T2 Trainspotting - Mark (Ewan McGregor) e Simon "Sick boy" (Jonny Lee Miller) |
di Luca Ferrari
Superfluo. Leggero. Un revival di (chiamiamola) nostalgia per chi vent'anni fa, all'apice dell'esplosione del Brit Pop, si stava affacciando al mondo adulto. L'epopea di Trainspotting è tornata sul grande schermo ma non è neanche un lontano parente dell'unico e vero cult sempre diretto dal regista Danny Boyle in quel lontano 1996. Il terzo millennio è una realtà a se stante. La musica è cambiata. Il turismo, le compagnie aree, le interazioni sociali, le teste. È cambiato tutto. T2 Trainspotting (2017) si accoda nel trend del momento usando il sangue sgorgato per ottenere comodi like e svendere ricordi da condividere in privato.
Sono passati vent'anni esatti da quando Mark Renton (Ewan McGregor) abbandonò i suoi amici Sick Boy (Jonny Lee Miller), Spud (Ewen Bremner) e Begbie (Robert Carlyle) con in tasca 16mila sterline di cui gliene sarebbero spettati solo un quarto. Con quella somma Mark ha detto addio alle siringhe e si è rifatto una vita ad Amsterdam, lasciando nel passato il violento Francis Begbie, finito in galera, il buon Spud (il cui vero nome è Daniel Murphy), solo con se stesso, e Sick Boy, sempre a bazzicare in loschi traffici dalla dubbia moralità.
Complice un attacco cardiaco, Mark adesso è tornato a casa, in Scozia, arrivando giusto in tempo per soccorrere Murphy detto appunto Spud, deciso a farla finita. Spud ha una moglie e un figlio che si vergognano di lui, ma non li vede quasi mai. Ovviamente va a trovare anche Simon (Sick Boy) che non gradirà troppo la sua presenza. Tra un bar e una piccola piantagione di cannabis, prova comunque a coinvolgerlo nell'apertura di una sauna-bordello, guidata dalla sua pseudo-fidanzata Veronika Kovach (Anjela Nedyalkov).
Mark e Simon. Rent Boy e Sick Boy. Si guardano. Si studiano. Entrambi raccontano bugie sulla propria vita. Non si fidano l'uno dell'altro ma si riavvicinano. Erano grandi amici un tempo. Hanno diviso gioie e dolori. Si sono separati nel peggiore dei modi, ma eccoli qui. Di nuovo insieme a Edimburgo. Di nuovo pronti a fare squadra per dare un senso a un'esistenza zoppicante e per troppo tempo abusata.
Ai margini e al centro delle loro figure c'è Daniel "Spud". È sempre stato l'anima debole del gruppo. Drogato senza speranza. È solo con la sua tossicodipendenza. Un talento naturale nel falsificare firme soppiantato dalla tecnologia del terzo millennio. La vita gli è scivolata sopra e una volta entrato nel club degli “anta”, ha davvero poco di cui sentirsi fiero. Qualcosa dentro di lui però splende ancora. Senza dirlo a chiare lettere, vorrebbe una seconda possibilità. I nuovi sviluppi Sick-Rentiani sono lì a calamitarlo.
Irrecuperabile, sboccato e violento come sempre, è Begbie. Secondo la propria opinione (che nessuno si permette di controbattere), lui è sempre il più in gamba. O si fa come dice lui o sono botte. In galera come altrove, nei suoi occhi, fra le mani e le sue fauci c'è solo rancore e violenza. Lui è la strada che non perdona. Pur essendo il solo non tossicomane, è l'elemento più dipendente dal vecchio mondo. Una moglie e un figlio non gli bastano per credere in un futuro migliore. O magari si, ma il vuoto da colmare è troppo ampio e scuoiante.
E fu così che arrivò il giorno di T2 Trainspotting. Dopo il biopic su Steve Jobs (2015) interpretato da uno strepitoso Michael Fassbender, il regista classe '66 di Manchester Danny Boyle (premio Oscar per The Millionaire, 2009) torna all'usato sicuro, riformando quel quartetto di amici che ne consacrò il talento cinematografico. Fin dalla prima indiscrezione che faceva presagire il sequel di Trainspotting (1996), le reazioni sono sempre state agli antipodi: un sogno che diventa realtà da una parte, pura blasfemia dall'altra.
Arrivato in sala nel primo giorno di programmazione al cinema Rossini di Venezia (dove la pellicola sarà visibile fino a mercoledì 1 marzo... escluso lunedì 27), il destino ha voluto farmi un'inaspettata sorpresa. Accanto a me infatti, si sono sedute quattro adolescenti. Ragazzine che all'epoca in cui vidi Trainspotting non erano ancora nate. Come un registratore vecchio (…) stile, ho teso l'orecchio ai loro eventuali commenti, reazioni, interesse. L'impatto è stato alquanto tiepido, più impegnate talvolta a guardare lo smartphone che non ad emozionarsi davvero.
Trainspotting parlava in modo spietato e veritiero di stupefacenti, dipendenza e iniezioni di eroina. A parte qualche "banalissima" sniffata di polvere bianca, T2 è poco più di una commediola di emarginati, il cui peso integrale del dramma poggia sulle spalle macho-manesche di Begbie. Qualche azzeccato flashback della storia originaria non basta a dare smalto a una sceneggiatura carente. Certo, il mondo è andato avanti e i protagonisti non sono più (...) gli sballati di un tempo eppure i loro demoni sono ancora in forma smagliante, jogging o meno.
Non basta riascoltare la generazionale Slow Slippy degli Underworld, l'immortale Radio Ga Ga dei Queen o il remix targato Prodigy della "IggyPoppiana" Lust for Life per far rinascere un tempo che ormai è passato. Glielo dice anche la più saggia Veronika, che la loro tendenza è quella di crogiolarsi nel passato sotto ogni punto di vista: ricordi, sport, etc. Trainspotting resterà sempre il tragico ritratto di una generazione schiacciata dal nichilismo e le droghe. T2 Trainspotting già tra un paio di mesi finirà nell'oblio della settima arte soppiantato dall'ennesimo film super-eroico.
Avevo vent'anni esatti quando uscii e vidi Trainspotting. In quell'anno assistei per la prima volta uno show live dei Pearl Jam. Tra qualche mese invece vedrò il mio primo concerto solista del cantante di quella band (Eddie Vedder, ndr). In questi 20-21 anni è passato di tutto sotto i ponti della mia vita, alcuni dei quali sono stati spazzati via. Nel corso del mio cammino ho collezionato cicatrici e di sicuro c'è ancora un amico cui devo tornare a bussare alla sua porta. O magari lo farà lui alla mia. Chi lo sa. So di meritare di essere vivo, ma per esserne davvero sicuro dovrò ancora scrivere e imparare molto.
T2 Trainspotting - Mark (Ewan McGregor) e Daniel (Ewen Bremner) |
T2 Trainspotting (2017, di Danny Boyle) |