!-- Codice per accettazione cookie - Inizio -->

giovedì 29 agosto 2013

La voce morale di Enrico Berlinguer

il segretario del  Partito Comunista, Enrico Berlinguer (1922-1984)
I registi Mario Sesti e Teho Teardo ci riportano indietro nel tempo. Quando la politica era vissuta anche da alcuni grandi uomini, come Enrico Berliguer.

di Luca Ferrari

Dopo Enrico Bérlinguer non c’è più stato alcun Partito Comunista, suole ripetere il veneziano Gino Rosa. Inizio così. Prima ancora di sapere cosa vedrò nel documentario La voce di Berlinguer (2013, di Mario Sesti e Teho Teardo), presentato in anteprima nella sez. Fuori Concorso/Proiezioni Speciali della 70° edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

La politica è cambiata dai tempi di Berlinguer. La Sinistra è cambiata. Salvo qualche corrente minimalista incapace comunque di comprendere la reltà odierna, si è centralizzata. Nel terzo millennio, giorno dopo giorno, si vive un’epoca governata dal più squallido disfacimento politico. Una realtà dove non esiste il benché minimo frammento di ideologia-stella polare, e ora veleggia su fantomatiche isole Tortuga per avvinazzare una società sempre più fatalmente malata di decadenza precoce.

Padova, piazza della Frutta. 7 giugno 1984. Comizio del Partito Comunista. Sul palco c'è il segretario e leader indiscusso, Enrico Berlinguer. Parla di donne che vogliono cambiare la società dopo secoli di oppressione e marginalizzazione. Incita i presenti a ridosso delle elezioni politiche: Andate casa per casa, a parlare con la gente. Di lì a poco sarà colpito da ictus e morirà quattro giorno dopo.

La voce di Berlinguer. Venti minuti di documentario scanditi nelle parole dell’Uomo Politico. Immortalate sulle facce di un’Italia che credeva nel cambiamento. Un’Italia che voleva ribellarsi alle tenaglie del terrorismo e delle logge massoniche. Un insieme di cittadini che credeva nella Questione Morale. Non è più immaginabile uno sviluppo che non migliori la qualità della vita, diceva Enrico dal palco di Torino nel 1981.

Enrico Berlinguer parlava di morale. Oggi invece in Parlamento si discute per dare la grazia a un uomo che è l’antitesi stessa di qualsiasi principio di moralità. Enrico Berlinguer si diceva fiero di aver mantenuto intatti i propri ideali di gioventù. Quelli che non si vendono ad alcuno. Quelli che ci fanno etichettare come ribelli. Quei valori che non trovano più posto quando il conto in banca e la sete di potere diventano i motori della propria esistenza.

Non Enrico. Enrico Berlinguer credeva in qualcosa di più. A noi ci resta la sua voce. La sua ispirazione. Se saremo fieri, inamovibili, lottatori e carismatici, anche la sua eredità.

 L'ultimo comizio di Enrico Berlinguer (1922-1984)

La voce di Berlinguer - i sostenitori applaudono Belrlinguer
La voce di Berlinguer - i sostenitori commossi a un comizio di Belrlinguer

Nessun commento:

Posta un commento