On the Road (2012), di Walter Selles |
fascino di qualche mozzicone
che al massimo diventerà calcestruzzo
da esibizione
per qualche francobollo
in mano a committenti ignoranti e senza morale
i calli della strada ti prendono
e abbandonano i cavallucci a dondolo
generosamente desiderati
fino a un attimo prima
la sporcizia ammassata dentro e fuori
i cancelli
calpesta ogni bendaggio
precedentemente usato
per inasprire il proprio divario gravitazionale
con chiunque consideri latte
la propria lettera bucherellata
senza vie d'uscita
la scoperta non riguarda mai l’ideologia, ma solo il pensiero...
ci hanno messo in testa l’assurda follia
di doverci preoccupare
di quello che ci accadrà, come
se quello che stessimo vivendo
non fosse che un gioco convincente
su cui chinare
i nostri sogni più indemoniati
il bisogno di mettersi in fila
ha reso il mondo
una gigantesca nuvola con il cielo limitato, e
la libertà
non sarà sempre un pisciare contro vento
su di un camion
lanciato a tutta velocità…
dal giorno che barattai tutte le mie posate
per avere in anteprima
uno sguardo su cosa avrei trovato
alla fine di quel rettilineo,
mi resi conto che quelle esagerate compagnie
fatte di temporanea poetica
e una dedizione a qualche lato eccitato
non erano che polvere
in una camera con le finestre
sempre aperte
che ti aspetta, e credi che questo possa
significare
che il tuo viaggio sia finito?
Non mi sono dovuto nemmeno
nemmeno impegnare
uno dei tanti braccialetti plastificati
per immaginare
tutto questo, ma al massimo fatto
una fugale conservazione
con chi era interessata
sulla lunghezza mancante del mio pasto
che cosa prendono i posti delle carovane...
ci hanno messi specchi
dappertutto
per farci sentire estranei,
e pensare
che c’è chi si mette davanti
il simulacro
di altri…credo che d’ora in avanti
prima di addormentarmi,
renderò invisibili
tutte le mie orme
lasciate al piano della terra dei cieli
(Mestre [Ve], cinema Corsino, 17 Ottobre '12)
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