The Children Act/ Il verdetto - il giovane Adam (Fionn Whitehead) e il giudice Maye (Emma Thompson) |
di Luca Ferrari
La legge è nata per tutelare i cittadini. La legge è stata creata perché ideologie e miti non possano ledere la dignità del singolo. L’essere umano ha messo nero su bianco principi basilari su cui è fondata la propria società. Regole e normative che col tempo sono anche cambiate e cambieranno ancora ma certi pilastri del vivere collettivo sono intoccabili. E quando la legge si scontra con gl’inflessibili precetti religiosi, è la sensibilità umana che può fare la differenza. Basato sul romanzo “La ballata di Adam Henry” di Ian McEwan, è uscito sul grande schermo The Children Act – Il verdetto (2017, di Richard Eyre).
Fiona Maye (Emma Thompson) è un giudice brillante e capace. Non dice mai di no al suo lavoro, nemmeno ai casi più difficili e controversi. A risentirne però, la sua vita coniugale, trascurando sempre di più il marito Jack (Stanley Tucci), ormai giunto al capolinea. Lui rivorrebbe sua moglie ma proprio quando è deciso ad affrontare la questione, ecco presentarsi un nuovo processo. Un adolescente rischia di morire poiché rifiuta la vitale trasfusione di sangue. Lui e i suoi genitori sono testimoni di Geova nei cui testi sacri è espressamente proibito lo scambio del liquido rosso.
Adam Henry (Fionn Whitehead) è in ospedale. Il prof. Carter (Nicholas Jones) è allibito e deciso a fare l’impossibile per salvargli la vita. I suoi genitori, Kevin (Ben Chaplin) e Naomi (Eileen Walsh), sono testimoni di Geova. Come loro dunque, anche il ragazzo è convinto che sia proibito ricevere e donare il proprio sangue. Una scelta questa che lo potrebbe portare anche alla morte o a vivere con pesanti menomazioni. Sentite le parti, il giudice Maye ci vuole vedere chiaro e decide di fare qualcosa d’insolito. Accompagnata dall’assistente sociale, si reca a parlare col giovane. Niente genitori. Niente medici. Solo lei e lui.
Il processo finisce, ma qualcosa nei protagonisti muta se non addirittura si spegne per sempre. Essere a un passo dalla fine per propria (…) scelta, ritrovandosi poi a passeggiare per la City innamorandosi di ogni cosa che si vede, può avere una forza dirompente. L’adulta, e il ragazzino. Il vaso rischia di traboccare quando nel corso dell’ennesimo viaggio di lavoro a Newcastle, Fiona Maye, sempre coadiuvata dal fido Nigel (Jason Watkins), si ritrova faccia a faccia con un fradicio Adam. Nessuna brutta intenzione ma una richiesta di guida e di aiuto per comprendere il mondo. Lui non lo può sapere ma anche gli adulti non hanno sempre le idee chiare al riguardo.
Il cinema è una fabbrica universale di stili e linguaggi. C’è chi cerca il mero intrattenimento e una volta accomodatosi in sala, si accontenta di un piacevole diversivo per estraniarsi dalla realtà. Niente pensieri gravosi. Niente storie reali. Un po’ di sana magia della settima arte, anche grossolana e magari stracarica di effetti speciali. C’è anche un altro cinema, più articolato. Un filone che racconta storie ispirate alla realtà e capace di far riflettere molto più dell’ennesimo caso di cronaca giudiziaria. Questo è un mondo diverso. Questo è anche il cinema di The Children Act – Il verdetto.
Se la presenza di Stanley Tucci (Shall We Dance?, Il diavolo veste Prada, Il caso Spotlight) è un po' sacrificata, Emma Thompson (Casa Howard, Love Actually, Saving Mr. Banks) è una fiera leonessa di razza, capace di unire ordine, grinta e una sofferente sopita maternità. Un'autentica rivelazione Fionn Whitehead, ancor più intenso che nell'ambiguo Dunkirk di Christopher Nolan, dove interpretava il protagonista, il soldato Tommy. Adam è la vittima e il suo carnefice. Paga la sua giovane età. Non ha una vera guida ma solo un manipolo di persone che lo vogliono a propria immagine e somiglianza.
Come si può accettare l’idea di morire per un precetto, per altro non scritto certo da Dio ma dall’uomo, e soprattutto lasciare che ciò accada? La legge serve anche a questo. Per qualcuno sarà un affronto, per altri come i medici che hanno in cura il paziente, la speranza che questi possa proseguire la sua esistenza e non spegnersi avendo tra l'altro altissime possibilità di guarigione. Il dibattito è sempre aperto. Il dibattito ha attraversato i secoli e ancora oggi, è ancora molto più spalancato di quanto si potrebbe lontanamente immaginare.
The Children Act – Il verdetto apre una piccola parentesi sul mondo chiuso dei testimoni di Geova ma cosa dovrebbe dire la nostra società dove la stragrande maggioranza dei medici italiani sono obiettori di coscienza, ossi, rifiutano di praticare l’aborto, cosa per altro prevista dalla Legge? Una scelta che spesso ha avuto tragiche conseguenze. Ma di che sorprendersi se il massimo esponente della religione cattolica, Papa Francesco, ha chiaramente detto che abortire è come affittare un sicario? Come si evince, non serve far parte di una setta per trovare un terreno di scontro.
"Ho trovato Il verdetto un buon film, ben ambientato e recitato ma un tantino melodrammatico, soprattutto nel finale" commenta Alberto Spinazzi, grande appassionato di cinema e titolare della casa editrice veneziana Tragopano Edizioni, "Gran parte del merito del film sta nella protagonista Emma Thompson e gli altri personaggi le fanno da contorno. Anche la sceneggiatura è dello scrittore Ian McEvan (esattamente come nel nuovo film uscito oggi, Chesil Beach - Il segreto di una notte con protagonista Saoirse Ronan, ndr), ormai sempre più a suo agio con store strappalacrime. A ogni modo, nell'economia del cinema contemporaneo, Il verdetto è sicuramente da vedere".
Un minore va protetto, anche dalla sua famiglia se necessario. Oggi la nuova religione si chiama social network, e nello specifico Facebook e Instagram, dove ogni giorno genitori egoisti riversano le foto dei propri figlioli per mera ostentazione di felicità e raccolta di like, ignorando volontariamente le conseguenze future che un giorno potrebbero trovarsi ad affrontare, il cyberbullismo su tutti, e col rischio non celato che quelle foto siano già in mano a pedofili. Se ne riparlerà tra qualche anno, quando cominceranno a pronunciarsi nuovi e tristi verdetti.
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