberamente ispirato ai personaggi creati da Giovannino Guareschi. Il primo di cinque film (più un sesto mai ultimato causa scomparsa di uno dei protagonisti) che li consacrerà nel mito della settima arte italiana ed estera.

Giugno 1946. Nell'estate del Dopoguerra italiano il piccolo paese agricolo di Brescello (Re), nella Bassa emiliana, vede due fronti politici contrapposti. Da una parte c'è il sindaco comunista Giuseppe Bottazzi (Gino Cervi) detto Peppone che ha la maggioranza della popolazione dalla sua parte. Sponda opposta, il prete reazionario Don Camillo (Fernandel), un uomo di Chiesa che non si tira indietro se c'è da menare le mani.

Don Camillo e Peppone se le danno senza colpo ferire. Sono però amici, ma questo non deve essere troppo sbandierato né condiviso (alla faccia dei futuri social network, ndr). Hanno conosciuto insieme l'amarezza della guerra e anche se ognuno è esponente di una specifica ideologia, entrambi alla fine danno ascolto alla propria coscienza, ed è questo a renderli due esseri umani prima ancora che un uomo politico e un ministro clericale.

Così, mentre in città fervono i preparativi per la costruzione della “rossa” Casa del Popolo e la “bianca” Città Giardino, il parroco ha la bella idea di voler inaugurare subito il campo da calcio con una partita tra Diavoli e Angeli. Dopo aver fatto visita all'arbitro l'uno all'insaputa dell'altro, entrambi gli allenatori sono certi di poter vincere. La partita farà il suo corso ma ciò che davvero importa in questa sede sono gli attimi prima dell'inizio della sfida. Un momento di “placide espressioni” dei due mental coach Don Camillo e Peppone da prendere a imperituro modello.

Peppone è paonazzo di rabbia. Sembra un vulcano sul punto di esplodere. Il suo giocatore di punta, Mariolino della Bruciata (Franco Interlenghi), è in ritardo. Quando finalmente arriva, viene letteralmente scaraventato in riga dall'energico sindaco oggi in veste di allenatore. Le sue parole incarnano al meglio il filo tagliente di una falce e il fuoco impetuoso battuto dal martello. Don Camillo al contrario è più pacato. Non strilla ma il suo messaggio arriva comunque forte e chiaro, tale da intimidire (non poco) i propri giocatori.

Finalmente le porte degli spogliatoi si aprono. I giocatori escono. Inizia la partita.


Don Camillo - L'arringa motivazionale di Peppone

Don Camillo - Peppone (Gino Cervi) in veste di mental coach prima della partita
Don Camillo - Peppone (Gino Cervi) è un vulcano. Tagliente come la falce, pesante come il martello
Don Camillo - il parroco  (Fernandel) sprona "gentilmente" la sua squadra...
Don Camillo - il parroco  (Fernandel) li avvisa che in caso di sconfitta...
Don Camillo - il parroco  (Fernandel) è stato chiaro!

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