Tre manifesti a Ebbbing, Missouri - la combattiva Mildred Hayes (Frances McDormand) |
di Luca Ferrari
Angela Hayes (Kathryn Newton) è stata violentata e uccisa. Stufa della sonnolenza della polizia locale, sua madre Mildred (Frances McDormand) è decisa a fare qualcosa. Ecco allora l'idea. Su una strada locale, quello che attraversa ogni giorno dalla propria abitazione al paese, affitta per un anno tre giganteschi cartelloni pubblicitari e vi fa scrivere tre messaggi rivolti allo sceriffo. Una scelta questa che l'autorità non gradirà troppo. Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017, di Martin McDonagh).
Stuprata mentre stava morendo. E ancora nessun arresto. Come mai, sceriffo Willoughby? Sono i tre manifesti voluti da Mildred Hayes. La notizia arriva come un boomerang all'ufficio della Legge. Se l'agente Jason Dixon (Sam Rockwell) dimostra di mal tollerare questa azione, comunque consentita legalmente parlando, e vorrebbe subito passare alle maniere forti, lo sceriffo Bill Willoughby (Woody Harrelson) è più incline al dialogo, e va a trovare la donna per cercare di risolvere la situazione.
Mildred non ci sente. Parla diretta e non usa mezze parole. Non si fa intimidire da distintivi e non accetta consigli dalle tonache. Sua figlia è stata ammazzata in modo brutale e dinnanzi all'inerzia delle indagini, lei ha reagito. Se tutti non lo gradiscono, non è affar suo. A farne le spese invece, chi dalla polizia e chi tra i banchi di scuola, il titolare dell'agenzia pubblicitaria dove Mildred ha noleggiato i cartelloni, Red Welby (Caleb Landry Jones), e l'altro figlio di lei, Robbie (Lucas Hedges).
Artefice (carnefice) di un brutto episodio di abuso ai danni di un ragazzo di colore, l’agente Dixon è una mina vagante. Sempre pronto a menar le mani e il manganello. Non ha nessun legame sentimentale e vive ancora con l’anziana madre. Distintivo a parte, è mal visto da molti di Ebbing (località fittizia dello stato del Missouri, ndr). Parla quasi barcollando. Vuole essere rispettato ma i suoi modi lo portano a essere subdolo più che dalla parte della Legge.
I sentieri proseguono. I personaggi si guardano in cagnesco. C’è una sottile vena di rispetto ma perché venga davvero a galla, bisogna scavare dentro le persone. Lo sceriffo intanto non se la passa troppo bene. E' malato e ciò che sembra un destino segnato potrebbe fare saltare molti equilibri. Ad aggiungere benzina alla miscela, l’arrivo in città di un forestiero dai modi poco gentili che vuol far credere di sapere qualcosa dell’omicidio di Angela.
Già vincitore del Premio Osella per la Miglior sceneggiatura (Martin McDonagh) alla 74° Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, dove è stato presentato in anteprima, e di quattro Golden Globe come Miglior film drammatico, per la Migliore attrice in un film drammatico a Frances McDormand, per il Miglior attore non protagonista a Sam Rockwell e la Migliore sceneggiatura a McDonagh, Tre manifesti a Ebbing, Missouri è ora atteso da nuove sfide
Si comincia il 18 febbraio con i BAFTA - British Academy Film Awards dove la pellicola è candidata a nove premi. Poche settimane dopo, 4 marzo, ecco l’appuntamento più atteso: la 90° edizione dei premi Oscar, dove le nomination sono sei. Miglior film, attrice protagonista (McDormand), miglior attore non protagonista (Woody Harrelson e Sam Rockwell), miglior sceneggiatura originale a Martin McDonagh, montaggio a Jon Gregory e colonna sonora a Carter Burwell.
Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017, di Martin McDonagh) è un film potente, alla cui base vi è una sceneggiatura solida e tre notevoli interpreti. Frances McDormand (Mississipi Burning - Le radici dell'odio, Fargo, Promised Land) è una donna combattiva. Il suo sguardo. Il suo modo di camminare. Ha subito una grave ingiustizia e perciò si alza in piedi. Non chiede l'aiuto di nessuno. Agisce, pronta a mettersi contro tutto e tutti se necessario.
Meno noto al grande pubblico, Sam Rockwell (Il genio della truffa, Frost/Nixon - Il duello, Iron Man 2) ha finalmente trovato il ruolo della carriera. Il suo sbirro Dixon sembra incarnare il peggio dell'America Trumpiana: ignoranza e razzismo. Questa però è solo la crosta superficiale. Il suo personaggio ha molto da dire, e quando si ritroverà pieno di ustioni e pestato a sangue, in molti forse cominceranno a rivalutarlo a cominciare da Mildred stessa.
Più sofferente e poetica la figura dello sceriffo, ben incarnata dall'ex-Natural Born Killer Woody Harrelson (Larry Flint - Oltre lo scandalo, Hunger Games, The War - Il pianeta delle scimmie). Nel cast anche il bravo Peter Dincklage (Funeral Party, Il trono di spade, Pixels) nei panni di James, amico di Mildred e non avvezzo a manifestarle la propria simpatia sentimentale, e John Hawkes (Dal tramonto all'alba, Lincoln, Everest), l'ex-marito di quest'ultima ora alle prese con la nuova fidanzatina ventenne.
Tre manifesti per far sentire la propria voce. Tre manifesti per rompere il silenzio a cui troppo spesso ci si abitua, dentro e fuori di sé. Tre manifesti per provocare senza offendere. Tre manifesti per far vedere i nostri muscoli. Tre manifesti perché a un certo punto il troppo è troppo, e se qualcuno crede che tutto quello che passa ci vada bene, non ha capito niente. Tre manifesti per cominciare ad alzare i toni e affrontare il mondo.
Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017, di Martin McDonagh) è l'antitesi dei tempi moderni. I suoi protagonisti non cercano scorciatoie per sfuggire al proprio destino cui si trovano loro magrado. Lo affrontano senza lamentarsi e ne pagano le conseguenze. Non si preoccupano delle cicatrici. Se le tengono senza nasconderle. Non si curano di ciò che pensa il prossimo. I protagonisti di Tre manifesti a Ebbing, Missouri non hanno tempo né voglia di andare d'accordo con tutti e se questo non sta bene loro, fanculo!
Il trailer di Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Tre manifesti a Ebbbing, Missouri - lo sceriffo Willoughby (Woody Harrelson) e l'agente Dixon (Sam Rockwell) durante l'interrogatorio a Mildred (Frances McDormand) |
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