Mary Poppins (Julie Andrews) in arrivo |
di Luca Ferrari
Vento dall'est, la nebbia è là. Qualcosa di strano fra poco accadrà. Cantava così il gioviale Bert (Dick Van Dyke) durante uno dei suoi divertenti spettacolini di strada. Una melodia. Una rima. Una dedica. Poi qualcosa nel cielo si (s)muove. Come una sensazione. Troppo difficile capire cos'è. Ma penso che un ospite arrivi per me. Forse per lui no, ma per qualcun'altro di sicuro si. Ed ecco spuntare dal nulla Mary Poppins (Julie Andrews).
La monotonia è sempre stata un nemico dell'essere umano. Ma se è vero che per mandare giù una pillola basta un poco di zucchero, per ravvivare una giornata (o un fine settimana) è sufficiente che si presenti una persona. Forse attesa o magari no. E una volta entrata nelle proprie mura domestiche, la casa e i suoi abitanti assumono una veste nuova. È proprio ciò che accadeva nell'intramontabile Mary Poppins (1964, di Robert Stevenson), film basato sulla serie di romanzi scritti da Pamela Lyndon Travers.
Una settimana fa mi trovavo a Londra. Venerdì scorso alle 10,30 circa mi sono imbarcato dall'aeroporto di Stansted con una bus della linea Terravision (al prezzo di 6 sterline, neanche confronto con il vampiresco tariffario dei vari Express su rotaia) e sono arrivato verso mezzogiorno a Victoria Station. Di lì ho camminato per quattro ore abbondanti con trolley al seguito da Buckingham Palace fino a Baker Street.
A differenza della stragrande maggioranza dei comuni mortali, Mary Poppins l'ho visto per la prima volta appena due anni fa e parte del merito lo devo al film Saving Mr. Banks (2013, di John Lee Hancock) dove viene raccontato come Walt Disney (Tom Hanks) riuscì a convincere la scrittrice Pamela Travers (Emma Thompson) a cedergli i diritti per trasportare sul grande schermo la sua storia. Una pellicola sublimata nel toccante faccia a faccia a cuore aperto tra i due protagonisti.
Più di Notting Hill o l'amato Wimbledon (torneo, non il mediocre film), andare a Londra per me ormai significa rituffarmi nell'atmosfera di Mary Poppins. E non c’è volta che prima di partire non me lo carichi sul laptop così da vedermelo prima della "nanna" una volta sbarcato Oltremanica. E per chiudere il cerchio perfetto, una doverosa passeggiata culminante nell'attraversamento del Tamigi lungo il Millennium Bridge per ritrovarsi sotto la Saint Paul's Cathedral, simbolo d'amor.
Così, mentre camminavo davanti ai giardini reali e ripensavo ad altri cult British come Snatch – Lo strappo (2001, di Guy Ricthie) o Sua Maestà viene da Las Vegas (1991, di David S. Ward), il mio sguardo vagava nell'aere inglese sentendomi per una volta io quello speciale straniero giunto da chissà dove, magari invocato/sussurato da qualcuno col sorriso. Un'artista mascherata per Halloween in quel di Oxford Street o chissà, l'oste di un pub a Hampstead.
Da qualche giorno ormai sono rientrato nella mia solita vita. Qui, a Venezia, altro set naturale di pellicole indimenticabili. Forse sarà la suggestione ma fin da quando ho aperto gli occhi stamane ho come avuto l'impressione che ci sia qualcosa di nuovo in arrivo. Sento una presenza in avvicinamento. Parafrasando il mio buon amico Bert:
s
Vento dall'ovest, il mar lì non c'è
I pancake
aspettano l'ora del te...
Stasera non guardo i supereroi
Son certo che un
ospite arrivi per noi.
Mary Poppins - Bert (Dick Van Dyke) |
Mary Poppins - a Londra cambia il vento |
Mary Poppins - Bert (Dick Van Dyke) durante uno spettacolo di strada |
Londra, Buckingham Palace Garden © Luca Ferrari |
Londra, St. Paul Cathedral © Luca Ferrari |
Mary Poppins (Julie Andrews) abbandona Londra e casa Banks |
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