Avengers: Age of Ultron (2015, di Joss Whedon) |
di Luca Ferrari
E il gran giorno di Avengers: Age of Ultron alla fine è arrivato. Un passo importante questo per la Marvel Studios. Il sequel di The Avengers (2012, di Joss Whedon), il terzo film col maggiore incasso nella storia del cinema (dietro Avatar e Titanic, entrambi di James Cameron). Ma a prescindere da ciò che dirà il botteghino, la domanda cruciale è: sarà all'altezza del primo film? La sceneggiatura avrà qualcosa di nuovo da raccontare?
“Fin dalla visione del trailer, il secondo capitolo dei Vendicatori sembra contenere tutte le caratteristiche tipiche e bramate del precedente: ironia, adrenalina, effetti speciali e scene culto di alcuni tra gli eroi Marvel più amati” analizza la collega giornalista Giada Chicca (Seesound.it) “ma rincarare la dose, aggiungendo personaggi (Ultron stesso, Quicksilver e Scarlet, ndr) e dinamiche che solleticano la nostra immaginazione (come nel caso di Hulk/Banner), approfondimenti psicologici e introspezioni filosofiche, rischiano di deviare un po’ troppo dalla via maestra del film”.
Esplosa la cine-superhero mania, nessun sequel è mai stato il degno erede del precedente a cominciare dallo stesso Iron-Man, ormai già arrivato al terzo capitolo, quest'ultimo (Iron-Man 3, di Shane Black) entusiasmando ancor meno. Peggio ha fatto Thor, che al contrario dell'uomo di latta (come lo apostrofava proprio il dio normanno in The Avengers) aveva un reale e grandioso dirimpettaio (Loki), e invece il tanto atteso The Dark World (2013, di Alan Taylor) ha fatto storcere ai più il naso. Sarà il carisma non sconfinato di Chris Evans/Captain America, ma è indubbio che il probo soldato a stelle e strisce funzioni meglio in gruppo che non da solo.
Ecco la parola decisiva, “squadra”. È questa la chiave di volta con cui i Vendicatori salvano il pianeta Terra. Allo stesso modo fu questo il contesto che io per primo rifiutai, bollando in principio The Avengers come minestrone pop e poco altro. La vista del trailer direttamente in sala mi fece però cambiare idea e il film poi mi conquistò senza se e senza ma.
The Avengers però aveva un asso nella manica, il viscido Loki (Tom Hiddleston). Deciso a far piegare l'umanità al suo volere. Un villain d'altri tempi. Senza pietà né buoni sentimenti. È lui (e i chitauri) contro tutti. Sembra quasi riuscire nel proprio intento fino a quando Hulk, stufo delle sue farneticazioni di essere superiore, lo sbatacchia violentemente per terra rendendo la suddetta scena cult puro. Anche i battibecchi tra l'anarchico Iron Man e il ligio Captain America hanno avuto il loro peso così come un Bruce Banner finalmente perfetto grazie a Mark Ruffalo a differenza dei precedenti Eric Bana e Edward Norton.
In conclusione, The Avengers è andato oltre le più rosee aspettative. Adesso però Whedon non potrà proporci la stessa minestra, non di meno l'antagonista non è un frustrato Asgardiano ma un robot sfuggito al controllo del geniale Tony Stark. Una scelta questa che mi fa temere in esagerati effetti speciali e meno sostanza al vetriolo. Saprò se ho ragione nei prossimi giorni davanti ad Avengers: Age of Ultron, ma ovviamente spero di sbagliarmi.
“L’impressione generale potrebbe essere quella di aver voluto mettere troppa carne al fuoco con l’inconveniente di trovarsi a mangiarla poco condita, il che sarebbe un peccato” conclude Giada, “le premesse perché Avengers: Age of Ultron sia un’esplosione in fieri di gag, sfide e colpi di scena ci sono tutte. Un po’ difficile arrivi a superare il primo capitolo, ma in fondo siamo ottimisti e ormai le caramelle le abbiamo comprate”.
Avengers: Age of Ultron - Quicksilver (Aaron Taylor-Johnson) e Scarlet (Elizabeth Olsen) |
Avengers: Age of Ultron - Mark Ruffalo è ancora Hulk |
Avengers: Age of Ultron (2015, di Joss Whedon) |
Nessun commento:
Posta un commento