Niels Arestrup in War Horse (2011) |
Zucchero e miele. Un mal di gola studiato ad hoc per curarlo con la migliore delle marmellate fatte in casa modello il bene trionfa sempre. My dear Steven, che delusione! Un film elogiato fin troppo il tuo War Horse (2011), carente perfino nella colonna sonora di John Williams, e incisivo solo con la fotografia, grandiosa seppur con un finale zeppo di stucchevole banalità. Emblema della pellicola, tratta dall'omonimo romanzo scritto da Michael Morpurgo e annesso adattamento teatrale del romanzo di Nick Stafford, il trailer. Coinvolgente e ingannevole allo stesso tempo, come nella parabola del vecchio nonno francese (Niels Arestrup), che incalzato dalla nipotina Emilie (Celine Buckens) sulla sua mancanza di coraggio, se ne viene fuori con una parabola (fuori luogo) sui piccioni viaggiatori, ma che negli spezzoni dati in pasto al pubblico pre-visione, pare ovviamente rivolta al cavallo. Così come il finale, dove nel trailer l'animale protagonista guarda all'infinito con il suo grande occhio addensato di malinconica nostalgia, e lo s'immagina ancora alla ricerca dell'amico umano perduto, mentre in realtà l'immagine è estrapolata dal finale dove tutto si è concluso nel migliore dei modi.
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