cineluk - il cinema come non lo avete mai letto |
di Luca Ferrari
Sono in battello. All’altezza quasi della chiesa di S. Pietro di Castello. Direzione Lido di Venezia. Per il 6° anno consecutivo sono in prima linea alla Mostra del Cinema di Venezia insieme al mio collega fotografo Federico Roiter. Dopo passate esperienze, il nome della rivista immortalato sul mio accredito stampa è la mia creatura, Cineluk – il cinema come non lo avete mai letto.
Prologo prima di entrare in sala per l’anteprima di Gravity, dove mi perderò nelle avventure spaziali dei premi Oscar, George Clooney e Sandra Bullock. Lo voglio dire. Sono sempre arrivato all’appuntamento cinematografico veneziano più che carico. Quest’anno è diverso. L’editoria e il giornalismo mi deludono ogni giorno di più. O forse è il mondo, dal quale mi aspetto sempre meno.
Stiamo vivendo la più grande era mondiale di menzogne. Dico la più grande perché almeno una volta erano taciute. Adesso sono sotto gli occhi di tutti, eppure non cambia nulla comunque. Forse è per questo che una parte di me adora il cinema. A dispetto dell’ancora fortissima immedesimazione e ispirazione reale alla base di ogni sceneggiatura, so che è finzione. E sono io e solo io l’artefice di cosa accettare e cosa no. Perché almeno so che quando si riaccendono le luci, il mistero del grande schermo finisce e riprendo la mia vita.
Qui, nella vita di tutti i giorni invece è l’oscurità a divorarci tutti. Sempre di più. Inesorabilmente.
Stiamo vivendo la più grande era mondiale di menzogne. Dico la più grande perché almeno una volta erano taciute. Adesso sono sotto gli occhi di tutti, eppure non cambia nulla comunque. Forse è per questo che una parte di me adora il cinema. A dispetto dell’ancora fortissima immedesimazione e ispirazione reale alla base di ogni sceneggiatura, so che è finzione. E sono io e solo io l’artefice di cosa accettare e cosa no. Perché almeno so che quando si riaccendono le luci, il mistero del grande schermo finisce e riprendo la mia vita.
Qui, nella vita di tutti i giorni invece è l’oscurità a divorarci tutti. Sempre di più. Inesorabilmente.
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