68. Mostra del Cinema, William Friedkin firma autografi © Biennale foto ASAC |
di Luca Ferrari, ferrariluca@hotmail.it
giornalista/fororeporter – web writer
Dall’inquietante realismo del film Il braccio violento della legge (The French Connection, 1971) alla bellezza spaventosa de L’esorcista (The Exorcist, 1973) e Il salario della paura (Sorcerer, 1977). Dal poliziesco Vivere e morire a Los Angeles (To Live and Die in L.A., 1985) al recente Killer Joe (2012, con un "terribile" Matthew McConaughey ed Emile Hirsch), presentato proprio in anteprima laguna nel 2011.
Lì nel mezzo, televisione (alcuni episodi di Csi: scena del crimine) e la regia di opere liriche. Il suo nome è William Friedkin, e in occasiona della 70° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (28 agosto - 7 settembre 2013) gli sarà consegnato il Leone d’Oro alla carriera.
“Friedkin ha contribuito, in maniera rilevante e non sempre riconosciuta nella sua portata rivoluzionaria, a quel profondo rinnovamento del cinema americano, genericamente registrato dalle cronache dell’epoca come la Nuova Hollywood” ha sottolineato il Direttore della Mostra del Cinema, Alberto Barbera.
“Dopo aver scardinato le regole del documentario con alcuni lavori televisivi impostisi per lo sguardo asciutto, spietato e imprevedibile, il regista ha poi rivoluzionato due generi popolari come il poliziesco e l’horror, inventando di fatto il blockbuster moderno con Il braccio violento della legge (premiato con cinque Oscar, tra cui miglior film e miglior regia) e L’esorcista (1973, nominato a dieci Oscar). È stato poi autore di film in anticipo sui tempi come Il salario della paura (Sorcerer, 1977), Cruising (1980), Vivere e morire a Los Angeles (1985) e Jade (1995, presentato alla Mostra di Venezia in Notti veneziane), alcuni dei quali solo in seguito ampiamente rivalutati come autentici capolavori”.
“Dopo aver scardinato le regole del documentario con alcuni lavori televisivi impostisi per lo sguardo asciutto, spietato e imprevedibile, il regista ha poi rivoluzionato due generi popolari come il poliziesco e l’horror, inventando di fatto il blockbuster moderno con Il braccio violento della legge (premiato con cinque Oscar, tra cui miglior film e miglior regia) e L’esorcista (1973, nominato a dieci Oscar). È stato poi autore di film in anticipo sui tempi come Il salario della paura (Sorcerer, 1977), Cruising (1980), Vivere e morire a Los Angeles (1985) e Jade (1995, presentato alla Mostra di Venezia in Notti veneziane), alcuni dei quali solo in seguito ampiamente rivalutati come autentici capolavori”.
In occasione della prossima edizione del Festival al Lido di Venezia, sarà proiettato Il salario della paura (Sorcerer, 1977), appositamente restaurato dalla Warner Bros; un lavoro questo cominciato con una scansione in 4K del negativo originale in 35mm.
Il progetto di restauro è stato poi completato sotto la guida di Friedkin stesso insieme al colorista Bryan McMahan e a Ned Price (Warner Bros.) che supervisiona i progetti di restauro per lo Studio. Approccio originale a Vite vendute (Wages of Fear) di Henri-Georges Clouzot (anch’esso adattamento del romanzo di Georges Arnaud scritto nel 1950), Il salario della paura sposta gli immancabili scenari urbani di Friedkin nella profondità della giungla sudamericana, dove la passione del regista per il realismo e il suo inappuntabile istinto per la suspense, convergono con magistrale effetto nella leggendaria, angosciante scena dell’attraversamento del ponte.
Produzione già difficile di per sé, Il salario della paura è stato un film molto discusso quando uscì (una settimana dopo Guerre stellari di George Lucas). Da allora è diventato uno dei titoli di Friedkin più acclamati dalla critica e uno dei meno facili da riuscire ad ammirare sul grande schermo.
“Considero Il salario della paura il mio film più personale e il più difficile da realizzare" ha dichiarato Friedkin, "Sapere che sta per avere una nuova vita al cinema, è qualcosa di cui sono profondamente riconoscente. Il fatto poi che il film abbia la sua prima mondiale alla Mostra di Venezia, è qualcosa che attendo con grande gioia. E’ una vera resurrezione di Lazzaro".
"Venezia poi" ha concluso il regista, "specialmente durante la Mostra, è una casa spirituale per me. Il Leone d’oro alla carriera è qualcosa che non mi sarei mai aspettato, ma sono onorato di accettarlo con gratitudine e amore”.
Mostra del Cinema di Venezia 2011, Emile Hirsch e William Friedkin © La Biennale di Venezia - ASAC |
Mostra del Cinema 2011, William Friedkin all'anteprima di Killer Joe © La Biennale di Venezia - ASAC |
Mostra del Cinema di Venezia 2011, Emile Hirsch e William Friedkin © La Biennale di Venezia - ASAC |
Mostra del Cinema di Venezia 2011, William Friedkin e Emile Hirsch © La Biennale di Venezia - ASAC |
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