Wild - il faticoso e lungo cammino di Cheryl (Reese Whiterspoon) |
di Luca Ferrari
Non c'è nessuno. Non voglio risposte, voglio solo andare avanti. Passerà una notte e poi ne passerà un'altra ancora. Se mai c'incontreremo, un giorno ti chiederò di raccontarmi come mi sentissi. Oggi non ho voglia di stelle. Oggi i ponti si fanno le strade da soli. Oggi la terra non sussurra né gremisce. Mi sto per svegliare e sarà tutto come prima. Tutto fino a quando non muoverò il primo passo. Wild (2014, di Jean-Marc Vallée).
Devo ricominciare a vivere e non sono pronta. E se fossi già riuscita a perdonarmi? E se fossi già riuscita a riscattarmi?. Sono alcune delle tante domande esistenziali che la giovane Cheryl Strayed (Reese Whiterspoon) pone a se stessa durante il suo solitario cammino lungo il sentiero del Pacific Crest Trail, alla ricerca di una felicità (e una vita) perduta. Un cammino metaforico e realistico, dove l'anima e il corpo saranno "Dantescamente" messi a dura prova.
Dopo il commovente Dallas Buyers Club (2013), vincitore di due Golden Globe e tre premi Oscar, il regista canadese Jean-Marc Vallée attinge ancora dalla cronaca per portare sul grande schermo un'altra grande storia con protagonista l'essere umano e la sua sfida alla-nella vita. Tratto dal libro Wild – Una storia selvaggia di avventura e rinascita (di Cheryl Strayed), Wild (2014).
Cheryl era una bambina quando il padre, violento alcolizzato, la minacciava picchiando spesso la madre Bobby (Laura Dern). Una donna quest'ultima che a dispetto di tutto ha continuato a cercare il sorriso nella vita. Complice anche la prematura perdita materna, Cheryl sprofonda in un turbine autolesionista di tradimenti coniugali, eroina e perfino un aborto.
È allora che scatta qualcosa e decide di mettersi alla prova. Un viaggio di espiazione sola con se stessa a piedi dalla California allo stato di Washington, tra demoni interiori da sviscerare, qualche incontro poco raccomandabile con un cacciatore dalle chiare intenzioni di violenza, ma anche parole scambiate con amichevoli camminatori. Non mancano le difficoltà tecniche. Dal gas sbagliato per accendere il fuoco e conseguenti colazioni a base di orzo freddo ai grossi lastroni di pietra e fiumi impetuosi a rallentarle il cammino, fino a qualche bagaglio di sopravvivenza di troppo.
Fin dagli esordi della pellicola la premio Oscar Reese Whiterspoon (La rivincita delle bionde, Quando l'amore brucia l'anima, Devil's Knot - Fino a prova contraria) riesce a trasmettere il peso del gigantesco zaino (e della vita) nel tentativo di caricarselo sulle spalle. I suoi piedi sanguinanti non potrebbero meglio rappresentare quello che è stato il suo vissuto. E quel lancio liberatorio anche del secondo scarpone nel dirupo sembra davvero volerla nuovamente collocare ai comandi della propria esistenza.
Laura Dern (Rosa scompiglio e i suoi amanti, Jurassic Park, 99 Homes) è oltre modo dolce e solare, anche con un occhio tumefatto. Materna fino alla fine. Un porto di bontà che la tempesta acida della vita non ha minimamente intaccato.
Ecco la rugiada, i tsogni e la poetica di un mondo che poi resterà qui. Il pavimento delle mie spinte non esiste nemmeno più, ma allora perché me lo voglio ancora ricordare? Sono arrivato fin qua per impreziosire il mondo con qualcosa di nuovo. Ho avuto freddo e paura. So che continuerò a provare tutto questo anche se ci sarai o mi lascerai. Tutte quelle creature nel bosco non staranno pensando lo stesso di me?
Impossibile non ripensare al collega cine-tematico Into the Wild (2007, di Sean Penn) ma le differenze non sono poche. Cheryl non è partita per lasciarsi alle spalle il mondo corrotto. Lei si mette alla prova per (ri)prendere le redini della sua vita e tornare a essere la persona meravigliosa che desiderava la sua mamma. A dispetto del pensiero costante di mollare, Cheryl è decisa a proseguire fino alla fine raggiungendo il Ponte degli Dei. Dopo tutto, “la vera sfida è vivere”.
Non c'è nessuno. Non voglio risposte, voglio solo andare avanti. Passerà una notte e poi ne passerà un'altra ancora. Se mai c'incontreremo, un giorno ti chiederò di raccontarmi come mi sentissi. Oggi non ho voglia di stelle. Oggi i ponti si fanno le strade da soli. Oggi la terra non sussurra né gremisce. Mi sto per svegliare e sarà tutto come prima. Tutto fino a quando non muoverò il primo passo. Wild (2014, di Jean-Marc Vallée).
Devo ricominciare a vivere e non sono pronta. E se fossi già riuscita a perdonarmi? E se fossi già riuscita a riscattarmi?. Sono alcune delle tante domande esistenziali che la giovane Cheryl Strayed (Reese Whiterspoon) pone a se stessa durante il suo solitario cammino lungo il sentiero del Pacific Crest Trail, alla ricerca di una felicità (e una vita) perduta. Un cammino metaforico e realistico, dove l'anima e il corpo saranno "Dantescamente" messi a dura prova.
Dopo il commovente Dallas Buyers Club (2013), vincitore di due Golden Globe e tre premi Oscar, il regista canadese Jean-Marc Vallée attinge ancora dalla cronaca per portare sul grande schermo un'altra grande storia con protagonista l'essere umano e la sua sfida alla-nella vita. Tratto dal libro Wild – Una storia selvaggia di avventura e rinascita (di Cheryl Strayed), Wild (2014).
Cheryl era una bambina quando il padre, violento alcolizzato, la minacciava picchiando spesso la madre Bobby (Laura Dern). Una donna quest'ultima che a dispetto di tutto ha continuato a cercare il sorriso nella vita. Complice anche la prematura perdita materna, Cheryl sprofonda in un turbine autolesionista di tradimenti coniugali, eroina e perfino un aborto.
È allora che scatta qualcosa e decide di mettersi alla prova. Un viaggio di espiazione sola con se stessa a piedi dalla California allo stato di Washington, tra demoni interiori da sviscerare, qualche incontro poco raccomandabile con un cacciatore dalle chiare intenzioni di violenza, ma anche parole scambiate con amichevoli camminatori. Non mancano le difficoltà tecniche. Dal gas sbagliato per accendere il fuoco e conseguenti colazioni a base di orzo freddo ai grossi lastroni di pietra e fiumi impetuosi a rallentarle il cammino, fino a qualche bagaglio di sopravvivenza di troppo.
Fin dagli esordi della pellicola la premio Oscar Reese Whiterspoon (La rivincita delle bionde, Quando l'amore brucia l'anima, Devil's Knot - Fino a prova contraria) riesce a trasmettere il peso del gigantesco zaino (e della vita) nel tentativo di caricarselo sulle spalle. I suoi piedi sanguinanti non potrebbero meglio rappresentare quello che è stato il suo vissuto. E quel lancio liberatorio anche del secondo scarpone nel dirupo sembra davvero volerla nuovamente collocare ai comandi della propria esistenza.
Laura Dern (Rosa scompiglio e i suoi amanti, Jurassic Park, 99 Homes) è oltre modo dolce e solare, anche con un occhio tumefatto. Materna fino alla fine. Un porto di bontà che la tempesta acida della vita non ha minimamente intaccato.
Ecco la rugiada, i tsogni e la poetica di un mondo che poi resterà qui. Il pavimento delle mie spinte non esiste nemmeno più, ma allora perché me lo voglio ancora ricordare? Sono arrivato fin qua per impreziosire il mondo con qualcosa di nuovo. Ho avuto freddo e paura. So che continuerò a provare tutto questo anche se ci sarai o mi lascerai. Tutte quelle creature nel bosco non staranno pensando lo stesso di me?
Impossibile non ripensare al collega cine-tematico Into the Wild (2007, di Sean Penn) ma le differenze non sono poche. Cheryl non è partita per lasciarsi alle spalle il mondo corrotto. Lei si mette alla prova per (ri)prendere le redini della sua vita e tornare a essere la persona meravigliosa che desiderava la sua mamma. A dispetto del pensiero costante di mollare, Cheryl è decisa a proseguire fino alla fine raggiungendo il Ponte degli Dei. Dopo tutto, “la vera sfida è vivere”.
Il trailer di Wild
Wild - Cheryl (Reese Whiterspoon) comincia il viaggio |
Wild - Cheryl (Reese Whiterspoon) scrive nella sua tenda |
Wild - gli ex-coniugi Paul (Thomas Sadoski) e Cheryl (Reese Whiterspoon) |
Wild - Bobby (Laura Dern), la dolce mamma di Cheryl |
Wild - Cheryl (Reese Whiterspoon) deve guadare un fiume |
Wild - Cheryl (Reese Whiterspoon) lungo il Pacific Crest Trail |
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