Il sospetto - Lucas (Mads Mikkelsen) © Per Arnesen |
di Luca Ferrari
Una parola. Un timore. Una certezza. Una voce messa in giro e il sospetto è già colpevole. Il gregge acumina gli zoccoli e colpisce senza pietà. Senza prove. L’innocenza perduta per sempre. Non è solo fantasia da grande schermo. Può capitare. Succede a scuola. Succede nel mondo del lavoro. Succede in famiglia. Ne viene risucchiato anche il malinconico e divorziato Lucas (Mads Mikkelsen), di professione insegnante d’asilo. La piccola Klara (Annika Wedderkopp) racconta una bugia su di lui e per l’uomo è l’inizio di un incubo.
Il sospetto (2012, di Thomas Vinterberg), candidato all’Oscar come Miglior film straniero.
Lucas è una persona sensibile. Un po’ succube dell’ex-moglie che gli fa vedere il figlio con il contagocce. Gli piace il proprio lavoro. Insieme agli amici di una vita va spesso a caccia. Tra di essi c’è anche Theo (Thomas Bo Larsen), padre della piccola Klara. Quest’ultima spesso viene dimenticata a scuola e ignorata a casa. Il buon Lucas è sempre lì, pronto ad aiutarla.
La bambina gli è sempre più affezionata e si prende la classica e ingenua prima cotta, ma quando lui la ammonisce, lei si vendica raccontando bugie alla direttrice dell’asilo. Il tutto condito con paroloni ascoltati dal fratello adolescente che stupidamente le mostra per scherzare immagini pornografiche lasciandosi pure uscire un volgare frasario poco adatto a orecchi fanciulleschi.
Lucas viene messo al corrente di quanto è stato detto su di lui dalla direttrice Grethe (Susse Wold), e cioè che avrebbe avuto attenzioni spinte nei confronti di un bambino. Ma dall’iniziale prudenza del giudizio e verifica dei fatti, si passa quasi subito al suo licenziamento e conseguente espulsione immediata dalla società. Senza appello. Per tutti Lucas è uno schifoso pedofilo e Klara ha detto di sicuro la verità. Il sospetto è certezza.
Nessuno crede alla sua innocenza. Solo il figlio Marcus (Lasse Fogelstrøm) e l’amico fraterno Bruun (Lars Ranthe) gli stanno accanto. La sua nuova ragazza Nadja (Alexandra Rapaport) invece, è lui a mandarla via. Ha paura per lei. Lucas è un condannato a cielo aperto. Viene arrestato e poi rilasciato. Gli ammazzano l’adorata cagna. Entrato al supermercato non viene servito, anzi. Invitato ad andarsene via, sarà picchiato e cacciato fuori in malo modo.
Altri bambini parlano di presunte molestie, tutte avvenute nel seminterrato della casa di Lucas. Peccato che lui non abbia una simile abitazione. La verità viene a galla. Strette di mano e nuovi sorrisi. In apparenza almeno. Qualcosa è cambiato. Un nuovo status quo si è sedimentato. Il sospetto rimane sospetto. La madre di Klara per esempio, Agnes (Anne Louise Hassing), insiste a credere ai fantomatici abusi della figlia. La vita di Lucas non sarà più la stessa. Qualcuno sarà sempre pronto a dargli la caccia.
Presentato alla 65° edizione del Festival di Cannes (16-27 maggio 2012), Il sospetto ha visto trionfare l’attore danese Mads Mikkelsen (King Arthur, Casino Royale, Scontro tra titani, Royal Affair) per la Miglior interpretazione maschile nella rassegna francese, mentre il regista Thomas Vinterberg si è aggiudicato il Premio della giuria ecumenica.
Fallito l’assalto al Premio BAFTA e al Golden Globe 2014 come Miglior film straniero invece, andati entrambi a La grande bellezza (2013, di Paolo Sorrentino), Il sospetto ritroverà il film italiano ai prossimi Oscar. Ed è quest’ultimo il superfavorito, e non tanto per i due riconoscimenti già conquistati. Hollywood si sa, ha un debole per quel Belpaese poetico-superficiale, annoiato d’immor(t)alità e così orgogliosamente cinico-fatalista.
Il sospetto al contrario, che in lingua originale (così come inglese) ha un titolo diverso, ossia Jagten (The hunt, trad. La caccia), racconta ben altro. Parla di esclusione. Parla di voci fuori dal coro. Parla della facile messa al bando dei meno conformisti o più banalmente di quelli appena un passo indietro/diverso dalla massa.
Lucas fa parte del branco, va in chiesa ogni domenica ma vive solo. Fa un lavoro che nell’immaginario collettivo è più femminile e l’ex-moglie glielo sbatte in faccia senza pietà. Così, quando una voce gli punta il dito (ditino) contro, per tutti è facilissimo crederci. Con un altro al suo posto ci sarebbe stato un comportamento diverso.
La grande bellezza contro Il sospetto. Due pellicole differenti. La prima insegue le carezze aristocratico-cafonesche del Fellini che fu, il secondo racconta la disperazione di un uomo. La sua discesa nell’inferno dell’emarginazione. Un territorio ambiguo. Ancor di più perché parla di pedofilia, tematica questa poco gradita nelle sale d’oltreoceano.
Nel film Il sospetto l'attore di Copenaghen classe '65 Mads Mikkelsen è superbo. Il suo Lucas gira a vuoto in un mondo deciso a stritolarlo. La fragilità del suo sguardo è come se avvertisse una minaccia sempre incombente.
Nella cinquina dei candidati all’Oscar 2014 come Miglior attore protagonista, a fianco di Bruce Dern (Nebraska), Chiwetel Ejiofor (12 anni schiavo) e Matthew McConaughey (Dallas Buyers Club), Mads Mikkelsen avrebbe di gran lunga più meritato di Leonardo DiCaprio e Christian Bale per le rispettive interpretazioni negli eccessivamente pompati The Wolf of Wall Street e American Hustle.
Guarda il trailer del film Il sospetto (2012, di Thomas Vinterberg)