Io ballo da sola - Lucy (Liv Tyler) |
di Luca Ferrari
Storia di un tempo stritolato tra rosei crepuscoli e la promessa di fiumi raccolti nel fango più rabbiosamente urlante. Io ballo da sola, storie di tempeste in costante attesa della propria caduta purificatrice.
...
Io ballo da sola, storie dove un essenziale colore corvino nascondeva singole parti di un passo teneramente condiviso, anche se mai fattosi raggiungere. Io ballo da sola, storie di un tempo dove un semplice e scomodo guardare l’orologio indicava l’inconsapevole sfiorarsi nel nome di una tacita intimità. Io ballo da sola, storie di un panorama solitario e continuo nel suo movimento senza che alcuna indicazione volgesse a una strada di ritorno compiendone la missione.
C'era un tempo dove ci si confidava i segreti in un parco giochi di montagna. Quello era il tempo di Io ballo da sola (1996, di Bernardo Bertolucci). Lo scenario incantato del Chianti senese entra nella telecamera del regista premio Oscar. In una comunità di artisti irrompe la giovane Lucy (Liv Tyler). Un viaggio lontano miglia e miglia da casa. Un viaggio di scoperta e maturazione.
Io ballo da sola. Film generazionale. Tra i protagonisti c’è l'autore teatrale morente Alex Parrish (Jeremy Irons). L’artista del legno Ian Grayson (Donald McCann) poco amante della vita pubblica, marito di Diana (Sinead Cusack). Ci sono persone che hanno troppa voglia d’insegnare e poca attenzione nel volere capire. Una pellicola questa capace di unire il meglio della vita bucolica con le sbucciature del crescere. Le tinte umane inondano il sole delle fertili colline toscane. Muse invisibili sussurrano da ogni poggio il prossimo ciak.
Io ballo da sola. Film generazionale. Tra i protagonisti c’è l'autore teatrale morente Alex Parrish (Jeremy Irons). L’artista del legno Ian Grayson (Donald McCann) poco amante della vita pubblica, marito di Diana (Sinead Cusack). Ci sono persone che hanno troppa voglia d’insegnare e poca attenzione nel volere capire. Una pellicola questa capace di unire il meglio della vita bucolica con le sbucciature del crescere. Le tinte umane inondano il sole delle fertili colline toscane. Muse invisibili sussurrano da ogni poggio il prossimo ciak.
Ascoltata col walkman, il canto liberatorio della canzone Rock Star (Hole) della protagonista accende il proprio cammino per la sua prima volta in mezzo alla natura con Osvaldo (Ignazio Oliva). Uno scenario incantato nei pressi di S. Regolo, piccola frazione di Gaiole in Chianti (Si). Lucy perde la verginità sotto due grandi querce ancora lì, che paiono piantante per scambiarsi promesse eterne o anche un solo ricordo imperituro.
“Twenty-five years I'm alive here still/ Trying to get up that great big hill of hope/ For a destination - 25 anni e la mia piccola vita sta ancora cercando di tirare su quel grande monte di speranze per una destinazione” cantava in quegli anni il gruppo delle Four Non Blondes.
Io ballo da sola è una piccola poesia capace di sbocciare in un mondo che stava cambiando, dove i giovani si battono per mantenere unici i propri sentimenti e i non più adolescenti parlano già di treni senza più dormiveglia. Dove il bosco limitrofo è una notte senza nulla di appeso alle stelle e la comunicazione è un tampone per quei pennarelli segreti capaci comunque d’impugnare, non importa dove, colline, montagne o mari per sempre.
Io ballo da sola è una piccola poesia capace di sbocciare in un mondo che stava cambiando, dove i giovani si battono per mantenere unici i propri sentimenti e i non più adolescenti parlano già di treni senza più dormiveglia. Dove il bosco limitrofo è una notte senza nulla di appeso alle stelle e la comunicazione è un tampone per quei pennarelli segreti capaci comunque d’impugnare, non importa dove, colline, montagne o mari per sempre.
Io ballo da sola - Lucy (Liv Tyler) e Osvaldo (Ignazio Oliva) |
Io ballo da sola - Alex (Jeremy Irons) e Lucy (Liv Tyler) |
S. Regolo (Si) - la scenografia naturale del film Io ballo da sola © Luca Ferrari |
Nessun commento:
Posta un commento