Freeheld - Stacee (Ellen Page) e Laurel (Julianne Moore) |
di Luca Ferrari
Dolce e sofferta storia d'amore. Un incontro casuale. La convivenza, poi la malattia. Una coppia come tante se non fosse per un fatto: sono due donne. E quando Laurel fa richiesta per assicurare l'avvenire della propria compaga, l'autorità preposta dice no. Malata terminale, inizia comunque la sua battaglia. Da una storia vera, Freeheld – Amore, giustizia, uguaglianza (2015, di Peter Sollett).
Siamo persone comuni, dice la giovane Stacee (Ellen Page) a metà strada tra lo sconsolato e un'angelica naturalezza. Ed è realmente così. Ma perché è tanto difficile da capire? Quelle “persone” sono gli omosessuali. Da qualche tempo ha iniziato una relazione con la più matura Laurel (Julianne Moore), di professione poliziotta. A dispetto di una frequentazione assidua con il collega Dane (Michael Shannon), non gli ha mai “confessato” la propria natura.
Quando le due donne stanno già convivendo, a Laurel viene diagnosticato un cancro in stadio avanzato, e così inizia una dolorosa battaglia legale per far beneficiare la compagna dei propri benefit pensionistici. È una lesbica, quindi chi cazzo se ne frega? È il succo della risposta e dei commenti. Oggi però c'è internet e la notizia inizia a circolare. Ecco dunque scendere in suo supporto un comitato guidato dall'estroverso ebreo gay Steven Goldstein (Steve Carell).
Sono passati più di vent'anni dal dramma di Philadelphia (1993, di Jonathan Demme) la cui sceneggiatura venne curata da Ron Nyswaner, dietro lo script anche del suddetto Freeheld, eppure sembra che sia cambiato molto poco. La domanda è sempre quella. Hai paura che ti considerino un gay? chiede infatti la morente Laurel all'amico Dane.
Dopo la malata di Helzheimer di Still Alice (2014), Julianne Moore regala un'altra grandiosa interpretazione. Senza più capelli e indebolita, si sente la fragilità del suo corpo. Una debolezza però che non ha intaccato in alcun modo la voglia di combattere per i propri diritti. Ottimo anche Michael Shannon, passato dalla brutalità del Generale Zod "Snyderiano" e il cinismo dell'ancora inedito 99 Homes (presentato a Venezia 71), a un ruolo profondamente umano: prima pecora, poi vero uomo.
Steve Carell è un portento. La sua presenza in un film è una mina vagante. Sa calarsi in ruolo lontani anni luce da sè. Appena un anno fa era lo psicotico miliardario allenatore di Foxcatcher - Una storia americana, qui è un coriaceo e buffo omosessuale deciso in tutti i modi a sfruttare la battaglia personale di Laurel per la causa gay ma allo stesso la sostiene fino all'ultimo.
Perché l'umanità ha così tanta paura dell'omosessualità? È la prima domanda che mi ha lacerato l'anima appena uscita dal cinema Giorgione di Venezia. Nelle tante vittime dimenticate del nazismo c'erano anche loro. Gli omosessuali, maschi e femmine, furono deportati nei campi di sterminio insieme a ebrei e zingari.
Questo non è più il tempo dei miti e dell'ignoranza. L'AIDS non è certo una prerogativa omosessuale eppure mentre nella maggioranza del mondo gli etero possono tenersi per mano e baciarsi per strada e nei locali, è ancora molto raro vedere i corrispettivi gay. Perché? Personalmente ricordo solo a Londra di avere visto tante coppie di maschi teneramente abbracciati.
Io vivo in Italia e nello specifico nel Veneto. Un film come Freeheld – Amore, giustizia, uguaglianza parla in modo schietto e commovente della questione gay. Vivere però in un territorio dove i due primi cittadini di Venezia e Padova, rispettivamente Luigi Brugnaro e Massimo Bitonci, sparlano del mondo gender, oltre che rattristarmi traccia un solco alquanto diseducativo. Non entro neanche nel merito dei social network dove si leggono cose degne del Ku Klux Klan.
Per ancora troppe persone il fatto che le coppie gay parlino di adozione di bambini o comunque che possano crescere un figlio, è una richiesta abominevole. Mi verrebbe da rispondere che prima di giudicare bisognerebbe offrirgli almeno duemila anni di prova visto che a quanto vedo il mondo in mano agli eterosessuali ha prodotto i contesti più atroci. Politica ma non solo, anche nello sport. Sentire che secondo l'ex-commissario tecnico della Nazionale, Marcello Lippi, nel calcio non ci sono omosessuali è a metà strada tra il comico e il patetico.
E per restare in una tematica più consona a questo sito, che dire del mondo del cinema? La vicenda di Rock Hudson è nota a tutti e viene riproposta anche nel toccante Dallas Buyers Club (2013, di Jean-Marc Valeé). Fatto outing, l'inglese Rupert Everett è stato letteralmente emarginato. Ellen Page stessa, di recente dichiaratasi gay, si è detta in parte preoccupata su questo suo uscire allo scoperto.
Ho un messaggio per voi tutti freeholders, dichiarati e nascosti: vinceremo noi!
Clip da Freeheld – Amore, giustizia, uguaglianza
Freeheld - Dane Wells (Michael Shannon) |
Freeheld - Laurel (Julianne Moore) e Stacee (Ellen Page) |
Freeheld - Steven Goldstein (Steve Carell) |
Nessun commento:
Posta un commento