Rocky V - George Washington Duke (Richard Gant) e Tommy "Machine" Gunn (Tommy Morrison) |
A mettere al tappeto l'arrogante Tommy Gunn, prima ancora del campione Rocky Balboa, ci pensa l'affilata stampa pugilistica.
di Luca Ferrari
C’è un nuovo campione dei pesi massimi. Il suo nome è Tommy "Machine" Gunn (Tommy Morrison). Al suo fianco c’è un manager senza scrupoli, il potente George Washington Duke (Richard Gant).
Ma se oggi ha la cintura, il merito è soprattutto del suo ormai
ex-allenatore scaricato senza troppi complimenti. Un uomo che è
ancora nel cuore dei tifosi. Un uomo cui il pubblico inneggia anche dopo
la sua vittoria. Quell’uomo è Rocky Balboa (Sylvester Stallone).
Rocky V (1990, di John G. Avildsen). Passano gli anni ma Rocky rimane quello che è. Ha appena battuto il colosso russo Ivan Drago ma è smpre un po’ ingenuo. Sempre combattente. Disposto a offrire una chance a chiunque. Aprendo le porte della sua famiglia ed esponendosi senza pensarci alle delusioni. I sentimenti del suo allenatore Mickey (Burgess Meredith), l’amata moglie Adriana (Talia Shire) e il figlio Junior (Sage Stalllone) sono sempre lì, a lottare e soffrire insieme a lui. Chi nel ricordo, chi nella vicinanza domestica.
Rocky, un combattente del ring e nella vita. Ma quando il suo ex-pupillo Tommy, all’apice della gloria, ringrazia solo Duke, perfino lui resta di stucco. Il denaro cancella il cuore. E se ne va malinconico con il cognato/amico fraterno Paulie (Burt Young) a berci sopra. Intanto però i reporter sportivi non si risparmiano e alla conferenza stampa post match colpiscono diretti il borioso neocampione, capcae solo di opporre una rabbiosa e sterile resistenza, nascondendosi dietro le sottane del manager.
Questo incontro non le è sembrato un po’ troppo facile? Attacca subito il primo cronista. Duke prova a tamponare la piega presa dai media sposando in parte la loro visione e spiegando che il detentore del titolo Union Cane (Michael Williams) non era in perfette condizioni ma che Gunn avrebbe vinto comunque.
La replica è spietata. Ma se non riusciva neanche a respirare, spara uno. Lo sanno tutti che Cane era un fantoccio e non un campione, continua un altro. Alla successiva domanda, Tommy, riuscirai mai a liberarti dell’ombra di Rocky Balboa?, il giovane colpito nell'orgoglio risponde spazientito, agitando la cintura: “Ho vinto il titolo mondiale, che devo fare di più?".
Non l’avesse mai detto. Un robusto e navigato giornalista si alza tramortendolo e agitando le proprie armi (penna e taccuino): Glielo dico io cosa deve fare. Incontrare un campione vero – "Stasera ho battuto il migliore", replica alle corde il pugile. Ah ah ah, la grassa risata in risposta della stampa, subito seguita dal collega vicino che alzandosi in piedi a sua volta sottolinea, Quello era un burattino, non meritava nemmeno di salire sul ring.
I giornalisti sono un vulcano in eruzione. Il match cui hanno assistito aveva tanto il sapore di una farsa. Loro lo sanno. Sanno distinguere i campioni dai fantocci, perché come dice uno di loro, Tommy Gunn potrà anche vincere qualche incontro ma non vincerà mai contro Rocky Balboa.
Rocky V (1990) |
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