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giovedì 14 febbraio 2019

Creed II, lotte di famiglia

Creed II - Viktor Drago (Florian Munteanu) e Adonis Creed (Michael B. Jordan)
I pugni, come le colpe, passano di padre in figlio. Ma perché il mondo cambi davvero, devono essere le persone le prime a farlo, anche salendo sul ring. Creed II (2018, di Steven Caple Jr.).

di Luca Ferrari

La sfida che tutti sognavano sta per diventare realtà. Viktor Drago, figlio di quell'Ivan che uccise sul ring Apollo Creed, ha lanciato la sfida al figliastro di quest'ultimo, Adonis, oggi allenato da Rocky Balboa. Passato e presente si affrontano spietati. Si guardano in cagnesco. Eredi controvoglia di una guerra che li trascinerà in uno scontro all'ultimo sangue. Adonis e Viktor, avamposti di sentimento, disperazione e adrenalina, mandati allo sbaraglio per scrivere la definitiva parola "fine" a saette impazzite di un dolore mai placatosi. Ci sarà un combattimento e molto, molto di più. L'attesa è davvero finita. Ci possiamo accomodare in sala per assistere alla proiezione di Creed II (2018, di Steven Caple Jr.).

Adonis Creed (Michael B. Jordan) ce l'ha fatta. E' diventato un pugile affermato e rispettato. Non è più solo un nome o un erede illegittimo che vive di fama altrui. Sta scrivendo la propria storia. Una storia però che adesso rischia di doversi fermare e fare un lungo balzo all'indietro. Un salto nel passato più doloroso. A miglia e miglia di distanza da Philadelphia dove vive con la fidanzata Bianca (Thessa Thompson) e si allena sotto l'esperta guida di Rocky Balboa (Sylvester Stallone), un giovane pugile sta per lanciargli una sfida che non potrà rifiutare. Il suo cognome evoca gli incubi peggiori: Drago. Di nome fa Viktor (Florian Munteanu), figlio di quell'Ivan (Dolp Lundgren) che trent'anni or sono uccise suo padre coi guantoni a Las Vegas.

Adonis è combattuto ma una sfida così sa bene di non poterla rifiutare. Questo almeno è ciò che crede lui, al contrario del saggio Rocky e la madre Mary Anne (Phylicia Rashād), raggiunta nel frattempo in California da Adonis e Bianca per iniziare una nuova fase della loro vita. Senza più il suo storico trainer, Creed contatta il figlio del primo allenatore del padre, Tony "Little Duke" Evers (Wood Harris). Anche lui nutre seri dubbi sulla sfida ma ormai non ha più importanza. La morte di Apollo è benzina infuocata su ogni goccia di sangue di Adonis e la soluzione può essere una e una unica: incrociare i guantoni del possente Viktor in un combattimento con il titolo in palio.

Rispetto alla sfida-esibizione tra Apollo e Ivan però, nel terzo millennio la separazione tra i buoni e i cattivi non c'è. La Guerra Fredda è finita, o almeno per alcuni di essi. Rocky è andato avanti. Ha perso l'amatissima moglie Adriana e il cognato burbero Paulie. Il figlio vive lontano e non lo sente quasi mai. Da qualche anno però ha ritrovato il figliastro del suo amico fraterno Apollo, diventandone lo "zio" adottivo. Davanti a lui, ad attenderlo nel suo ristorante c'è un uomo ancora ferito. "Non c'è nessuna mia foto" gli dice. Un uomo che sentenzia di aver perduto tutto a causa del KO che gl'inflisse a Mosca. Fama, moglie, futuro. Tutto, Ivan Drago mastica odio e con quel veleno ha cresciuto il suo unico figlio Viktor.

Adesso c'è una nuova storia. Suo malgrado Viktor paga l'amaro destino del padre. Una società, quella presunta socialista russa che al pari di quella capitalista americana non risparmia i perdenti. Li esalta nel momento del trionfo, li esilia rinnegandoli quando le cose vanno male. Viktor sta nel mezzo. La sua vita è fatta solo di umili lavori e sfiancanti allenamenti. Deve riscattare l'onore di suo padre ma quando si trova a tavola con quelle stesse persone, Ludmilla (Brigitte Nielsen), sua mamma inclusa, mai vista prima che adesso fanno i gentili ma a suo tempo bandirono nell'oblio il proprio sangue, non ci sta. Soffre al limite delle lacrime. Qualcosa nella sua testa cambia. Vacilla. E non è certo la condizione ideale per affrontare un campione in cerca di risposte e rivincite.

In modo analogo, anche Adonis ha i suoi grattacapi a livello psicologico. Rocky lo sa bene, ci è passato tante volte. Quando la testa non funziona come dovrebbe, muscoli e pugni sono quasi ininfluenti. Adesso l'uomo Adonis, se vorrà sopravvivere, dovrà lasciare da parte le ombre del passato e concentrarsi su se stesso. Adesso il pugile Creed deve farsi da parte per l'uomo nuovo Adonis che vuole ancora e sinceramente il ring per dimostrare qualcosa di differente. Dall'altra parte però c'è un ragazzo meno spietato di quello che traspare dal suo sguardo luciferino. All'altro angolo del ring c'è una persona che è stata scagliata lì per chiudere i conti con una Storia che non è nemmeno la sua. A chi toccherà l'ultima mossa? Chi tirerà l'ultimo pugno? Chi volterà davvero pagina?

Non sarà candidato a Golden Globe né a premi Oscar ma pochi film hanno suscitato così tanta attesa come Creed II di Steven Caple Jr. Fino a qualche anno fa sarebbe stata extra-fantascienza anche solo pensare di ritrovare Sylvester Stallone e Dolph Lundgren nei panni di Rocky Balboa e Ivan Drago. Troppo anni Ottanta quella vicenda. A tratti perfino troppo leggendaria. Il loro scontro (Rocky IV, 1985) allontanava e avvicinava due mondi che oggi sono più simili di quanto non si possa immaginare. Cosa avrebbero potuto raccontare ancora ai Millenial che già non sia stato condiviso e distorto? In palio c'era molto ma fin da quando hanno cominciato a comparire le prime immagini di quei due, l'uno di fronte all'altro, milioni di persone hanno sentito qualcosa.

Poche saghe hanno la capacità di scandire e lasciare qualcosa dentro la vita degli spettatori, anche a distanza di anni e decenni. Se per cineluk - il cinema come non lo avete mai letto un posto d'onore ce lo avranno sempre i battibecchi di Don Camillo e Peppone, le vicende umane di Rocky Balboa forse sono ancor più forti poiché viste sul grande schermo già a partire dal terzo capitolo, e con il quarto, teatro della leggendaria sfida tra Rocky e Drago, nel pieno dei miei 9 anni pre-comunione, con tanto di pugni battenti sulla ringhiera della sala cinematografica (al piano superiore del cinema Astra del Lido di Venezia) nell'incitare il pugile italo-americano a mandare giù il colosso dell'Unione Sovietica.

Febbraio 2018. Due di quei protagonisti sono di nuovo qui, davanti a miei occhi di oltre quarantenne. Un evento simile andava vissuto in maniera diversa e così è stato. Un cinema tutto per me. Una grande e comodissima sala all'UCI Luxe di Marcon (VE) tutta per il sottoscritto e un amico, immersi fino al collo nelle vicende umano-pugilistiche. Scritta da Sylvester Stallone e Juel Taylor, la sceneggiatura rappresentava la sfida più grande. Qualcosa alla fine è rimasto sospeso. Forse volutamente. Forse alla fine la storia prenderà un'altra direzione. Adonis ha iniziato a capire il significato della parola "pace interiore". Per altri la strada sarà ancora lunga e dolorosa. Esattamente come nella vita reale per molti di noi.

Il trailer di Creed II

Creed II - Ivan Drago (Dolph Lundregn) e Rocky Balboa (Sylvester Stallone)
Creed II - Ivan (Dolph Lundgren) e Viktor Drago (Florian Munteanu)
Creed II - Adonis Creed (Michael B. Jordan)

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