Il piccolo principe (2015, di Mark Osborne) |
di Luca Ferrari
Viaggio animato in quel presente che tutti vorrebbero far brillare nel proprio futuro. Un desiderio troppo spesso fine a se stesso perché qualcosa sempre succede. Già, cosa succede? Si diventa grandi e meno sensibili, senza più voglia di credere al proprio bambino dentro di sé. Si diventa grandi e non si guardano più le stelle. Si diventa grandi e il possesso prende il posto della meraviglia. Tratto dal romanzo omonimo, oggi ti voglio raccontare (regalare) la storia de Il piccolo principe (2017, di Mark Osborne).
Non si può rimanere bambini tutta la vita. Una giovane creatura è pronta al grande passo. Istruita a dovere dalla mamma in carriera, la piccola è pronta per il test d’ingresso alla prestigiosissima Werth Academy. Qualcosa però non va come deve. La classica buccia di banana e arrivederci all’anno prossimo. Per non perdere tempo però, la ragazzina torna subito sui libri con un programma dettagliato al minuto. La fortuna (il caso) vuole che abbiano trovato a casa proprio nel quartiere della scuola. Una casa ancora libera “grazie” al suo strambo e chiassoso vicino.
Lui è un pazzoide anziano aviatore, ben conosciuto dalla polizia locale per i continui reclami da parte del resto degli abitanti dell’isolato. Dopo qualche iniziale e maldestro tentativo di presentarsi e fare amicizia con la ragazza, sola tutto il giorno piegata sui libri mentre la madre lavora, la scintilla della curiosità nella giovinetta inizia a far breccia. Complicate e mute equazioni lasciano spazio al contatto umano e alla storia che il vecchio le racconta, un piccolo principe conosciuto anni or sono nel deserto.
Ha inizio la storia. Uno dopo l’altro, l’aviatore gli parla di questo principino e il suo girovagare nel mondo incontrando svariati personaggi: la rosa, il vanitoso, il re, il serpente, l’uomo d’affari e la volpe. Inevitabile che durante questa fuga nella fantasia, la severa madre se ne accorga imponendo alla figlia studio, rigore e disciplina. Quanto potrà durare? Le avventure del piccolo principe sono più di un semplice racconto. Il finale però la soddisfa (…) molto poco, e complice la salute claudicante dell’aviatore, la ragazza è decisa a scoprire se il piccolo principe esista davvero. O meglio, lei ne è convinta e lo vuole trovare.
Ciò che aspetta la giovane protagonista della storia è un mondo votato all’essenzialità e alla produttività, dove l’infanzia è un male da debellare il prima possibile. Ma chi è quel giovane dalle sembianze allungate così “piccolo-principesche”? Forse a questo mondo tutti scegliamo di arrenderci in un particolare momento della nostra vita e in pochi decidiamo di riprendere il controllo della nostra missione e trasformare l’oscurità in un cielo stellato. Anche solo per pochi attimi. Anche solo per un secondo per cambiare per sempre il corso della nostra vita.
Un tempo bollati come "catoni animati" per bambini, oggi l'animazione è un business che fa gola a quella generazione di 30-40enni cresciuti coi suddetti. Attori e attrici di livello internazionale poi si contendono le voci dei protagonisti. Non fa eccezione Il piccolo principe di Mark Osborne) la cui versione originale propone un cast da paura, a cominciare dai premi Oscar Jeff Bridges (La leggenda del re pescatore, Il grande Lebowski, Crazy Heart) e Marion Cotillard (Un'ottima annata - A good year, Le vie en rose, Allied - Un'ombra nascosta), rispettivamente l'aviatore e la rosa.
Rachel McAdams (Mean Girls, State of Play, Il caso Spotligh) invece è la mamma mentre a James Franco (Milk, Spring Breakers, The Disaster Artist) è toccato l'onore di essere la volpe. Il serpente è stato affidato a Benicio del Toro (21 grammi, Che - Guerriglia, Sicario), il signor Principe è "interpretato" da Paul Rudd (A cena con un cretino, Facciamola finita, Ant-Man) e infine Paul Giamatti (Sideways - In viaggio con Jack, La versione di Barney, Le idi di Marzo) è il gelido esaminatore.
Ancor più imponente il cast dei doppiatori italiani, a cominciare dalle voci della mamma, l'aviatore e la volpe, rispettivamente "vocalizzati" da Paola Cortellesi (Nessuno mi può giudicare, Un boss in salotto, Gli ultimi saranno gli ultimi), Toni Servillo (Il divo, Il gioiellino, La grande bellezza) e Stefano Accorsi (Santa Maradona, Veloce come il vento, Fortunata).
Dopo essere stati marito e moglie nel divertente Il nome del figlio, Micaela Ramazzotti e Alessandro Gassmann si sono ritrovati nel mondo dell'animazione parlando "nel nome" della rosa e il serpente. A chiudere il cast "Principesco": il vanitoso ha la tonalità del simpatico Alessandro Siani (Benvenuti al Sud, Il principe abusivo, Mister Felicità), il re è lo stralunato Pif (La mafia uccide solo d'estate, In guerra per amore) e l'uomo d'affari è l'imponente Giuseppe Battiston (Zoran il mio nipote scemo, Pitza e datteri, Perfetti sconosciuti).
Ci sono lungometraggi animati come L'era glaciale (2002) che basta una visione (e una lacrima) per entrarci in eterna sintonia. Ci sono altri come Il piccolo principe che hanno bisogno di qualcosa di più per carpirne davvero l'anima. Magari il deciso suggerimento (ispirazione) di un'amica lontana e così guadagnarsi la propria immortale fetta di presente. Il piccolo principe era lì, che attendeva senza chiedere. Il piccolo principe mi stava aspettando. Un giorno all'improvviso è sbocciato. Un giorno all'improvviso ho cominciato a guardare la sua storia.
Anch'io come la giovane protagonista sono stato e sono molto impegnato, solo davanti al computer la lavorare tutto il giorno ma ogni volta che mi sedevo a tavola, eccomi rituffarmi per qualche minuto nella fantasia de Il piccolo principe. In effetti a ben guardare non ero proprio solo. In effetti, a ben sentire (dentro) non ero assolutamente solo. Durante la visione un principino venuto da lontanissimo è sempre stato accanto a me. Durante l'intervallata visione de Il piccolo principe una piccola creatura era lì, vicino a me. Fantasia o realtà? La risposta è dentro ciascuno di noi. La risposta per il sottoscritto è qui davanti a me.
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E qui sarebbe dovuta finire la recensione ma qualcosa di straordinario è accaduto. Qualcosa che va oltre l'inimmaginabile. Un paio d'ore circa prima della pubblicazione, mentre attraversavo la provincia di Lucca, a ridosso dell'incantevole borgo di Barga (non a caso insignito della bandiera arancione) dove ero diretto, in pieno giorno una volpe mi ha attraversato la strada. Fortuna che non ero io al volante e così ho potuto esternare tutta la meraviglia senza rischiare di fare un incidente. Parafrasando le parole del manager Billy Beane in Moneyball - L'arte di vincere, "Come si fa non essere romantici con la Vita quando la magia della realtà supera perfino la fantasia de Il piccolo principe?
A pranzo con Il piccolo principe © Luca Ferrari |
Panoramica dal Duomo di Barga (Lu) © Luca Ferrari |
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