!-- Codice per accettazione cookie - Inizio -->

giovedì 29 novembre 2018

Bohemian Rhapsody, mi convinci poco perché...

Bohemian Rhapsody - il cantante dei Queen, Freddy Mercury (Rami Malek)
Spinto da un amico in attesa della mia spiegazione ufficiale, è uscito troppo inchiostro per non farne partecipe anche cineluk. Bohemian Rhapsody mi convince poco perché...

di Luca Ferrari

I want it all, We will rock you, We are the champsions, The show must go on, etc. Chi non ha cantato i Queen almeno una volta nella propria vita? Un conto però sono le canzoni di una band che ha fatto la Storia della musica, un conto è farne un lungometraggio come è appena avvenuto con l'opera Bohemian Rhapsody (2018, di Bryan Singer). A più riprese ho manifestato la mia perplessità sulla suddetta opera che, voglio specificare, al momento non ho ancora visto. Qualche elemento per farmi un'idea però ce l'ho e ora ve li argomento uno per uno.

Premesso che non so se riuscirò a vedere questo film ma se lo dovessi fare e poi scrivere una recensione, non partirei certo con stupide idee di stroncarlo, però in tutta onestà ho brutte sensazioni. Rami Malek (Una notte al museo, Mr. Robot, Papillon), l'attore che interpreta Freddy Mercury, non mi ha mai convinto. Troppo giovane per capire davvero la portata di un uomo che ha vissuto un’epoca lontana anni luce dalla sua. Poi certo, c’è la musica dei Queen. Come non si fa a venirne trascinati, e per di più sul grande schermo? Ma per quello non c’è bisogno di un film, basta solo un cd e il resto viene da sé.

Opere simili sono difficili da fare. Anche Oliver Stone fece cilecca chiamando un film The Doors ma incentrandolo in modo esasperato sul cantante Jim Morrison. C’è però una sostanziale differenza tra questi due lavori ed è la principale ragione del mio scetticismo. Bohemian Rhapsody è un film del tutto fuori contesto. The Doors arrivò in un momento (primi anni Novanta) in cui la cultura dei Sixties era tornata popolare grazie a un rock politico di chiara eredità sessantottina che contribuì a dare al film molta attualità. Le rock star nel senso di una volta stavano sparando le ultime cartucce, e la figura di Jim (ben incarnata da Val Kilmer) trovò un substrato musicale e culturale idoneo per presentarsi alle nuove generazioni.

Il cinema è sempre lo stato lo specchio del mondo contemporaneo, una delle tante ragioni per cui i tanti remake, da quella buffonata di Point Break (2015, di Ericson Core), passando per la serie Baywatch fino ad Assassinio sull'Orient Express (2017, di Kenneth Branagh), fanno tutti cilecca. Bohemian Rapsody non ha nessun legame col mondo di oggi. Sarebbe stato meglio allora, fare come il regista premio Oscar Cameron Crowe che sui rocker Peral Jam non girò un film ma ne fece un documentario, Pearl Jam Twenty (2012), di altissima qualità. Certo, lì tutti i membri erano vivi e fare una cosa analoga senza Mercury sarebbe molto difficile.


Il trailer di Bohemian Rhapsody

Nessun commento:

Posta un commento